Banco: “Transiberiana” è un album che non puoi fermare - Recensione
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Banco: “Transiberiana” è un album che non puoi fermare - Recensione

Il disco, che esce a 25 anni di distanza da “Il 13”, è in perfetto equilibrio tra l’imprinting prog della band e sonorità hard rock contemporanee

Sono passati cinque lustri dall’uscita di “Il 13” nel 1994, ultimo lavoro in studio del Banco del Mutuo Soccorso, band di culto del rock progressivo italiano, amatissima anche all’estero.

Un lasso di tempo enorme, se si pensa che allora il cd era in piena espansione, mentre sembrava che il vinile e le cassette fossero ormai oggetti da modernariato.

Incredibilmente, questi ultimi due supporti, in particolare in vinile, sono tornati in auge, mentre il cd arranca, tenuto a galla dai firmacopie, amatissimi soprattutto dagli adolescenti per la possibilità di scattarsi un selfie con il proprio beniamino del momento.

Un po’ come l’araba fenice, che risorge dalla sue ceneri, il Banco, dopo le tragiche scomparse del cantante Francesco Di Giacomo e del chitarrista Rodolfo Maltese, senza considerare la grave malattia di Vittorio Nocenzi (ora ristabilito), è tornato con un album di brani inediti fresco e vibrante, dall’icastico titolo Transiberiana, un piccolo miracolo di equilibrio tra l’imprinting prog della band e sonorità hard rock più contemporanee.

Un assaggio delle atmosfere dell’album è fornito dal ghiaccio bollente dell’adrenalinico singolo L’imprevisto (video alla fine dell'articolo) che, oltre a un riff di chitarra memorabile, contiene una frase particolarmente significativa: “L’imprevisto è solo l’occasione per cambiare / Non aver paura, è una strada nuova che si apre”.

In effetti Nocenzi, dopo aver lavorato alacremente per quattro anni alla nuova opera contemporanea del Banco, Orlando (oltre ad aver curato le due Legacy Edition degli album storici Il Salvadanaio e Darwin) ha ricevuto la richiesta di un album di brani inediti, da pubblicare prima dell’opera.

Il desiderio di continuare una strada che profeticamente è stata pensata come “un’idea che non puoi fermare” è stato fortificato dalla vena creativa di Nocenzi, rinvigorita dalla nuova linfa di Michelangelo Nocenzi e di Paolo Logli, e dal contributo decisivo di una famiglia di musicisti all’apice della loro maturità espressiva e sempre più calati nell’obiettivo di dare forma, attraverso il nuovo, a ciò che pareva non più ripetibile.

Vittorio Nocenzi ha raccontato così la genesi dell’album: “Transiberiana è stato un lavoro speciale, diverso dal solito. Il primo obiettivo era il titolo, la storia. E quando fra varie ipotesi è nata Transiberiana, ho capito che era la storia giusta: affascinante, misteriosa, piena di simboli e potenzialità di racconto. E da questa “visione” sono usciti di fila uno all’altro gli undici brani, uno per ogni momento dello storyboard che era subito nato dopo la scelta del titolo. Il viaggio della vita!! Un bellissimo argomento da trattare e musicare, fatto di biografia, di sogni, di ideali, di realtà, di meraviglia, di stupore, di paure e timori...Poteva essere una storia piena di umanità e di magia... Spero che tutto questo siamo riusciti ad esprimerlo, perché c’è molto di vero in quello che abbiamo scritto, c’è molto di noi oggi, in questo momento di disorientamento, in cui tutto sembra difficile e avvelenato dal cinismo, dal materialismo... Sembra che per la poesia non ci sia più spazio... Invece non è così: la poesia è vita, è sentimento, è visione di un futuro diverso!!! Ed anche la musica é visione, anzi è la sorella della pittura, perché, come diceva Leonardo, è figurazione dell’invisibile!”

“Transiberiana” è un viaggio autobiografico, un intero tragitto metaforico vissuto in prima persona attraverso il corso degli anni, che racconta il senso di smarrimento verso il presente che è di ognuno, ma anche la speranza, anzi la certezza della rinascita.

Un viaggio fatto di moltissimi incontri, ricco di presenze, di avventure e, talvolta, di incidenti da cui imparare e ripartire con nuove motivazioni.

Le undici nuove composizioni di Transiberiana rispecchiano la carriera del Banco e di ciò che la band è al giorno d’oggi, l'altra faccia di una storia che ancora molto da raccontare.

Fondamentali, per la (ottima) riuscita dell’album sono stati i contributi del pianista e batterista Michelangelo Nocenzi nella composizione delle musiche e di Paolo Logli, sceneggiatore, autore, regista e cantastorie, oltre che grande esperto di musica, nella scrittura dei testi.

“La scoperta di Michelangelo come un mio vero e proprio alter ego musicale, è stato per me qualcosa di inaspettato e al tempo stesso entusiasmante” , ha raccontato Vittorio Nocenzi.  “Ascoltare le sue composizioni musicali e sentirle così vicine alla mia personale sensibilità me le faceva percepire come scritte direttamente da me stesso: ritrovarmi a scrivere a quattro mani con mio figlio, è stata la molla di questa avventura, il nuovo album del Banco, e la cosa mi ha dato una carica emotiva pazzesca”

Entusiasmante come il contributo di Logli all’album: “La sua cultura e sensibilità creativa, unita alla grande disponibilità umana -ha sottolineato Nocenzi- ha reso il lavoro sui testi un percorso così spontaneo, così vicino alla tradizione ed ai valori morali ed artistici del Banco, che mi sono ritrovato alla fine del lavoro con una naturalezza sconcertante”.

Transiberiana attualizza il progressive rock, alleggerendolo da quei barocchismi che ne hanno decretato una lenta ma inesorabile decadenza, in brani che durano al massimo sei minuti e mezzo, in un perfetto equilibrio tra sintesi e inventiva.

Le tastiere di Nocenzi costruiscono le architetture dei brani, mentre la chitarra di Filippo Marcheggiani e la ritmica di Nicola Di Già hanno il compito di farli vibrare, esaltando al contempo la voce estesa e sicura di Tony D’Alessio, encomiabile anche nella scelta di non imitare l’inconfondibile stile vocale di Francesco Di Giacomo.

Lo Sciamano è un brano che reca evidente il marchio di fabbrica, tra virtuosismi in tempi dispari e synths lisergici, così come Il Grande bianco, che mostre le connessioni tra Darwin e i capolavori prog dei Genesis.

Campi di Fragole strizza l’occhio al grande rock di fine anni Sessanta, mentre La Discesa dal Treno vira in territori heavy metal, anche se non manca un pregevole intermezzo di piano jazz.

Oceano: Strade di sale è la degna e magniloquente conclusione di un viaggio ricco di suggestioni, incontri, pause e ripartenze, consapevoli che quello che abbiamo davanti è sempre più importante di ciò che abbiamo lasciato dietro.

Il cd regala, dopo gli 11 brani inediti, un imprevisto ed emozionante salto indietro nel tempo, con due classici del Banco, Metamorfosi e Il ragno, registrati dal vivo al Festival Prog di Veruno dell’edizione 2018.

Transiberiana è disponibile su CD MEDIABOOK in edizione limitata con libretto di 44 pagine; GATEFOLD 2LP + CD e libretto di 8 pagine formato LP; in formato DIGITALE.

Alla pubblicazione dell’album farà seguito un tour, le cui date saranno comunicate a breve su www.internationalmusic.it .

Sony Music Italy/ Inside Out Music

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Gabriele Antonucci