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Meloni, Schlein, Vannacci: ecco cosa porterebbero ai partiti secondo i sondaggisti

Meloni, Schlein, Vannacci: ecco cosa porterebbero ai partiti secondo i sondaggisti

Secondo Eumetra solo la premier potrebbe smuovere gli equilibri del suo partito e portare a un aumento di consensi. Difficile il percorso per la leader del Pd e il presunto nome scelto dalla Lega

Le prossime elezioni europee si prospettano come un palcoscenico cruciale per la politica italiana, con due figure di spicco pronte a guidare la competizione: Giorgia Meloni ed Elly Schlein. La sfida, tuttavia, non è priva di complicazioni, con Giuseppe Conte che emerge come un incursore politico, pronto a mettere in ombra la segretaria del Partito Democratico (Pd) e un outsider, noto ai più solo per la sua presenza mediatica, come il Generale Vannacci che potrebbe legarsi alla corsa della Lega.

Giorgia Meloni, presidente del consiglio leader di Fratelli d’Italia, sembra orientata verso una campagna elettorale focalizzata sul premierato. Una mossa non priva di ostilità, con giuristi e esponenti del centro-destra, come Marcello Pera, che manifestano scetticismo nei confronti di questa prospettiva. Se la riforma costituzionale e il suo impatto sulla giustizia potrebbero diventare temi centrali nella campagna di Meloni, per i sondaggisti, la candidatura di Giorgia Meloni potrebbe avere un forte impatto sia sul governo che sul suo partito. Per Renato Mannheimer di Eumetra, “sebbene sia ancora prematuro parlare di percentuali effettive, è chiaro a tutti che la candidatura della Meloni potrebbe attirare molti consensi e smuovere percentuali che, renstando bassi sarebbero intorno al 2-3%”. Mannheimer ha sottolineato “la forte popolarità” della premier come uno punti cardine che potrebbero smuovere i sondaggi in suo favore. Una visione condivisa da Noto sondaggi che per Porta a Porta ha tuttavia indicato un possibile +4% qualora la leader di FdI si dovesse presentare come capolista alle elezioni

Dall’altra parte, Elly Schlein, segretaria del Pd, sembra puntare su temi identitari e progressisti. La sua proposta di ampliare lo ius soli, già appoggiata all’interno del Pd, e la presa di posizione contro l’invio di armi verso il Medio Oriente, in particolare ad Israele, sono punti chiave della sua strategia. Tuttavia, queste posizioni non sembrano essere accolte con entusiasmo da tutti i membri del partito. Ed è sempre Mannheimer a rimanere cauto sulla posizione della “donna del Pd”. “Elly Schein in caso di candidatura potrebbe attirare qualche voto dei 5 Stelle” ha commentato Mannheimer “ma la vedo meno portata a influire con un aumento di percentuale generale all’interno del partito”.

Giuseppe Conte, da parte sua, sembra essere un elemento sorpresa. Sebbene abbia comunicato il forfait all’appuntamento elettorale, la sua figura e posizione a capo del Movimento 5 Stelle lo rende pronto a sfidare le aspettative e a giocare un ruolo rilevante nella partita delle europee. La sua figura, non da candidato ma da incursore politico, potrebbe influenzare la politica estera e anche la gestione degli alleati.

C’è poi il nodo maggioranza. Se per la Lega si parla del generale Vannacci come possibile capolista, è Mannheimer ha spiegare come la scelta potrebbe “non portare alcun beneficio al partito di Matteo Salvini”. Due i motivi: “Vannacci è un personaggio non conosciuto a livello politico e noto solo per un clamore mediatico, e la Lega a oggi si trova in un momento di difficoltà. La candidatura di una figura come il generale Vannacci potrebbe – forse – solo frenare il calo di consensi del partito tamponando la perdita ma non portando alcun beneficio effettivo”.

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