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Galtier arrestato: sospetto razzismo da tecnico del Nizza

Galtier arrestato: sospetto razzismo da tecnico del Nizza

Clamoroso colpo di scena nella vicenda che vede coinvolto l’ultimo allenatore del Psg. La denuncia dell’ex ds del Nizza per fatti relativi all’agosto 2021

Clamoroso sviluppo della vicenda nata dalle accuse di comportamento razzista nei confronti del tecnico francese Cristophe Galtier, sospettato di atteggiamenti discriminatori quando era allenatore del Nizza. Galtier e il figlio John Valovic-Galtier sono stati arrestati dalla polizia della cittadina francese come provvedimento nato dall’inchiesta che era stata aperta dopo la denuncia dei sospetti di discriminazione razziale e religiosa. Galtier aveva lasciato il Nizza nell’estate scorsa finendo sulla panchina più prestigiosa del Paris Saint German e proprio lì era stato raggiunto dalle accuse.

Il fermo di polizia è stato chiesto dagli inquirenti e validato da un giudice con lo scopo di avere Galtier e il figlio a disposizione per 24 ore prima che i due vengano o rilasciati o rimandati in tribunale per rispondere delle accuse. La vicenda nasce da una denuncia circostanziata dall’ex direttore sportivo del Nizza Fournier. Il dirigente aveva avvisato il management di Ineos e del proprietario del club Dave Brailsford di quanto accaduto nel corso della stagione 2021/2022 e in particolare di quanto accaduto il 9 agosto 2021: “Christophe Galtier è poi arrivato nel mio ufficio e ha salutato suo figlio che mi ha detto: ‘puoi verificare con mio padre quello che ti ho detto’. Una volta che il suo agente/figlio se n’è andato, ho detto a Christophe della discussione che avevo appena avuto e gli ho chiesto se tutto questo fosse vero. Lui mi ha risposto che dovevo prendere in considerazione la realtà della città, e che in effetti non potevamo avere così tanti neri e musulmani nella squadra”

Troppi neri e musulmani in squadra

“Una volta che il suo agente/figlio se n’è andato, ho detto a Christophe della discussione che avevo appena avuto e gli ho chiesto se tutto questo fosse vero. Lui mi ha risposto che dovevo prendere in considerazione la realtà della città, e che in effetti non potevamo avere così tanti neri e musulmani nella squadra”.

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