Economia

Rallentare per innovare: la lentezza come acceleratore di produttività

Quando ci affanniamo per fare sempre più cose in sempre meno tempo, è l'innovazione a pagarne il prezzo

Elogio della lentezzaElogio della lentezza

Viviamo in un mondo accelerato e questo si riflette anche sul nostro lavoro. Rispondiamo alle mail durante le conference call, navighiamo in Internet mentre pranziamo velocemente alla scrivania, leggiamo una presentazione mentre ci alleniamo sul tapis roulant. Lo facciamo illudendoci di produrre di più, ma in questo modo siamo più stressati e meno lucidi. Ci affanniamo per essere più produttivi, con il risultato che rischiamo di esserlo sempre meno. È il paradosso del criceto: più corre velocemente, meno possibilità ha di scendere dalla ruota. Ma cosa succederebbe se provassimo a rallentare?

Nel suo “Elogio della lentezza”, Carl Honoré spiega che vivere con l'acceleratore premuto ha un'influenza negativa non solo sulla nostra vita privata, ma anche su quella lavorativa. Tendiamo a essere sempre in modalità ON, perché meno tempo abbiamo, più cose vogliamo fare. È un inganno culturale pericoloso, perché ci spinge a credere che fare di più sia l'unico modo per essere più produttivi. Ma la produttività dell’innovazione non va misurata in termini di numero di attività svolte nell’unità di tempo, ma in qualità del nostro operato: il nostro valore aggiunto rispetto a ciò che pensano e fanno gli altri. E spesso tale valore è inversamente correlato con il numero di attività da noi svolte nell’unità di tempo! Perché se si fa tanto, si è poco lucidi e si adottano routine mentali che ci semplificano il pensiero, utili a velocizzarlo, spesso banalizzandolo.

La lentezza non è solo un acceleratore di produttività, ma anche di innovazione. Realtà come lo Slow Food e le Slow Cities, nate in Italia e diffuse in tutto il mondo, hanno dimostrato che la capacità di innovare non è dettata dalla velocità, ma dalla qualità delle azioni che si compiono. Anche un colosso come Google ha stupito tutti incoraggiando i suoi dipendenti a dedicare il 20% del proprio tempo di lavoro a progetti personali. Ed è proprio da quel 20% che sono nate le idee aziendali più innovative!

Nella corsa alla performance abbiamo perso di vista l'obiettivo. Se ci lasciamo guidare sempre dall'emergenza e non diamo tempo alla nostra mente di esplorare nuove possibilità, a risentirne saranno la nostra produttività e la capacità di innovare.

Le idee migliori spesso nascono quando stacchiamo la spina e ci allontaniamo dalla scrivania. Può succedere mentre portiamo a spasso il cane, durante la respirazione al corso di yoga, mentre giochiamo con i nostri figli. È l'otium che Petrarca conosceva bene. Non c'è un modo giusto per rallentare, ognuno deve riuscire a trovare il proprio. Perché, anche se a volte può capitare di sentirsi in gabbia, non siamo criceti: abbiamo tutti gli strumenti necessari per rallentare, scendere dalla ruota e uscirne.

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Ernesto Ciorra

Ernesto è nato a Roma, ma per 10 anni ha vissuto a Milano, in Ripa di Porta Ticinese. Dopo la laurea in Bocconi, Ernesto si è occupato di creatività e di innovazione, che insegna in Italia ed in Spagna, ed ha fondato Ars et Inventio, per dare metodo alla creatività e trasformarla in valore. Da Ottobre 2014 ha colto una straordinaria opportunità offerta da Francesco Starace, un CEO innovatore e coraggioso, ed è diventato il responsabile dell’Innovazione e della Sostenibilità di Enel, una delle aziende che da anni, con il proprio impegno sulle energie rinnovabili, sta rendendo migliore il nostro pianeta.

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