L’Inter sale sull’aereo per l’Arabia Saudita in testa da sola alla classifica, ma non è detto che sia una cosa seria. Il campionato non ha ancora espresso valori definiti nella parte alta e la giornata delle sorprese e delle trappole scattate, in cui Milan e Napoli hanno lasciato sul terreno punti pesanti, ha solo disegnato una graduatoria temporanea diversa e non anticipato un verdetto. Basta pensare che, calcolatrice alla mano, la proiezione a fine stagione dell’attuale capolista sarebbe di 83 punti che possono bastare – ma anche no – per cucirsi il tricolore sul petto.
Dunque, bisogna aspettare conferme e non accadrà a breve visto che la trasferta della Supercoppa italiana costringerà a convivere con quattro asterischi da qui alla metà di gennaio. Per chi può essere un vantaggio? A occhio è il Milan a non dover affrontare il match più difficile che è la trasferta a Como, ma dipende tutto dai momenti e dai motivi perché questa stagione insegna come le big vivano costantemente sulle montagne russe di prestazioni alternate. In ogni caso, al cenone di Natale si arriverà con una classifica visivamente più compatta e poi si vedrà.
Napoli, il crollo di Udine preoccupa: la crisi è risolvibile?
L’immagine più forte della domenica è stato il crollo del Napoli a Udine. Non inatteso, considerate le avvisaglie, ma pesante per dimensioni e mancanza di prestazione. Questa volta Conte ha scelto di non caricare di troppi pesi il momento no della squadra partenopea, ma la ricorrenza delle sconfitte non può non preoccupare. Sette trasferte su 11 concluse a capo chino con copioni tutti simili: azzurri dominati sia fisicamente che tatticamente da avversari sempre apparsi con una marcia in più.
L’emergenza infortuni, soprattutto a centrocampo, è un fattore che non si può ignorare. Però c’è dell’altro nella crisi di identità che accompagna il Napoli dall’inizio della stagione e alle viste non ci sono rientri importanti nelle disponibilità del tecnico leccese. Che dovrà, invece, continuare a spremere i suoi con impegni ogni tre giorni sperando di arrivare in linea al mercato di gennaio dove Manna sarà chiamato a trovare le risorse non dimenticando che in estate il conto degli investimenti di De Laurentiis è già stato salato.
Juventus, tracce (finalmente) del gioco di Spalletti
A Bologna, invece, si è finalmente vista una Juventus all’altezza della fama di Luciano Spalletti. Prestazione maiuscola e vittoria meritata e pesante perché basta dare un’occhiata alla classifica per comprendere quanto potesse impattare la trasferta a Bologna in caso di esito infausto. Qualche sensazione: David non è l’attaccante ideale ma, in assenza di Vlahovic, si sta prendendo la titolarità in un contesto in cui il mercato della scorsa estate continua a restare seduto in panchina; il rientro di Bremer può spingere verso la difesa a quattro anche se non è scontato; Kelly piace a Spalletti e le sue prestazioni sono in crescita evidente da qualche settimana; Conceiçao è imprescindibile o quasi.
Ora alla Juventus serve continuità per non bruciare il piccolo break fatto vincendo sul campo di una diretta concorrente per la zona Champions League. Il Bologna non esce ridimensionato, ha pagato certamente la fatica di Vigo, però è stato messo sotto dall’avversario che si è concesso un lusso fin qui negato ad altri, Napoli compreso.
