L’ultimo attacco di Maurizio Landini a Matteo Renzi (“Renzi non rappresenta gli interessi dei lavoratori quindi sciopero”) sembrerebbe quasi aver messo fine a una contrastata quanto intensa storia d’amore. Ma come in ogni soap opera che si rispetti – e oggi la politica anche questo è – una vera fine non c’è mai, nemmeno quando uno dei due protagonisti muore. Può succedere infatti, i cultori del genere lo sanno bene, che dopo qualche puntata il morto risorga.
Ebbene, se oggi il rapporto tra il leader della Fiom e il premier sembra essersi ridotto ai minimi termini – con il primo che dice di aver cambiato idea su Renzi e Renzi che, se non dorme la notte, non è certo per Landini – ciò non significa affatto che i due abbiano smesso davvero di piacersi. O quanto meno di attrarsi fatalmente come due cresciuti in famiglie contrapposte e rassegnati a dover continuare per tradizione a farsi la guerra senza poter mai coronare il loro sogno d’amore.
