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Napoli, punto scudetto. Inter, solo sofferenza

Napoli, punto scudetto. Inter, solo sofferenza

Il big match del Maradona finisce in pareggio e solo apparentemente sorride ai nerazzurri. La squadra ritrovata da Conte e i problemi di infortuni e calendario di Inzaghi

La montagna del match scudetto del Maradona ha partorito il topolino di un pareggio che lascia invariata la classifica, anche perché l’Atalanta ha sprecato l’ennesima occasione in casa dove nel 2025 non è mai riuscita a vincere. Uno a uno, botta e risposta tra Dimarco e Billing in coda a una sfida su ritmi europei, non bella esteticamente ma coinvolgente per intensità e durezza del confronto. Non meritava di perderla, Conte, perché i suoi giocatori sono stati capaci di ribellarsi al destino avverso moltiplicando gli sforzi per far cadere il muro eretto da Inzaghi davanti alla porta di Martinez. Giusto, dunque, che alla fine la breccia abbia fatto crollare la difesa restituendo al risultato una parvenza di veridicità rispetto a quanto mostrato.

Il punto per uno non fa bene a tutte e due. Può sembrare sia più utile all’Inter, che esce imbattuta nella sofferenza da uno stadio che è stato una bolgia infernale. La sensazione è che non sia così perché alla fine ai nerazzurri è mancato il colpo del ko mentre i partenopei, pugile alle corde e reduce da un febbraio terribile, sono rimasti in piedi e da qui in poi potranno capitalizzare tutti i vantaggi dell’asimmetria dei calendari. Punto pesante per Conte. Inzaghi lo aggiunge all’elenco dei rimpianti di una stagione in cui nei confronti diretti è stato capace di battere solo Atalanta e Lazio.

Il tecnico interista finisce giustamente sul banco degli imputati per la gestione dei cambi in una ripresa di pura sofferenza, condizionata dall’infortunio muscolare di Dimarco che l’ha privato del quarto esterno su cinque. Emergenza vera, ma Simone non ci ha capito nulla e per lunghi minuti l’Inter è stata in balia del Napoli che da lì in poi non ha più mollato l’inerzia della partita. E poi, perché togliere Bastoni, il migliore in assoluto dei suoi? A Rotterdam mercoledì Inzaghi farà fatica a mettere in campo una formazione anche solo somigliante al 3-5-2 con cui ha dipinto le ultime stagioni e lo stesso accadrà in rapida sequenza per il ritorno a San Siro e per il successivo viaggio a Bergamo per un altro confronto scudetto.

Il Napoli ha dato, invece, un segnale di risveglio. Sul piano dell’intensità e del rifiuto della sconfitta, la risposta è stata simile a quella della ripresa con la Juventus con la differenza che l’avversario ha saputo difendersi meglio. Notizia positiva: emorragia di risultati interrotta, evitata la fuga dell’Inter, scoperto che Gilmour, Raspadori e Billing sono ottime alternative ai titolari. Perché i primi due fino alla catena di infortuni degli altri fossero rimasti cementati in panchina è un quesito cui deve rispondere il tecnico che ha passato settimane a lamentarsi di non avere una rosa adeguata per affrontare il solo campionato. Non è vero. Dallo scontro del Maradona esce con la certezza di essere tornato ad avere il pallino in mano.

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