Guida alle agevolazioni previste nei decreti per il Covid. State bonus se potete. Questa sembra la linea d’azione del Governo che non sapendo bene che fare si affida per avere consenso, come i supermercati, all’offerta speciale. Sono destinate per lo più ai supposti elettori della compagine giallorossa: quelli che credono che i soldi possano piovere dal cielo sotto forma di sussidi e decrescite felici e che hanno Cinque Stelle polari, e quelli che il reddito fisso innanzitutto perché dietro qualsiasi imprenditore, cioè esercente una libertà economica o di professione, s’annida un potenziale evasore.
Magari tra le tante mancette il Governo avrebbe potuto darne una anche all’Istituto superiore di sanità e all’onorevolissimo Comitato scientifico per comparsi un pallottoliere perché pare che non un numero sui contagi, le vittime, i tamponi per definire contorni ed evoluzioni dell’epidemia sia giusto.
Resta il fatto che il Governo – che ha sbagliato anche lui i conti ad esempio sulla cassa integrazione – continua a ripetere state bonus se potete perché pare che gli italiani comincino a perdere la pazienza. Un sondaggio dell’Ipsos già oggi segnala che più di un terzo della popolazione è arrabbiata e che due su tre non hanno nessuna fiducia che andrà tutto bene. Anzi. E’ allora state bonus se potete perché dare una mancia è più facile che indicare una prospettiva.
I vari decreti del Governo – affetto da bulimia normativa visto che ha prodotto migliaia di pagine di norme- hanno come esito una quantità mai vista di mance, di sgravi, di favori subordinati che peraltro si assommano a tantissimi bonus – hanno debuttato con gli 80 euro di renziana memoria – già in essere. Il bonus è l’eccezione che conferma la regola: in Italia senza burocrazia non si muove foglia. Così per capirci qualcosa hanno innalzato le FAQ (frequently asked question) che in italiano sarebbero le domande ricorrenti a fonte del diritto e l’Agenzia delle Entrato ha prodotto addirittura un sito dove si spiegano con i disegnini “Le misure del decreto rilancio” spiegate dal popolo dagli esattori delle tasse. Il che è tutto dire.
Così ci abbiamo provato anche noi a capire se c’è del buono in questi bonus. Oltre alle moltissime misure fiscali che però vanno interpretate da menti esperte: si va comunque dalla sospensione di alcuni pagamenti, agli accertamenti bloccati, fino alla rateizzazione. Altri provvedimenti riguardano la sospensione dei mutui, ma il pacchetto più evidente è quello dei bonus. Mettetevi comodi perché questa è la Bibbia dei (presunti) benefici!
I 600 euro
– Tenetevi forte perché la giungla delle eccezioni è infinita. La norma in teoria sarebbe semplice: non hai nessun altro sussidio, prendi i 600 euro. Eh no! Chi ha preso i 600 euro a marzo (c’è ancora qualche centinaio di migliaia d’italiani che aspetta, ma fa lo stesso) se lo vedrà riconosciuto anche ad aprile e a maggio. Da aprile la platea si allarga anche ai venditori porta a porta purché iscritti alla gestione separata Inps e abbiano avuto un reddito di almeno 5 mila euro l’anno scorso, ai cosiddetti lavoratori intermittenti, a chi lavora nello spettacolo ma a condizione che nel 2019 abbiano fatto almeno sette giornate e non abbiano guadagnato più di 35 mila euro, a chi lavora nello sport a condizione che abbiano almeno un contributo versato alla gestione separata Inps per un contrato a valere tra il primo gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020, per tutti i lavoratori a partita iva non impiegati nel turismo o alle terme che sono stati licenziati tra il primo gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020, purché abbiano svolto almeno 30 giornate di lavoro in quel periodo. Attenzione perché da maggio – cioè almeno da metà giugno in avanti perché come sapete a tra aprile e maggio si riscuotono i soldi di marzo, a fine maggio forse quelli di maggio e a fine giugno forse quelli di maggio – le cose cambiano. Il contributo sale a mille euro ma solo per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps con partita Iva che dimostrano di aver subito nel secondo bimestre di quest’anno una diminuzione di fatturato di almeno il 33% rispetto l pari bimestre dello scorso anno. I mille euro spettano anche ai Cococo che hanno cessato il contratto ala data di entrata in vigore del decreto cosiddetto rilancio cioè al 18 maggio. Vi sembra che manchi qualcuno? Sì sono esclusi tutti i professionisti che sono iscritti a casse previdenziali diverse dall’Inps. Perché quelli secondo il Governo sono ricchi per definizione. Per avere questi soldi bisogna fare domanda al’Inps.
