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Napoli è scudetto!

Napoli è scudetto!

Il Napoli conquista il quarto scudetto della sua storia. Il trionfo di De Laurentiis e Conte, vinto il duello con l’Inter. I partenopei tornano a gioire due anni dopo il titolo di Spalletti

Ora Napoli può gioire e far esplodere la festa. Non è più tempo di scaramanzie: il Napoli è campione d’Italia 2025, ha vinto lo scudetto piegando l’Inter in un lungo duello per il titolo. È il quarto scudetto della storia partenopea, un trionfo che porta in calce due firme su tutte: Aurelio de Laurentiis e Antonio Conte, la strana coppia capace di passare in meno di un anno dalla depressione di un fallimento sportivo all’euforia della vittoria.

Vittoria sancita dal successo contro il Cagliari nell’ultimo turno del campionato: è stata una festa, c’è stato poco calcio contro un avversario che al Maradona ha recitato dignitosamente la sua parte provando a resistere fino al colpo di McTominay. Ancora lui. L’uomo del titolo, il colpo di mercato finanziato da De Laurentiis, il simbolo di una stagione in cui le scelte rivelatisi corrette sono state tante e tutte decisive.

È uno scudetto meritato quello che oggi i napoletani festeggiano. È il frutto della visione di un presidente coraggioso, generoso e lungimirante e di un tecnico la cui fama di serial winner nei tornei nazionali varca oramai i confini italiani. Il Napoli si veste di tricolore, tenendo dietro un avversario fortissimo e che andrà a giocarsi a Monaco di Baviera la possibilità di conquistare la Champions League e che fino all’ultimo ha provato a rovesciare il destino.

Napoli scudetto: i meriti di De Laurentiis e Conte

Un’impresa certamente aiutata dai diversi carichi di lavoro nel corso della stagione, ma che non sarebbe stata possibile senza il lavoro e le visioni dei due architetti del miracolo. Il primo, Aurelio De Laurentiis, capace di fare tesoro dei propri errori e di percorrere con convinzione il sentiero giusto per tornare subito competitivo. Il presidente ha accettato di investire denaro, tempo e pazienza coltivando l’arte del silenzio così come Antonio Conte gli aveva chiesto come precondizione per sposare il progetto di rinascita napoletana.

Il tecnico leccese, invece, è stato fenomenale nel trapiantare su una squadra, uscita distrutta dalla stagione post scudetto, una nuova cultura del lavoro e della vittoria. Non ci sono dubbi che siano entrambi protagonisti di uno trionfo che consente oggi di etichettare questi anni Venti come il periodo migliore della storia del Napoli. Per arrivarci l’ambiente ha dovuto metabolizzare tutto, compreso il doloroso addio di Kvaratschkelia nel mercato di gennaio senza che ci fosse adeguata sostituzione: poteva essere l’inizio della fine, è stato un elemento che ha dato nuova benzina alle ambizioni consentendo anche a Conte di scaricare ulteriori pressioni sulla concorrenza.

Scudetto Napoli, le immagini della festa

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Napoli, lo scudetto di un gruppo senza fuoriclasse

Così come nel 2023 era stato il tricolore di Luciano Spalletti e della qualità di gioco del suo gruppo, ora si può ben dire che ci si trovi al cospetto di un risultato che premia la capacità del Napoli di farsi allo stesso tempo grande e provinciale. La rosa consegnata a Conte era ed è di primo livello, soprattutto dovendo concentrarsi solo sul campionato, ma poteva diventare vincente unicamente applicandosi con ferocia e trasformando da parole a fatti la fame di riscatto.

È successo ed è questo il merito maggiore oltreché la ragione per cui Napoli può impazzire di gioia. Se quelli degli anni Novanta erano stati gli scudetti di Diego Armando Maradona, oggi a salire sul gradino più alto del podio è il collettivo. Per carità, McTominay e le sue reti decisive hanno a lungo rubato gli occhi, ma è difficile identificare un leader tecnico oltre che emotivo tra i titolari.

Non solo. Nel nome di questo scudetto il Napoli ha anche abiurato alla fede del bel calcio a tutti i costi: a tratti la squadra di Antonio Conte è stata quasi solo solida, più che esteticamente attraente, ma aver compreso che vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta è un passo storico per una piazza Che altre volte si era persa nel momento della verità.

Napoli, l’eredità dello scudetto: investire per il ritorno in Champions League

Non ci sono ombre dentro la festa dei napoletani. Solo una gioia repressa per un anno e che riporta le lancette del tempo indietro al maggio 2023. Cosa succederà adesso è il passo successivo: due anni fa l’eredità dello scudetto fu in larga parte sperperata in protagonismi, regolamenti di conti e scelte sbagliate. De Laurentiis non può permettersi di ripetere gli stessi errori, ma da imprenditore intelligente e vincente, qual è farà tesoro dell’esperienza fatta.

Il Napoli che torna in Champions League dalla porta principale ha bisogno di investimenti per dotarsi di una squadra più profonda e qualitativa: l’anno prossimo sarà molto più difficile di questo per i partenopei, farsi trovare preparati è il prossimo regalo che ADL può e deve fare ai napoletani.

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