La nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) ai blocchi di partenza. Dopo le preliminari consultazioni del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione, domani la Nadef arriverà in Consiglio dei ministri. Ma cosa conterrà il documento? Da una parte verranno ridisegnate le previsioni macro-economiche e gli obiettivi di bilancio, in vista della manovra d’autunno e del Recovery plan. La Commissione Ue ha stimato un calo del Pil per l’Italia dell’11,2%. Meno pessimista l’Ocse che invece punta su un -10,5%.
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Ma l’esecutivo potrebbe essere anche più ottimista mettendo nero su bianco un calo tra l’8 e il 9%. Oltre alla parte delle stime la Nadef potrebbe però riservare anche delle sorprese non proprio piacevoli per i contribuenti italiani. Partiamo dal presupposto che i soldi che derivano dal Recovery fund potranno essere usato solo per progetti ad hoc studiati e presentati entro aprile alla Commissione Ue. E dunque nessuna possibilità che i 209 miliardi di euro possano essere impiegati per ridurre la pressione fiscale.
O meglio, una parte potrebbe fine per finanziare la riforma fiscale, come sostenuto recentemente dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini: “le risorse non sono usabili per ridurre il carico fiscale ma per le riforme sì”. E infatti il governo punta molto sul nuovo metodo di pagamento delle partite Iva. Il progetto sarebbe quello di far pagare i contribuenti per cassa. Si prende dunque l’ammontare dell’incassato al netto delle spese e su quello si andrebbero a calcolare le tasse dovute. Il tutto, teoricamente dovrà essere automatizzato e fornito dall’Agenzia delle entrate. I contribuenti dovrebbero soltanto controllare che non ci siano errori nei documenti elaborati dall’Amministrazione finanziaria.
La riforma delle partite Iva, si è dimenticato di dirlo, va però a vantaggio esclusivamente dell’Esecutivo. Questo infatti con il nuovo metodo di pagamento nel 2021 incasserà le entrate dello stesso anno, mentre con il metodo attuale avrebbe ottenuto quanto realizzato nel 2020. Ed essendo quest’anno terribile dal punto di vista economico, le casse dello stato avrebbero avuto incassi bassi. Per evitare questa situazione si è dunque ben pensato di andare a modificare il metodo di pagamento per le partite Iva. Dall’altro lato la riforma fiscale guarda invece al taglio dell’Irpef che partirebbe il prossimo anno e all’assegno unico per i figli. Per mettere però in piedi una tale riforma fiscale ci vogliono delle risorse. E dove si andranno a prendere se non si possono usare i soldi del Recovery fund (se non in piccola misura)?
Il ministro dell’economia Gualtieri pensa di trovare un tesoretto nascosto, da una parte raschiando sul fondo del barile delle risorse stanziate per l’emergenza Covid-19 che non sono state del tutte sfruttate e dall’altra con la lotta all’evasione fiscale che ha come armi per combatterla il cash back, che dovrebbe entrare in vigore a dicembre 2020, e il già rodato scontrino elettronico. A tutto ciò si aggiungerebbe anche una revisione delle tax exependiture.
Non è però stato precisato il come la si realizzerebbe. Aspetto da non tralasciare, visto che si naviga quasi all’oscuro quando si parla di detrazione e deduzioni fiscali. Tutti gli anni vengono infatti redatti report in merito alle tax exependiture che mostrano come la situazione sia letteralmente sfuggita di mano. Non si sa quanto queste pesino con precisione sul bilancio dello Stato. E dunque il tagliarle o il pensare di ridurle in base al reddito potrebbe essere una mossa semplice per affrontare un problema molto più complesso. E infine per non farci mancare nulla, si aggiunge anche lo spettro di una riforma dei valori catastali e del costo del lavoro. Questo perché l’Ue ci concederebbe 81,8 miliardi di sussidi, parte del tesoretto che fa parte del Recovery fund, in cambio di una serie di riforme fiscali.