Le vacanze
– Ammesso e non concesso che vi siano rimasti dei giorni per riposare e che abbiate due soldi da spendere il Governo vi manda in vacanza, ma dove dice lui. Scatta il famoso bonus vacanze. Non sono soldi contanti, neanche per sogno. Per beneficiarne c’è un requisito bisogna avere un Isee (indicatore situazione economica equivalente) inferiore a 40 mila euro. Capiamoci subito perché questo benedetto Isee che fa incassare un contributi ai “patronati” dei sindacati che sono di fatto i soli deputati a rilasciarlo perché sono gli unici a capirci qualcosa, è i padre di tutti i bonus. Non vuol dire che si ha un reddito di 40 mila euro, ma che in base ad una serie infinita di indicatori quella famiglia conta su un perimetro economico di 40 mila euro. E proprio il bonus vacanze fa esplodere la contraddizione dell’Isee. Perché cosa postula? Che se una famiglia ha un Isee sotto i 40 mila euro può usufruire di sconti fiscali così calcolati: per tre persone o più 50 euro, per due persone 300 euro, per una persona 150 euro. Ma l’applicazione dei 500 euro per la famiglia di tre persone o più è iniquo: perché un conto è andare in vacanza con un figlio un conto con tre!. Comunque siccome non sono soldi veri funziona così. Bisogna mettersi d’accordo con un albergatore, una pensione, un B&B, un affittacamere e prenotare la stanza. Se l’operatore accetta il bonus ci farà uno sconto pari all’80% del bonus: dunque 400, 240 o 120 euro. Questa cifra può essere usata in pagamento di tutti i servizi offerti da chi ci ospita, ma può essere usufruita da un solo componente della famiglia. L’altro 20% cioè 100, 60 o 30 euro la famiglia lo sconterà a fine anno dalla dichiarazione delle tasse. E poi uno dice che il Governo non ti agevola. Ma anche qui ci sono limitazioni. Il bonus vale dal 1 luglio al 31 dicembre, non vale se si sono fatte prenotazioni non attraverso agenzie di viaggio o direttamente. L’operatore che accetta il bonus può usarlo a sua volta sia come detrazione fiscale o cercare di rivenderlo alla banca!.
Il monopattino
– E’ un omaggio a Greta! L’idea è quella di mandare la gente in bici per decongestionare il traffico visto che il distanziamento renderà un po’ più complicato viaggiare sui mezzi pubblici. I soldi sono pochissimi: 120 milioni che divisi per 500 euro che è la soglia massima di ogni singolo contributo fanno 240 mila beneficiari. Serve a comprare monopattini, biciclette anche a pedalata assistita (cioè col motorino elettrico che aiuta in salita), hoverboard, segway per decongestionare il traffico in città. Dei pattini e die tricicli nulla si dice, ma può darsi che rientrino! L’acquisto va fatto entro la fine dell’anno, deve essere fatturato e il contributo da 50 euro può essere al massimo il 60% del prezzo d’acquisto. Per capirci se compro una bici che mi costa 700 euro il massimo di contributo sarà di 420 euro. Il contributo può richiederlo una e una sola volta un cittadino maggiorenne residente in città con almeno 50 mila abitanti. Se uno è un pendolare e va a lavorare a Milano ma abita poniamo a Malnate che ha 16800 abitanti non lo prende.
La baby sitter (congedo parentale)
– Questo è uno di quei bonus che richiede almeno un master di secondo livello. Diciamo subito che è in alternativa al congedo parentale (lo spieghiamo dopo) e che copre le prestazione di baby sitting richieste dal 5 marzo al 31 luglio. Dopo tuti i bambini sono per decreto cresciuti. Altra eccezione: se uno prende il bonus baby sitter non può prendere quelli per il nido ma può pagarci la retta dei centri estivi. Il bonus spetta alle famiglie con figli al di sotto di 12 anni. Se si hanno più figli si possono chiedere più bonus, ma fino all’importo massimo di 1200 euro per tutte le famiglie. Per le famiglie di operatori della sanità o delle forze dell’ordine il bonus sale a 2000 euro. Ci si possono pagare solo baby sitter regolarmente assunte, se in casa qualcuno prende un altro beneficio tipo la casa integrazione il bonus baby sitter non si può chiedere, così se si è già avuto un bonus col decreto Cura Italia (quello di aprile per intenderci) col nuovo decreto si possono chiedere solo 600 euro. La domanda va fata all’Inps attraverso il sito. E’ complicatissima, meglio andare a un patronato (pagando). Ovviamente se i noni convivono e possono accudire i bambini il bonus si perde. Il congedo parentale è invece la possibilità di uno dei due genitori di fare un po’ di ferie in più. Già previsto nel Cura Italia è stato rinnovato nel decreto rilancio. Ma anche qui ci sono delle eccezioni. Il congedo è stato portato a 30 giorni. Ma attenzione chi già usufruito dei primi 15 col decreto precedente ne ha ancora soltanto 15 da “spendere” entro il 31 luglio. Chi invece fino al 3 maggio non ha usato giorni o ne ha usati meno di 15 può chiedere il congedo fino a raggiungere i 30 giorni entro il 31 luglio. Chi lo chiede ha diritto a metà dello stipendio se ha figli fino a 12 anni, se ha figli con più di 12 anni non prende nulla ma può assentarsi dal lavoro fino al 31 luglio. A beneficiare del congedo parentale possono essere i dipendenti del settore sia pubblico che privato, gli iscritti alla gestione separata Inps, le lavoratrici autonome iscritte all’INPS che abbiano già raggiunto il limite previsto dalla normativa sul congedo parentale e i lavoratori autonomi iscritti all’INPS a cui non è riconosciuta la tutela del congedo parentale.
