Dalle stelle alle stalle. Era il luglio 2021; Matteo Berrettini raggiungeva, primo italiano, la finale di Wimbledon il più prestigioso torneo di tennis al mondo. Accanto ai risultati del romano cresceva un giovanissimo Jannick Sinner, pronto a giocarsela con i top del mondo e indicato da tutti assieme a Carlos Alcaraz come sicuro dominatore del tennis mondiale del prossimo decennio. Complimenti sperticati attorniavano anche Lorenzo Musetti, giocatore dal tennis esteticamente unico al mondo. In più si aggiungeva il cuore e la costanza di Sonego ed anche Fabio Fognini, seppur con qualche anno in più, sembrava la chioccia perfetta per una nazionale arrivata non a caso ad un passo dal conquistare la Coppa Davis. Ecco, toccavamo il cielo con un dito.
Ieri quanto visto a Bologna, sede del primo turno proprio della Davis non è solo il punto più basso del decennio ma ci fa toccare un livello di mediocrità che credevamo di non dover più rivedere. Il quadro dentro e fuori dal campo è eloquente.
Ci siamo presentati senza Berrettini, alle prese con l’ennesimo infortunio della sua vita, e senza Sinner. Sul forfait di quest’ultimo non sono mancate le polemiche (nella persona di Adriano Panatta in primis) con nemmeno troppo velate accuse di scarso attaccamento alla maglia azzurra. Ma a quanto pare non bastava. e così il Capitano della Nazionale, Volandri, ha scelto di non convocare dopo 15 anni Fognini, che non l’ha presa bene. Insomma; benzina sulle fiamme della vigilia e così eccoci al campo.
La sfida a Bologna contro il Canada sulla carta doveva essere una mezza passeggiata dato che anche i nordamericani si sono presentati con assenze pesanti: niente Augier Aliassime, niente Shapovalov, niente Raonic. Spazio a due giovani: Diallo (numero 158 della classifica Atp) e Galarneau (numero 200), giocatori alle prime armi che Musetti (n. 18) e Sonego (n. 38) avrebbero dovuto spazzare via come un primo turno del torneo del circolo di casa. Invece la tensione bloccava testa e braccia dei nostri due tennisti sconfitti in maniera inattesa ed imbarazzante. Sulle ali dell’entusiasmo poi i canadesi si prendevano anche il punto del doppio.
Un 3-0 davvero triste che racconta la fine di un sogno.
Sui giocatori osannati due anni fa ora ci sono solo dubbi.
Sinner è decisamente di un livello superiore ma all’altoatesino manca sempre l’ultimo gradino per arrivare a competere ai massimi livelli soprattutto nei tornei del Grande Slam dove per un motivo o per l’altro non si arriva mai alla finale.
Berrettini al di là del ritorno a Wimbledon sembra ormai lontano dal poter trionfare ad alti livelli. Troppi gli infortuni e le incertezze tecniche. Musetti gioca un tennis bellissimo a vedersi ma non basta. Serve potenza (guardare Alcaraz), serve testa. Sonego sarà sempre un buon giocatore, un gran combattente, mai un campionissimo. Arnaldi è il nuovo che avanza con buone prospettive ma forse è il caso di evitare nuovi facili entusiasmi.
Sognare è bellissimo. Sognare di avere dei campioni in uno sport dove i successi che contano sono arrivati con il lumicino è quasi una necessità. Ma la realtà del tennis italiana non sarà quella di ieri a Bologna ma nemmeno quella del 2021. Dobbiamo accettarlo.
