Frattesi d'Italia
La nazionale risorge contro l'Ucraina trascinata dal centrocampista dell'Inter. Donnarumma fischiato si prende la rivincita. Ora l'Europeo torna ad essere possibile
Sull'orlo del baratro l'Italia di Spalletti si è ritrovata unita. Serviva la vittoria e la vittoria è arrivata contro l'Ucraina, un successo che consente agli azzurri di affrontare le prossime soste d'autunno con l'obiettivo di non complicarsi la vita. L'appuntamento col destino è fissato per il 20 novembre in casa degli ucraini dove potrebbe anche essere sufficiente un pareggio. Non siamo guariti, ma abbiamo avuto il grande merito di lasciarci alle spalle i tremori di Skopje, anche quando la gara è diventata scivolosa non essendo riusciti a chiuderla.
L'uomo del destino è stato Davide Frattesi, che di mestiere fa (per ora) la riserva dell'Inter ma che in nazionale sta cominciando a lasciare il segno con una certa continuità: ha messo lo zampino direttamente o indirettamente in 4 delle ultime 5 marcature azzurre, ha sfrontatezza e tempi di inserimento e Spalletti non sembra disposto a farne a meno. La sua doppietta ha piegato l'Ucraina dando senso e completezza a un primo tempo giocato bene. Poi un errore multiplo della difesa ha riaperto tutto e qualche sudore freddo è passato per la schiena di tutti, visto che l'antica legge del calcio racconta che quando non chiudi le partite finisce per pagare pegno.
Per Spalletti missione compiuta. Il ct ha scollinato la settimana più difficile, quella del debutto quasi senza rete. A ottobre potrebbe recuperare la qualità di Chiesa, Berardi e Scamacca (per citarne tre), ma già nelle sue prime scelte si è vista una certa discontinuità rispetto all'ultimo Mancini. Zaccagni e Zaniolo, ad esempio, sono tornati dentro il progetto e hanno restituito qualcosa al selezionatore. Raspadori centravanti ha superato la prova San Siro ed è un'idea sulla quale lavorare anche se Immobile, in panchina contro l'Ucraina, è stato scelto come capitano e non è pensabile che lo sia da riserva.
Ultimo capitolo, quello triste dei fischi a Donnarumma. Il portiere azzurro non è stato risparmiato dai tifosi milanisti e la cosa non è passata inosservata; basta vedere la reazione del gruppo dopo il fischio finale. E' andata bene, quindi non resterà traccia della pratica un po' barbarica riservata all'ex amato Gigio, ma una riflessione si impone perché è un paradosso assoluto che la nazionale si condanni a giocarsi il proprio destino in casa col pubblico contro. Per questioni di club. Anche basta, grazie, già sapendo che sarà un appello inascoltato.