Il nido
– E’ un bonus che non c’entra col Covid ma con la maternità. Viene erogato per bambini fin a 3 anni che frequentano i nidi o per bambini che avendo malattie gravi vengono assisti a casa. Si chiede all’Inps e vale 3 mila euro per chi ah un Isee fino a 25 mila euro, duemila cinquecento euro per chi ha un Isee fino a 40 mila e millecinquecento euro per chi ha un Isee oltre 40 mila.
Per i bebè – Nella legge di bilancio 2020 ci sono una serie di bonus per le neomamme. Il bonus bebè spetta a tutti con una differenza con Isee fino a 7 mila uro si prendono 160 euro, al di sopra 80. Poi c’è il bonus mamma, 800 euro per le donne in gravidanza oltre il 7 mese e il bonus latte fino a 400 euro per comprare late artificiale.
La 104
– I congedi speciali della legge 104 per assistenza a familiari vengono anche per il mese di maggio ampliati a 12 giorni più i tre di legge. Si possono fare anche a ore.
Le Colf e le Badanti
– C’è un bonus anche per colf e badanti che però non convivano con le famiglie dove lavorano. Se hanno lavorato alla data del 23 febbraio non più di 10 per a settimana hanno diritto a 500 euro al mese. Le domande si fano ai patronati.
Le edicole
– Agli edicolanti che non abbiamo un altro lavoro viene offerto un bonus di 500 euro. Solo che hanno stanziato 7 milioni e se le domande sono troppe il contributo diminuisce. Ma non basta perché sere un decreto apposta. Insomma più che un bonus è una promessa.
La pubblicità
– Aumenta il valore del bonus pubblicità che verrà concesso nella misura unica del 50% del valore di tutti gli investimenti effettuati (e non più entro il 75% dei soli investimenti fatti nel periodo Covid), fino a 60 milioni. Le nuove domande potranno essere presentate tra il 1° ed il 30 settembre 2020 ovviamente da chi ne ha titolo e cioè tutte le imprese, le partite iva e dunque i professionisti e gli enti non commerciali. Restano valide le domande già presentate tra il 1° e il 31 marzo 2020. Il bonus pubblicità è un credito d’imposta da utilizzarsi in compensazione F24 e mira a incentivare gli investimenti pubblicitari su giornali (digitali e cartacei), televisione e radio.
A fondo perduto
– E’ l’araba fenice del decreto rilancio. Comunque proviamo a capirci qualcosa. Questo contributo spetta a chi non ha avuto altri sussidi abbia una partita iva, sia un impresa o professionista o anche lavori in ambito agricolo a condizione che non abbia un fatturato superiore a 5 milioni. Per poter chiedere il contributo l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 deve essere inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Ma ora cerchiamo di capire di quant’è questo contributo. Bisogna calcolare la differenza tra il fatturato dell’aprile 2019 e di questo aprile. La differenza è la base di calcolo a questa poi si applicano i coefficienti: 20% se il fatturato è sotto i 400 mila euro, 15% fino a un milione di euro, 10% fino a 5 milioni di euro. Spieghiamoci con un esempio. Poniamo che la differenza di fatturato sia stata di 30 mila euro. Se fatturo fino a 400 mila all’anno euro avrò a fondo perduto 6 mila euro, se fatturo fino a un milione di euro avrò 4500 euro, se fatturo oltre un milione di euro avrò 3 mila euro. Quando? Beh questo non è dato saperlo.
