
Aumenta il numero di italiani che si tatuano

Se gli uomini prediligono gambe, braccia e spalle, le donne amano per i propri tatuaggi le caviglie, le spalle e i piedi

Secondo una ricerca, su un campione di 8.000 persone tatuate dai 12 anni in su, il 13,8% è donna, l’11,7% è invece rappresentato da uomini

L’ultima tendenza in fatto di tattoo, infatti, sembra essere il “cityscape”, ovvero il tatuaggio che riporta sulla pelle lo skyline di città, con la linea d’orizzonte creata da grattacieli e palazzi

Tra le richieste più frequenti ci sono ancora i nomi del proprio “lui”o della propria “lei”: un fenomeno che non tramonta, nonostante i numerosi esempi di vip che si erano fatti tatuare il nome del marito/moglie/fidanzato/compagna, salvo poi lasciarsi, da Angelina Jolie a Belén

Per ovviare, in molti si tatuano i nomi dei figli, specie sulle caviglie, sui polpacci e sulle braccia

Se per il criminologo Cesare Lombroso (1835-1909) il tatuaggio era il simbolo dei delinquenti, negli anni ’50 i tattoos si sono diffusi maggiormente tra la gente comune, smettendo di essere appannaggio dei marinai, che non a caso si tatuavano soprattutto ancore, cuori e donne sensuali

Vietati dall’islam, che ammette solo quelli temporanei con l’henné (la colorazione rossa, che si ricava da una pianta), i tatuaggi sono invece molto diffusi nella cultura maori e in Oceania in generale. I tatuaggi sono molto presenti anche in Indonesia e Myanmar: nella foto l’esempio di una donna con il viso tatuato nella regione di Mrauk U
I tatuaggi piacciono, piacciono sempre di più e sempre più alle donne: tra gli italiani dai 12 anni in su che hanno un tattoo sul corpo, il 13,8% è donna, rispetto all’11,7% di uomini. Se braccia, gambe e spalle sono i posti preferiti da questi ultimi per i propri tatuaggi, il gentil sesso punta invece su schiena, piedi e caviglie. Ma non è l’unico dato che emerge da una ricerca, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e da Ipr Marketing, che hanno fotografato i gusti di 8.000 persone, prese a campione.
L’ultima tendenza in fatto di tattoo, infatti, sembra essere il “cityscape”, ovvero il tatuaggio che riporta sulla pelle lo skyline di città, con la linea d’orizzonte creata da grattacieli e palazzi. Non mancano poi i tatuaggi a linea singola e continua, che richiedono una certa abilità anche in chi li esegue.
Tra le richieste che giungono a quelli che – non a caso – vengono chiamati tattoos artists, poi, ecco le intramontabili scritte, soprattutto del proprio “lui”o della propria “lei”: un fenomeno che non tramonta, nonostante i numerosi esempi di vip che si erano fatti tatuare il nome del marito/moglie/fidanzato/compagna, salvo poi lasciarsi, da Angelina Jolie a Belén. Per ovviare a questo inconveniente, però, di recente sono in molti a tatuarsi i nomi dei figli, che almeno non cambiano nel corso della vita.
Novità
Tra le novità, invece, ci sono i tatuaggi surrealisti, ovvero quelli che ricordano l’arte pittorica del primo Dopoguerra, con sfumature e temi romantici, che creano l’effetto di un dipinto a olio, a tempera o ad acquerello.
Altro filone piuttosto richiesto è rappresentato dai cosiddetti “dots”, ovvero i tattoo a puntini o pallini, che rendono al meglio su disegni di dimensioni più grandi e viste più da lontano. Tra i tatuaggi gettonati e più tendenza, poi, ecco anche gli “optical”, che hanno l’effetto del 3D con immagini che risultano come in rilievo sulla pelle.
Dai primi tattoos a oggi
Molto è cambiato, dunque, dai primi tatuaggi, quelli scoperti con stupore dal navigatore inglese James Cook, al suo arrivo a Tahiti a fine ‘700: a lui si deve, infatti, la denominazione di “tattow”, che derivava dal rumore del legno picchettato sull’ago utilizzato per bucare e disegnare la pelle dagli abitanti dell’isola della Polinesia francese, dove sbarcò il capitano inglese. Il termine è poi stato ripreso dai francesi (tatouage) e italianizzato in “tatuaggio”.
Le prime tracce di tatuaggi, in realtà, risalgono a prima ancora e in particolare il primo esempio di tattoo è quello della mummia dell’Uomo di Pazyryk, trovato nell’Asia centrale. Esempi di tatuaggi ci sono anche nell’antico Egitto e nell’antica Roma, quando molti cristiani, prima che questa religione diventasse lecita, si tatuavano simboli sacri per marcare il proprio credo.
Se per il criminologo Cesare Lombroso (1835-1909) il tatuaggio era il simbolo dei delinquenti, negli anni ’50 i tattoos si sono diffusi maggiormente tra la gente comune, smettendo di essere appannaggio dei marinai, che non a caso si tatuavano soprattutto ancore, cuori e donne sensuali.
Vietati dall’islam, che ammette solo quelli temporanei con l’henné (la colorazione rossa, che si ricava da una pianta), i tatuaggi sono invece molto diffusi nella cultura maori e in Oceania in generale, tanto che non a caso i tatuaggi tribali restano tra i più apprezzatti.
