Misure per centinaia di milioni di euro finanziate dalle precedenti Leggi di bilancio, però mai partite a causa di «intoppi» ministeriali. Succederà anche nel 2022?
Il novembre 2020 è stato un mese tragico per la Sardegna, con l’alluvione che ha ucciso tre persone, provocando un disastro economico. Tanto che il governo, allora il Conte bis, stanziò 5 milioni di euro per il 2021 per erogare «contributi in favore dei soggetti pubblici e privati e delle attività economiche e produttive danneggiati», come si legge nella Legge di bilancio. Cifra simbolica, probabilmente inadeguata. Ben più sostanzioso il capitolo di spesa dedicato alla «definizione dei percorsi di aggiornamento professionale» per chi doveva cercare una nuova occupazione: in totale, nel triennio 2021-2023, sul tavolo sono stati destinate oltre 120 milioni di euro.
Peccato che queste misure, come tante altre, siano ancora ferme. Mentre il governo Draghi ha approvato la sua prima manovra economica, con il sì di Camera e Senato, quelle precedenti restano ancora non applicate integralmente. Anzi, in alcuni casi mancano pezzi importanti. La causa? Palazzo Chigi o i ministeri competenti non hanno provveduto a predisporre regolamenti e decreti attuativi, necessari a rendere operative le norme.
I numeri aiutano a capire la questione. Nell’ultima legislatura sono 74 le misure delle Leggi di bilancio mai entrate in vigore, per la mancanza di quest’ultimo miglio. E ciò significa tenere nel cassetto milioni di euro, come testimoniano i casi degli alluvionati in Sardegna e dei corsi professionali. Solo per la Legge di bilancio, licenziata negli ultimi giorni del 2020, mancano all’appello 39 provvedimenti (su un totale di 141 da emanare, come previsto dal testo). A questi si aggiungono 22 dell’anno prima e altri 13 del 2018.
Un quadro che è anche migliorato rispetto al passato. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affidato al sottosegretario, Roberto Garofoli, il dossier dei decreti attuativi per smaltire il copioso arretrato, che non riguarda solo le Leggi di bilancio ma anche altri decreti. «In pochi mesi sono stati fatti considerevoli passi in avanti grazie all’impulso del sottosegretario Garofoli e quindi questo conferma che la capacità attuativa dei governi è un tema burocratico-amministrativo che va affrontato politicamente», dice a Panorama il presidente della commissione Affari costituzionale della Camera, Giuseppe Brescia.
Ma, osserva il deputato del Movimento 5 Stelle, «molto ancora si può fare sia in fase preventiva, e questo riguarda anche noi parlamentari, sia per velocizzare il procedimento. Penso ai troppi tavoli d’intesa tra diversi ministeri, ministero dell’Economia incluso che a volte rallenta l’attuazione. Più in generale per fare il salto definitivo di qualità si potrebbe pensare in futuro di far fissare i target direttamente ai ministri e legare la valutazione dei dirigenti ministeriali al positivo raggiungimento di questi target in modo da incidere sulla parte variabile del loro stipendio».
Qualcosa si muove, dunque. Ma tra i milioni di euro tuttora incagliati nella burocrazia ci sono quelli per il «bonus occhiali», definito ufficialmente «Fondo per la tutela della vista». La legge prevedeva un voucher di 50 euro, destinato ai più poveri, per l’acquisto di occhiali o lenti correttive. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in accordo con il collega a capo dell’Economia, Daniele Franco, deve emanare il testo, per ripartire i 15 milioni messi a disposizione per tre anni, di cui uno è già finito.
Sempre in materia di salute, in piena pandemia erano state individuate delle risorse aggiuntive per l’Istituto superiore della sanità, il noto Iss guidato da Silvio Brusaferro. In totale la cifra ammoniva a 45 milioni di euro, 11 milioni per il 2021, 15 per il 2022 e ancora altri 19 per il 2023. L’obiettivo sarebbe quello di rafforzare l’Istituto. Nel cassetto restano poi 50 milioni aggiuntivi stanziati per il «Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico». Secondo quanto stabilito dalla manovra, almeno il 60% va speso per «l’incremento del personale del Servizio sanitario nazionale preposto all’erogazione delle terapie previste». Insomma, un potenziamento diretto.
In sospeso ci sono poi i 10 milioni di euro relativo alle «disposizioni per promuovere il sistema del vuoto a rendere per gli imballaggi contenenti liquidi a fini alimentari», che punta a promuovere il vuoto a rendere. Il compito di completare il decreto in questo caso spetta a Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica. Anche decine di aziende sono appese all’emanazione di decreti attuativi.
È il caso dell’industria tessile biellese «gravemente danneggiata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19», per cui sono stati previsti 15 milioni. Senza una direzione, poi, sono anche i 145 milioni di euro complessivi, previsti come investimento per la realizzazione degli impianti sportivi da usare nei Giochi olimpici invernali Cortina-Milano 2026. No, non basta approvare in Parlamento la Manovra.