Le locazioni
– E’ il solito bonus sotto forma di credito di imposta. Si può detrarre fino al 60% del canone di locazione versato per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020, relativo ad immobili non abitativi destinati all’esercizio dell’attività d’impresa, anche agricola e di lavoro autonomo. Lo può fare solo chi incassa meno di 5 milioni (il tetto non vale per gli alberghi) e a condizione che abbia avuto un decremento di affari di più del 50%. Se l’affitto è relativo al ramo di azienda la detrazione è massimo del 30%, se l’attività è stagionale si detrae solo l’affitto per i mesi interessati.
L’edilizia e i superbonus
– E’ quello che piace a tutti ma che è complicatissimo da attivare. Riguarda interventi per rischio sismico, miglioramento energetico, impianti fotovoltaici, colonnine per ricarica auto elettriche. Ne hanno diritto i privati che però non abbiano imprese edili, i condomini e le cooperative edilizie. Si applica a queste condizioni: Superbonus al 110% per le prime e seconde case in condominio su interventi antisismici e di riqualificazione energetica; Superbonus al 110% per le singole unità immobiliari (case) su interventi antisismici e di riqualificazione energetica effettuati da persone fisiche; Superbonus al 110% per le seconde case unifamiliari su interventi antisismici, ma non per quelli di riqualificazione energetica. Come si riscuote o si fa una detrazione fiscale pari al 110 per 100 dell’importo che viene ammortizzata in rate annuali per 5 anni a partire dal luglio prossimo oppure in luogo della detrazione, i contribuenti possono optare per un contributo di pari ammontare sotto forma di sconto anticipato dal fornitori che a loro volta possono rivenderlo, per la trasformazione in credito d’imposta, con possibilità di cessione a terzi. Restano peraltro in vigore anche gli altri bonus edilizi che sono: bonus ristrutturazione del 50% per il recupero del patrimonio edilizio; bonus mobili ed elettrodomestici del 50% per arredare immobili ristrutturati; bonus verde del 36% per realizzare aree verdi e giardini; cobonus dal 50% per le finestre, al 65% per pannelli solari termici e caldaie a condensazione al 75% per il cappotto su parti comuni per almeno il 25% della superficie dell’edificio; sismabonus dal 50% all’85% per la messa in sicurezza antisismica degli edifici in zona sismica 1, 2 e 3; bonus facciate del 90% per tinteggiatura, pulitura o rifacimento delle facciate, introdotto dalla Legge di Bilancio 2020. Le incognite sono la cumulabilità o meno di questi bonus che sono comunque attivabili solo con detrazione fiscale a rate annuali per dieci anni. L’auto – Per i residenti nelle città maggiormente inquinate, previste dal decreto clima, c’è un bonus di 1500 euro per ogni auto fino alla euro 3 rottamate nel 2021 da utilizzare per l’acquisto per i successivi 3 anni, anche in favore di conviventi, di abbonamenti di trasporto pubblico locale e regionale, biciclette anche a pedalata assistita, veicoli per la mobilità personale a prevalente propulsione elettrica o per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa (car sharing, bike sharing…). Per chi rottama motocicli euro 2 o euro 3 a due tempi, il bonus è di 500 euro.
Per gli affitti e la spessa – Sono stati rifinanziati con 120 milioni e 400 milioni i due fondi per l’assistenza alle famiglie più bisognose sia per abbattere i canoni di affitto che per i bonus spesa. Restano in vigore anche la card da 40 euro mensile che viene erogata dai Comuni per i più bisognosi.
Per studenti e professori
– Non stanno nei decreti Covid ma sono comunque confermati tanto il bonus cultura per i ragazzi che compiono quest’anno i 18 anni e che possono spendere 300 euro nell’acquisto di libri, dischi e semmai riapriranno concerti, teatri cinema. Analogamente ai docenti è garantito un bonus da 500 euro. I ragazzi attivano il bonus attraverso l’App18, i docenti con lo Spid.
Le bollette- E’ previsto uno sconto finanziato con 600 milioni per le bollette energetiche per imprese e autonomi rimasti chiusi causa Covid. Si tratta dell’abbattimento – che sarà erogato sotto forma di rimborso – alle voci della bolletta identificate come “trasporto e gestione del contatore” e “oneri generali di sistema”. In pratica per i mesi di maggio, giugno e luglio si pagherà solo l’energia davvero consumata.
I televisori
– Non c’entra col Covid ma va ricordato che con l’arrivo del 5G molti televisori andranno fuori uso. Così per chi ha il solito Isee basso fino a 20 euro e deve cambiare la tivù c’è uno sconticino di 50 euro. Ma i soldi stanno per finire. La misura è valida fino a tutto il prossimo anno ma è finanziata con soli 150 milioni.Guida ragionata alle agevolazioni previste nei decreti per il Covid
