Brugola, leader mondiale delle viti "critiche"
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Brugola, leader mondiale delle viti "critiche"

Produce i sistemi di fissaggio dei motori, soggetti a sollecitazioni fortissime. Inaugurato uno stabilimento negli Usa

Una vita d’impresa costruita sulle viti. E viti ben resistenti, visto che reggono dal lontano 1926. In novant’anni la Officine Egidio Brugola di Lissone di viti ne ha prodotte, innovate e vendute miliardi arrivando a un fatturato previsto (a consuntivo) 2015 di 130 milioni, più che raddoppiato in sei anni e cresciuto senza mai una sosta a parte una piccola frenata con la grande crisi del 2008. Capire perché è facile. Quanti sanno che la vite a esagono detta “Brugola” non si chiama così ma porta il nome del suo inventore, Egidio Brugola appunto?

In pochissimi casi aziendali infatti, il nome di un prodotto è entrato nel linguaggio corrente, prevaricando quello dell’azienda che inizialmente lo realizzò. Mentre l’uso della vite a esagono si diffondeva, la Oeb intanto è andata avanti, abbandonando quella produzione per spingere verso un prodotto a più alta tecnologia: le viti critiche per motori. “Si tratta delle viti che fissano la testata al motore, soggette a fortissime sollecitazioni” spiega il presidente e amministratore delegato Egidio Brugola (foto), omonimo e nipote del fondatore “Un motore su quattro nel mondo monta le nostre viti”.

A produrre le viti critiche sono tre officine al mondo, ma è Brugola da Lissone a detenere la leadership mondiale. Non c’è Paese in cui non vengano montate le viti Brugola e questo in 56 stabilimenti automotive nel mondo. “Ci siamo specializzati nell’automotive e lavoriamo soltanto in questo settore” continua il presidente “I nostri clienti sono Volkswagen, Ford, Renault, General Motors e Opel ma presto allargheremo la gamma: siamo infatti già in trattativa con Bmw, Mercedes e Nissan, che ci permetteranno di fare nuovi investimenti in Italia. Al momento stiamo collaborando a progetti di sviluppo di nuovi motori per i modelli del 2019-2020 coerentemente con le esigenze attuali delle case automobilistiche: meno emissioni e più rendimento”.

In attesa di nuovi investimenti, va detto che Oeb negli ultimi anni ha creato 60 nuovi posti di lavoro e realizzato un nuovo stabilimento negli Usa inaugurato lo scorso luglio. “La crescita è stata finanziata attraverso una piccola partecipazione proprietaria del Fondo Italiano di Investimento, che in futuro rileveremo riportando la proprietà interamente alla famiglia” sottolinea Brugola. “Una volta a regime, l’investimento per lo stabilimento negli Stati Uniti sarà di 20 milioni ma questo avamposto ci permetterà di produrre sul posto, evitando le spedizioni e allargando un mercato. Calcoliamo infatti che potremmo raggiungere i 30 milioni solo con il fatturato Usa”. Brugola conta oggi 350 dipendenti e 4 stabilimenti produttivi e uffici di distribuzione in tutto il mondo.
 

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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