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Ma tra Enrico e Matteo con chi sta la base Pd?

Ma tra Enrico e Matteo con chi sta la base Pd?

“Renzi serve al Pd, ne incarna la vivacità” Ecco perché i vecchi militanti dovranno farsene una ragione

Ma la base del Pd, quella costituita dagli iscritti, dai militanti, sta con Matteo Renzi o con Enrico Letta? Tifa per la fine delle larghe intese e il ritorno alle urne in maggio quando si voterà per il riunnovo del Parlamento europeo, oppure per lasciare il presidente del consiglio al suo posto almeno fino al 2015? E ci crede a quello che scrivono i giornali a proposito di una possibile scissione dell’ala più di sinistra del partito dopo il caso delle dimissioni di Stefano Fassina offeso per il “Fassina chi?” del segretario?

Panorama.it sta seguendo il dibatitto sui social network dove i commenti sono i più disparati, cambiano spesso più volte al giorno e non sembrano esprimere un sentore comune. In molti casi si litiga ancora sui risultati delle primarie e, talvolta più ferocemente, su quelli relativi alle votazioni nei singoli circoli.

Una prova, non solo della tradizionale litigiosità del Partito democratico che dalle sedi nazionali si è sempre propagata e riflessa in quelle di quartiere (e viceversa), ma anche della sua innegabile vivacità e vitalità.

Come sottolinea anche la segretaria di uno dei circoli storici della Capitale, quello di via Giubbonari, Giulia Urso, appena nominata nell’esecutivo del neo segretario romano del Pd Lionello Cosentino e che alle scorse primarie sostenne la candidatura di Gianni Cuperlo.

Giulia Urso, con chi sta la base del Pd? Con Renzi o con Letta?

Non c’è un giudizio così netto. Da una parte troviamo che sia giusto riconoscere al governo quello che ha fatto – e noi ci poniamo il problema di come farlo conoscere meglio – dall’altra è fondamentale che il partito che è maggioranza in questo governo non si appiattisca su alcune posizioni e sia di pungolo.

Quindi Renzi fa bene a criticare quasi ogni giorno l’operato di Letta e dei suoi ministri?

Renzi fa bene a insistere con la richiesta di fare presto perché le persone sono stanche, le questioni urgenti e i tempi della politica, quelli che ha Letta (anche se non per colpa sua) troppo lenti.

In particolare cosa riconoscete di buono nelle cose fatte finora da questo esecutivo?

Penso soprattutto agli interventi a favore delle piccole e medie aziende, in particolare l’accesso più agevole al credito, e poi le misure a favore dell’ambiente.

E cosa, invece, vi è piaciuto di meno?

Sulle misure economiche non c’è mai stata sufficiente chiarezza, pensiamo all’Imu, alle tasse sulla casa, un balletto che ci ha stancato non poco, per non parlare dell’episodio dei 150 euro da togliere agli insegnanti, eravamo veramente molto imbarazzati.

In cosa il dinamismo di Renzi vi risulta più utile?

Sicuramente nell’aver dato una scossa vera alla riforma della legge elettorale, un’idea in sé ormai già ammuffita. Si può essere o non essere d’accordo sulle tre proposte avanzate, ma non c’è dubbio che Renzi sia stato il primo a metterle, per la prima volta, nero su bianco.

Questo piace anche a chi non ha votato per lui?

Direi di sì, io stessa sono stata un’elettrice di Cuperlo, ma Renzi, che può piacere di più o di meno, interpreta la vivacità di un partito che ha molta voglia di rimettersi in gioco, di rimboccarsi le maniche, di lavorare.

La base pensa che l’apparato sia davvero sconfitto?

Diciamo che questo non è più il partito in cui dall’alto si dettava la linea e poi c’erano le cinghie di trasmissione, che eravamo noi, che eseguivano. Adesso la base bisogna ascoltarla?

E a parte le dirette video per rispondere alle domande che gli vengono rivolte via Twitter, il segretario ha già iniziato?

E’ ancora troppo presto per dirlo. Con i circoli ci stiamo organizzando proprio in questo senso, a lui diamo un po’ di tempo in più.

Il Pd rischia di spaccarsi?

Io non ho questo sentore. Più che di spaccatura parlarei di crescita metabolica.

Ossia?

Credo sia in atto un metabolismo che inevitabilmente porterà ad eliminare delle esperienze e ad accoglierne altre.

Tra le esperienze da eliminare c’è anche quella incarnata dall’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina?

No, per carità! Diciamo che in questo momento c’è chi soffre un forte malessere, penso soprattutto ai tanti iscirtti, come molti del mio circolo, che militavano addirittura nel Partito Comunista, e che potranno certamente continuare a portar eil proprio controbuto a questo partito ma cercando anche di capire cos’è il Pd e dove sta andando. Una riflessione, quella sulla formza partito, che la base sta facendo da oltre un anno e mezzo, con o senza Matteo Renzi.

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