Non è un verdetto ma solo un parere non vincolante. Quanto peserà, però, il pronunciamento di Dean Spielmann, avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, si scoprirà soltanto nei prossimi mesi quando la Corte sarà chiamata a scrivere la parola fine sul ricorso presentato da Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, ex dirigenti apicali della Juventus, trasmesso in Lussemburgo dal Tar del Lazio.
L’avvocato generale Spielmann ha sostanzialmente aperto la strada a un cambiamento epocale nella gestione della giustizia sportiva italiana. Se accolte le sue osservazioni, in futuro verrà meno il dogma secondo cui le sentenze dell’ordinamento sportivo non sono appellabili al di fuori di esso se non per vedersi eventualmente riconosciuto un risarcimento del danno procurato.
Da decenni il sistema italiano si fonda sulla rigida separazione dei due ambiti e l’avvocato Spielmann nel suo parere ha sottolineato come l’attuale funzionamento non sia in linea con le leggi dell’Unione. Dunque, se la Corte si uniformerà a questa interpretazione dello statu quo la riforma sarà obbligata e consentirà a tutti quelli che finiscono sotto processo e vengono condannati in sede sportiva di portare la vicenda al di fuori dell’alveo per vedersi cancellare, se riconosciuta errata, la sentenza di colpevolezza.
La vicenda è quella del processo alla Juventus e ai suoi dirigenti per le cosiddette plusvalenze fittizie del periodo dal 2019 al 2021 e delle manovre stipendi con i calciatori nell’epoca del Covid. Agnelli e Arrivabene non hanno accettato di chiudere la questione e l’hanno portata al Tar del Lazio che ha trasferito tutto alla Corte di Giustizia europea. Due le domande cui si dovrà dare risposta: se le sanzioni sportive sono compatibili con il diritto dell’Unione europea e se di debbano essere limiti all’autonomia della giustizia sportiva.
L’avvocato generale della Corte Spielmann ha dato pienamente ragione ad Agnelli e Arrivabene sul secondo quesito. Pur riconoscendo l’autonomia dell’ambito sportivo, ha sostenuto, questo non può annullare il diritto alla tutela giurisdizionale effettiva. Significa che i giudici nazionali devono conservare il potere di annullamento delle sanzioni considerate illegittime e, se necessario, adottare misure cautelari per garantire l’efficacia della decisione finale. Il solo riconoscimento dell’eventuale danno subito non è garanzia sufficiente.
Spielmann ha precisato che il suo parere parte dal presupposto che il controllo dei tribunali amministrativi è l’unico esercitato da «organi giurisdizionali» ai sensi del diritto Ue e, dunque, nessuno degli organi della giustizia sportiva può riconoscersi come vero e proprio tribunale. E’ quello che accade in Italia e che ora potrebbe essere smantellato.
Nessuna incompatibilità, invece, tra il sistema di sanzioni sportive che possono arrivare al divieto di operare nel settore limitando le possibilità professionali del dirigente e le norme dell’Unione europea sempre che siano giustificate dalla tutela dell’integrità delle competizioni e fondate su criteri chiari, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Il verdetto entro sei mesi. Il parere dell’avvocato generale non è vincolante.
