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Ansa
Calcio

Inchiesta plusvalenze. Juventus sotto accusa

La Procura di Torino voleva arrestare Andrea Agnelli e chiede il processo per tutti i vertici bianconeri: falso in bilancio per le plusvalenze fittizie e la manovra stipendi dal 2018 al 2020

Volvano arrestare Andrea Agnelli e metterlo ai domiciliari ma la richiesta è stata respinta dal Gip che si occupa dell'inchiesta sul presunto falso in bilancio della Juventus. Il risvolto clamoroso emerge dalle carte che accompagnano la notifica di chiusura indagine per il numero bianconeri e per altre 14 persone più la società juventina i cui conti dal 2017 al 2020 sono nel mirino della Procura di Torino da quasi un anno. Falso in comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato sono le ipotesi d'accusa che rischiano di portare a processo i vertici del club più titolato d'Italia e che, se dimostrate, provocherebbero un autentico terremoto mettendo in discussione l'intero sistema Juventus.

Il Giudice per le indagini preliminari lo scorso 12 ottobre ha respinto la richiesta di misure cautelari per Andrea Agnelli non ritenendo ci fossero pericoli di fuga, reiterazione del reato o inquinamento delle prove e la Procura ha già depositato appello a conferma della durezza dello scontro in atto intorno all'inchiesta. Dopo mesi di inchiesta, con anche l'audizione di diversi testimoni, gli investigatori sono arrivati alla conclusione che per tre anni consecutivi (bilanci della stagione 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020) il club abbia utilizzato sistemi contabili irregolari per alterare le poste di bilancio e, quindi, sistemare i conti riducendo le perdite ingenti di quel periodo.

L'ACCUSA: PLUSVALENZE FITTIZIE PER RIDURRE LE PERDITE

Nel mirino, in particolare, le cosiddette plusvalenze fittizie, "operazioni di scambio che, non generando flussi finanziari di sorta, risultano concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento" si legge nel comunicato dove il reticolo di trattative di mercato di quel triennio porta, secondo l'accusa, a un "ricorso anomalo" alle stesse e ad operazioni definite "distoniche nel panorama nazionale". Non ci sarebbe solo la ricostruzione di quanto fatto dai dirigenti dell'area sportiva della Juventus, ma anche la conferma emersa nel contenuto di alcune intercettazioni tra gli stessi.

LE DUE MANOVRE SUGLI STIPENDI DELL'ERA COVID

E poi la manovra stipendi della primavera 2020, quella che in pieno lockdown per emergenza pandemica consentì alla Juventus di alleggerire il bilancio riducendo il peso degli ingaggi da marzo a giugno. Per la Procura di Torino ci sono elementi che provano come i calciatori non rinunciarono alle quattro mensilità ma solo a una, differendo le altre senza che di questo ci fosse traccia in maniera ufficiale e corretta nel bilancio di quella stagione. E nel 2020/2021 reiterando l'operazione con accordi privati depositati in Lega e scritture, invece, tenute segrete e sequestrate al di fuori della sede sociale "contenenti l'impegno incondizionato della società al pagamento degli stessi anche in caso di trasferimento del calciatore a un club terzo" smentendo quanto contenuto nelle carte ufficiali depositate presso la Lega Serie A.

L'IMPATTO SUI BILANCI DAL 2018 AL 2020

Tutto per ridurre l'impatto della crisi su esercizi già fortemente provati e in disequilibrio, come dimostra la scelta della proprietà di sottoscrivere un aumento di capitale maxi da 400 milioni di euro nel novembre 2021. Secondo i consulenti della Procura, plusvalenze e manovra stipendi consentirono di presentare bilanci migliori in maniera sensibile: -39,8 invece di -84,5 nel 2017/2018, -89,6 invece di -236,7 nel 2018/2019 e -209,5 invece di -222,4 nel 2019/2020 con modifiche sostanziali anche sul patrimonio netto che sarebbe risultato addirittura negativo in due dei tre esercizi presi in esame.

Ad alcuni degli indagati è stata contestata anche l'ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti: compensi per agenti sportivi per l'accusa non dovute e senza alcun riscontro nelle prestazioni effettivamente rese alla società.

L'elenco di chi ha ricevuto la notifica di chiusura indagine e ora rischia il processo è più lungo e articolato di quello noto in precedenza. Oltre al presidente Agnelli ci sono il numero due Pavel Nedved e l'allora capo dell'area sportiva Fabio Paratici con l'aggiunta di Maurizio Arrivabene, amministratore delegato dal 2021 oltre al revisore dei conti che firmò il via libera a quegli esercizi e ai componenti del collegio sindacale. Sotto accusa, insomma, tutto il sistema Juventus. La società ha già più volte chiarito di ritenere di aver sempre operato correttamente nella gestione dei propri conti. Gli indagati hanno ora una ventina di giorni per depositare le proprie memorie difensive e farsi interrogare: poi il giudice si pronuncerà sull'opzione di mandare tutti a processo o archiviare il fascicolo.

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Giovanni Capuano