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Vincere il Mondiale con il Brasile. Ancelotti cerca l’ultima impresa

Vincere il Mondiale con il Brasile. Ancelotti cerca l’ultima impresa

Carlo Ancelotti è stato chiamato per conquistare la sesta Coppa del Mondo coi verdeoro: quando sbarcò a Madrid nel 2013 Florentino Perez aveva in testa solo la decima Champions League e l’allenatore italiano poi ne vinse altre due

Da Madrid a Rio de Janeiro senza passare da casa. Continua la storia di Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti del pianeta a livello di club. Uno abituato ad alzare i trofei più importanti senza cambiare quel carattere tranquillo. Il paese che ha vinto più volte la Coppa del Mondo (cinque con due finali vinte proprio contro l’Italia, nel 1970 e nel 1994) si affida a un italiano per cercare la scalata alla sesta. Il sentimento popolare sul calcio in Brasile è diverso che in tutto il resto del mondo. La maglia della nazionale è sacra e il paese si ferma quando gioca la Selecao.

C’è gente che risparmia per quattro anni pur di essere presente alle fasi finali della Coppa del Mondo con la speranza che sia il Brasile a vincere. Da Pelè in avanti passando per Zico, Ronaldo il fenomeno e Kakà, Rivaldo e Ronaldinho il Brasile ha prodotto una quantità enorme di fuoriclasse. Eppure non vince il Mondiale dal 2002 e non ci è riuscito neanche nell’edizione del 2014, quella giocata a casa sua, dove anzi ha rimediato una figuraccia epocale con la sconfitta per 7-1 con la Germania passata alla storia come il “Mineirazo” dal nome dello stadio di Belo Horizonte dove si giocò la semifinale con i tedeschi. E i tanti allenatori che si sono succeduti sulla panchina verdeoro sono la dimostrazione degli insuccessi degli ultimi anni.

Adesso il Brasile si affida a Carlo Ancelotti, proprio come fece il presidente del Real Madrid Florentino Perez quando nel 2013 ingaggiò l’allenatore italiano con il solo obiettivo di vincere la decima Champions League. Era diventata un’ossessione per il popolo madridista, per Carletto quasi una formalità. Vinse l’edizione del 2013-2014 e poi tanto per non farsi mancare niente quando venne a richiamato a Madrid nel 2021 anche quelle del 2021-22 e 2023-2024. Insomma è uno che sa come si fa, non a caso è stato sempre considerato il miglior allenatore possibile nella gestione dei talenti. Nel Brasile di oggi dovrà cercare di avere il miglior Neymar, che l’anno prossimo avrà 32 anni e che in carriera ha vinto molto meno di quello che il suo talento avrebbe fatto immaginare.

Per il suo Brasile Ancelotti ha convocato Casemiro, che lui conosce bene per averlo allenato al Real Madrid (il suo innesto a centrocampo fu decisivo per la vittoria della Champions del 2014) e poi gli “italiani” Carlos Augusto e Ederson. Quando sarà completamente recuperato dall’infortunio è facile immaginare che anche il difensore della Juve Bremer torni nel gruppo della Selecao, mentre fanno già parte del gruppo gli ex bianconeri Danilo e Alex Sandro. Il 5 giugno a Guayaquil contro l’Ecuador l’esordio del nuovo Brasile targato Ancelotti, il 10 dello stesso mese la sfida col Paraguay nello stadio del Corinthians a San Paolo. Nello staff con Ancelotti non c’è il figlio Davide che vorrebbe iniziare la carriera da head coach e ha diversi club della Liga interessati a lui.

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