Conte, Salvini, Meloni, Berlusconi, Renzi e soprattutto quello che per molti osservatori è il vero uomo nuovo della politica italiana 2020, Rocco Casalino. L’anno che si sta per chiudere è stato uno dei più difficili per gli italiani e per i protagonisti della politica. Un anno di scelte complesse, di crisi di governo minacciate, di vittorie e sconfitte elettorali alle regionali, di sotterfugi e giochi di potere anche tra alleati. Ecco chi ne è uscito meglio e chi invece è da bocciare.
Giuseppe Conte.
Il premier dell’annus horribilis ha stampata sulla schiena la data di scadenza. L’ultima goccia, dopo il disastro organizzativo ed economico, è stata la promessa di salvare il Natale. Alla fine, ha salvato solo la poltrona. Il suo ventilato partito personale rischia di essere un unicum: sarebbe il primo partito con più candidati che voti. Deve il suo potere all’emergenza: ma al primo raggio di sole, dopo la tregua natalizia, rischia di saltare come un tappo di spumante. Voto 4.
Nicola Zingaretti.
Un anno all’insegna della trasparenza: nel senso che, quando c’è, non si vede. Il fratello del Commissario Montalbano si diletta nell’antica arte dell’equilibrismo sul filo dei rapporti con gli alleati e con i correntisti del suo partito con il coltello tra i denti. Il segretario sembra condannato a consegnare al suo partito un futuro a braccetto con i 5 stelle. Auguri. Voto 5.
Luigi di Maio.
Giggino è colui che più di tutti vuole evitare il voto anticipato. Il Movimento, che ha ingoiato il Recovery Plan rinnegando le sue origini, ne uscirebbe con le ossa a pezzi. Per questo ha passato un anno intero aggrappato alla seggiola. L’incubo dello Stadio San Paolo è sempre dietro l’angolo. Voto: 6
Matteo Salvini.
La pandemia non aiuta un leader abituato a stringere mani nelle piazze. Ha avuto buon gioco a sparare a palle incatenate contro i Dpcm governativi e l’isteria dei virologi. Ma adesso deve scegliere tra piazza e governo. Voto 6 e mezzo.
Matteo Renzi.
Doveva essere il De Gasperi del futuro: per ora, è il Clemente Mastella del presente. Gioca il ruolo della spina nel fianco del premier: ma più si ostina a farne una questione di principio, più gli italiani si convincono che, quando c’è lui di mezzo, è solo una questione di potere. Voto 5.
Silvio Berlusconi.
Il vecchio leone si conferma intramontabile. Nonostante l’esperienza difficile con il virus, è stato in grado di accreditarsi come l’ala moderata e istituzionale del centrodestra, ritagliandosi ancora un ruolo di protagonista. Voto 7,5.
Giorgia Meloni.
Sondaggi alla mano, sembra davvero la rivelazione politica dell’anno. Eletta presidente dei conservatori europei, ha saputo espandere i suoi consensi fuori dai tradizionali confini laziali. Se riuscisse a trovare un personale politico che mastichi di economia, la strada per la leadership sarebbe spianata. Voto 7.
Sergio Mattarella.
Nel nome dell’emergenza, l’inquilino del Quirinale ha sopportato la raffica di Dpcm e i ripetuti schiaffi alla Costituzione. Sul governo che non governa, c’è anche la sua firma. Voto 6 e mezzo.
Rocco Casalino.
A sentire la maggior parte dei ministri, il Rasputin di Palazzo Chigi dovrebbe già stare a casa. Foss’anche quella del grande fratello. Tra le sue pubblicazioni scientifiche, la letterina natalizia spedita da un bambino al premier per salvare il Natale: resterà a imperitura memoria. Tornerà in pista: forse a “Ballando sotto le Stelle”. Voto 3.
