Venezia, città unica al mondo per la sua bellezza intramontabile, sta vivendo un paradosso demografico: mentre il numero di posti letto turistici aumenta in modo esponenziale, la popolazione residente diminuisce costantemente. Una situazione che sta alimentando la preoccupazione tra i cittadini e le organizzazioni civiche, che denunciano le scelte politiche che hanno portato a questo divario sempre più evidente.
Secondo il comitato Venessia.com e l’Osservatorio civico sulla casa e sulla residenza (Ocio), il numero di posti letto turistici a Venezia ha raggiunto la cifra impressionante di 50.000, mentre i residenti scendono a 49.211. Questi numeri, rilevati nei sei sestieri centrali e a Giudecca, non sono il risultato di cause naturali, ma piuttosto delle scelte politiche attuate negli ultimi anni.
La sequenza di eventi che ha portato a questa situazione è stata tracciata in un calendario ironicamente intitolato “La Vendo”. Tra le tappe salienti, l’approvazione della legge regionale “Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto” nel giugno 2013, intesa come contributo alla liberalizzazione degli affitti brevi. Da allora, sono state apportate varie modifiche di destinazioni d’uso, trasformando edifici residenziali in strutture ricettive, come alberghi.
Il raddoppio dei posti letto turistici nel centro storico di Venezia tra il 2016 e il 2018, così come la delibera del novembre 2022 per l’area ex Actv di Sant’Elena, sono solo alcuni degli episodi che hanno contribuito a questa crescita incontrollata. Il comitato Venessia.com insiste sulla necessità di fermare immediatamente l’apertura di nuove locazioni turistiche e di contingentare i posti letto disponibili.
Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com, sottolinea la necessità di un blocco immediato delle aperture delle locazioni turistiche, sostenendo che i posti letto dovrebbero essere contingentati. Paragona la situazione alla regolamentazione anti-paccottiglia per i negozi di souvenir, sottolineando che anche la proliferazione di locazioni brevi necessita di limiti, specialmente perché spesso queste strutture sono gestite da persone esterne alla città, mentre i residenti subiscono i disagi connessi.
Gli effetti di questa crescita smisurata si fanno sentire soprattutto nei sestieri centrali, in particolare a San Marco, dove il numero di residenti è in netto calo rispetto alla vasta offerta ricettiva complessiva. Secondo il grafico di Ocio, i veneziani residenti a San Marco sono solo una frazione dei posti letto turistici disponibili, con una proporzione di 3.340 a fronte di oltre 11.500.
Il confronto tra i vari sestieri rivela disuguaglianze significative. A Giudecca e Sacca Fisola, i residenti superano l’offerta ricettiva, mentre a Santa Croce, Castello e Dorsoduro, la situazione è più equilibrata. Tuttavia, l’allarme è stato lanciato: il contatore dei posti letto in offerta ricettiva ha superato il numero dei veneziani residenti nell’intera città antica. Dati di Ocio indicano 49.693 posti letto complessivi, di cui il 44% è collegato alle locazioni turistiche, contro i 49.298 abitanti.
Da aprile ad oggi, i posti letto turistici sono aumentati di oltre mille unità, mentre la popolazione residente ha registrato una diminuzione di 67 unità. I dati storici illustrano una tendenza preoccupante: dal 1997 al 2022, la Municipalità di Venezia, Murano e Burano ha perso in media 2,4 abitanti al giorno, acquisendo 4,8 posti letto.
La città lagunare si trova a una svolta cruciale: bilanciare il turismo, fonte di ricchezza economica, con la necessità di preservare l’identità e la sostenibilità abitativa. La sfida è trovare soluzioni che possano garantire un equilibrio tra il flusso turistico e la qualità della vita per i residenti, affinché Venezia possa prosperare senza compromettere il suo patrimonio unico al mondo.
