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Arbitri, che caos: il presidente Zappi va a processo (e rischia di far saltare l’AIA)

Arbitri, che caos: il presidente Zappi va a processo (e rischia di far saltare l’AIA)

Il presidente dell’AIA Zappi è stato deferito e andrà a processo sportivo. L’accusa? Pressioni indebite per poter nominare Orsato e Braschi. Lui si difende, ma il terremoto investe un movimento già in difficoltà

Non c’è pace per gli arbitri italiani e non solo per le polemiche settimanali causate dalle decisioni in campo e in sala Var. La tempesta perfetta è scoppiata, dopo settimane di segnali preoccupanti, ai vertici dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri): il presidente Antonio Zappi andrà a processo con un’accusa pesante e che rischia di condizionare il suo mandato e il funzionamento di tutto il movimento.

La procura della Federcalcio ha notificato al numero uno degli arbitri e a un suo stretto collaboratore il deferimento contestando presunte pressioni esercitate in primavera sui vertici degli organi tecnici di serie C e serie D, allo scopo di favorire la successiva nomina di Daniele Orsato e Stefano Braschi.

Una vicenda emersa nelle scorse settimane, con accuse sempre respinte al mittente da Zappi. Il presidente dell’AIA ha anche tentato la via del patteggiamento, senza alcuna ammissione di responsabilità, nel tentativo di evitare un processo che imbarazza fortemente il movimento arbitrale italiano. La proposta di patteggiamento è stata però respinta fermamente dalla procura della Figc perché considerata incongrua: da qui il processo davanti al TFN (Tribunale Federale Nazionale).

Zappi continua a ribadire “la propria totale estraneità“ rivendicando “la piena legittimità del proprio operato“. La vicenda è quella delle dimissioni di Maurizio Ciampi e Alessandro Pizzi, secondo l’accusa forzate in maniera impropria per spianare la strada ai due sostituti.

È evidente che un presidente sotto processo e in attesa di giudizio sia un problema per il mondo degli arbitri. Cosa succederà in caso di riconoscimento di una responsabilità? Il rischio di far saltare i vertici dell’Aia è concreto, ma anche la fase di attesa del processo sarà un momento di forti tensioni.

“Ci sarà un giudice a Berlino“ è la sintesi con cui Zappi ha commentato la notizia del deferimento dopo il respingimento della proposta di patteggiamento. Il numero uno degli arbitri ha chiesto che tutti gli atti dell’inchiesta siano pubblici cercando di compattare la categoria: “L’AIA continuerà ad agire con rigore e determinazione, rivendicando in ogni sede la propria dignità istituzionale e tutelando la solidità dell’associazione, proseguendo nello svolgimento del proprio ruolo con indipendenza e responsabilità“ recita il comunicato reso pubblico insieme alla notizia del processo.

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