Inter e Napoli, il duello
Lo scudetto sul filo della sfida tra Inzaghi e Conte, con il primo dotato di una rosa più ampia e il secondo che può concentrarsi solo sul campionato. Il rallentamento mette fuori l'Atalanta?
C'è il leggero sospetto che alla fine sarà duello. Da una parte l'Inter campione in carica e dall'altra il Napoli nelle vesti dello sfidante, con il terzo incomodo - leggasi Atalanta - che si è defilata avendo messo insieme una strisc(ina) di tre pareggi e sconfitta casalinga contro i partenopei nelle ultime quattro. Non una resa definitiva, ma il segnale che nel campionato in cui chi si ferma è perduto, Gasperini è stato il primo a mollare leggermente la presa. Ha tempo per rientrare, ma a questo punto è appeso anche al rendimento delle avversarie le quali, da parte loro, non sembrano disposte a rallentare.
Il successo del Napoli in casa dell'Atalanta ha avuto l'effetto di una sveglia per tutti. Conte corre per lo scudetto, la maschera è stata definitivamente gettata rendendo impossibile continuare a raccontare il contrario: il Napoli è solido, concreto, concentrato sull'obiettivo e forgiato a immagine e misura del suo allenatore. Ha una rosa inferiore a quella dell'Inter, non a caso ha chiuso al Gewiss Stadium con in campo contemporaneamente Mazzocchi, Spinazzola e Simeone nel tridente, ma ha anche davanti a se solo 17 fatiche da centellinare in altrettante settimane.
Significa giocare un campionato anni '80 in cui non servivano riserve e riserve delle riserve, ma semplicemente un gruppo di 14-14 ottimi calciatori che è esattamente quello che ha Conte. Per gli scettici: quarant'anni fa il Verona di Osvaldo Bagnoli (anno 1984-1985) conquistò lo storico tricolore con soli 12 giocatori oltre le 20 presenze in campionato e altri 3 da 12 a 19. Chiaro il vantaggio che ha ereditato e difeso Conte con la precoce eliminazione dalla Coppa Italia?
Se il Napoli sta rubando l'occhio con qualità e intensità del suo calcio, l'Inter sembra in fase di risparmio energia. Viaggia un paio di marce sotto la velocità di crociera, avrebbe bisogno di far rifiatare i titolari più spremuti ma non ha molto spazio per rotazioni. La buona notizia per Inzaghi è il ritorno in servizio definitivo di Lautaro Martinez: 4 gol nelle ultime 6 partite. Quella cattiva viene dal calendario, perché gennaio sta finendo e doveva essere il mese del tentativo di fughetta. Si è rivelato il mese della resistenza al ritmo folle dei partenopei e ora viene il difficile.
Dal derby di ritorno (2 febbraio) i nerazzurri finiranno sulle montagne russe. Dando per scontato il passaggio diretto agli ottavi di Champions League, ecco in sequenza Milan, Fiorentina, Fiorentina in trasferta (recupero), Juventus a Torino, Genoa, Lazio (Coppa Italia) e big match al Maradona contro il Napoli (2 marzo). Sette salite in 28 giorni da cui dipenderà la possibilità di tenere vivo fino in fondo il duello scudetto, considerato che ben difficilmente Lukaku e compagni lasceranno qualcosa per strada.