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Elly alla conquista del potere Pd tra furbizia e supercazzole

Elly alla conquista del potere Pd   tra furbizia e supercazzole

La strategia d’attacco della neosegretaria mescola vetuste parole d’ordine di sinistra a visioni radicali della società. Un cocktail immaginifico, che accalappia consensi, in barba alla realtà.


Nel magico mondo di Elly il liberismo diventa abominio, l’utero è in affitto, le case si requisiscono, la cannabis viene legalizzata, gli sbarchi non sono mai troppi, gli ecoterroristi vanno compresi. Dopo quasi tre lustri di «cacicchi» al potere, parole sue, Schlein è la nuova segretaria del Pd. «Sono una donna, amo un’altra donna, non sono una madre, ma non per questo sono meno donna» si presentava prima della fortunata corsa per le primarie. Bisessuale, ideologica, massimalista. La perfetta antitesi di Giorgia Meloni, la premier conservatrice.

In poche settimane, la Parolaia arcobaleno ha confermato le attese. Sta portando il Pd in fondo a sinistra, riesumando la comunanza con i partitini più estremi. Non manca una manifestazione di piazza: antifascismo, lotta alle mafie, famiglie omosessuali. E ha già soffiato a Giuseppe Conte, leader dei Cinque stelle, lo sperticato appoggio della Cgil. Il nuovismo, come spesso accade, viene premiato dai sondaggi: dopo lo sprofondo degli ultimi mesi, i dem superano il 20 per cento, staccando il Movimento. Certo: Elly è vaga, demagogica, astratta. Fino a qualche settimana fa, sul suo account Twitter campeggiava una frase di Monkey Island, videogioco preferito e massimo riferimento culturale: «Salveremo il mondo con un pollo di gomma con carrucola». Ovvero? Una supercazzola da nerd.

Ecco, appunto. Elly rifugge ogni confronto per rifugiarsi nei salottini tv progressisti, dove si sente a casa come sotto i portici bolognesi, dove tracannava birrette ai tempi dell’università. Libera di svicolare dalle domande più benevole, perfino quelle sulla squadra del cuore, regalando massime da Baci Perugina: «La strada è in salita, ma io ho messo scarpe comode apposta». Già: sneakers bianche, jeans a zampa, camicette rivedibili, giacche colorate. Improbabile. Ma sempre più originale dei suoi predecessori. E comunque, le va dato il merito: nonostante tutto, ha rianimato i giurassici dem, a rischio estinzione. Almeno, per ora.

«Faceva le cose con leggerezza e facilità» dice la preside del suo liceo di Lugano, dove la futura segretaria ha passato una giovinezza altoborghese, genitori accademici e nonno senatore socialista. Leggerezza e facilità. Lì siamo rimasti. Il magico mondo di Elly, la Alexandria Ocasio-Cortez del Canton Ticino, è lunare: sinistra radicale, ambientalismo fondamentalista, sindacato intransigente. L’elenco delle fumisterie è distillato nella sua mozione congressuale: «Un progetto collettivo per cambiare il Pd e l’Italia» e riallacciare «la connessione sentimentale» con il Paese.

Punto primo, dunque: con Elly finiscono le ordalie «neoliberiste». La leader più giovane sfodera le politiche più vetuste. Lo Stato ritorni padrone. Pugno ben alzato, compagni e compagne, falce e martello. Urge bastonare i presunti benestanti con imposte su donazioni e successioni. Premessa: la macroeconomia non è il suo forte. Elly è imbattibile su altre materie: musica, videogame, diritti arcobaleno. Su fisco e lavoro si farà, magari. Nell’attesa snocciola ovvietà, come l’equità orizzontale e verticale, e astrusità, tipo colpire «le rendite e le emissioni climalteranti». Poi plastic tax, salario minimo, reddito di cittadinanza. Stringi stringi: più tasse per tutti. «Abbassarle significa meno servizi per i poveri» vagola Elly.

Mentre il governo introduce la flat tax, la Parolaia arcobaleno vuole far riscoprire al popolo «una parola fondamentale»: redistribuzione. Non solo della ricchezza ma pure dei beni, vedi l’esproprio delle case sfitte: «Politiche innovative e coraggiose». D’altronde a Bologna, sua città d’adozione, spalleggia l’indomabile centro sociale Làbas, che da sempre «okkupa» caserme e palazzi in nome dell’emergenza abitativa. Abusivi? Macché. «Un esperimento prezioso che tenta di portare welfare dal basso» spiegò Schlein nel 2017, da europarlamentare.

Sui diritti civili, il modello cui ispirarsi è invece quello spagnolo: dopo la legge sull’aborto, che permette anche alle sedicenni di interrompere la gravidanza senza l’assenso dei genitori, il governo di Madrid ha approvato la ley trans, che concede ai minorenni di cambiare genere a dispetto di un’autorizzazione medica. Non a caso la vice premier spagnola, Yolanda Díaz, è stata osannata durante l’ultimo congresso della Cgil, che ha rieletto Maurizio Landini segretario generale del sindacato. E in prima fila, a consumarsi i palmi delle mani, c’era proprio Elly. Per il resto, il programma prevede: matrimoni fluidi, adozioni più facili, riconoscimento dei figli di famiglie omosessuali. Le pratiche arcobaleno sono affidate al deputato Alessandro Zan, autore dell’omonimo e controverso Ddl sull’omotransfobia. E l’utero in affitto? Sebbene gran parte del partito sia contrarissimo, Elly è favorevole.

Un corposo capitolo è dedicato poi al femminismo. Anzi al superamento del patriarcato, vista «un’insopportabile sottorappresentazione delle donne». In Italia. Dove vantiamo una premier, una capa dell’opposizione e una presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra. Vabbè, proseguiamo: legalizzazione delle droghe leggere. Elly ha sottoscritto due proposte di legge presentate alla Camera del segretario di +Europa, Riccardo Magi: una per la produzione di cannabis e l’altra per la coltivazione domestica. Assieme agli ex radicali, con l’appoggio della coalizione Verdi-Sinistra, Schlein si prepara a duellare sul suicidio assistito. Anche in questo caso, c’è già un’altra proposta di legge che semplifica procedure e amplia i casi.

Veniamo all’ambiente. Carola Rackete e Greta Thunberg sono le beniamine. I Fridays for Future il faro. Elly, nel suo furore ecologista, apprezza perfino la degenerazione ecoterrorista. Quelli di Ultima generazione imbrattano Palazzo Vecchio a Firenze, costringendo il sindaco e collega Dario Nardella a un coreografico placcaggio? Elly comprende e perdona: «Non dobbiamo fare l’errore di guardare troppo il dito e non la luna. Stanno solo chiedendo di ascoltare la scienza». Del resto, un promettente sottotitolo campeggia nel suo programma: «L’impegno per un mondo più giusto». L’elenco dei FedEllyssimi, è conseguente. Sono intransigenti, estremisti, rivoltosi. Unica e provvidenziale eccezione sembrerebbe parzialmente Michela Di Biase: moglie di Dario Franceschini. Donna lungimirante e di carattere. È stata lei a persuadere il marito, pluriministro e capo corrente, a scommettere su Elly. Di Biase ha fondato l’associazione Fare. L’acronimo sta per «Femminista, ambientalista, radicale, europeista». Il manifesto schleineiano, praticamente.

Tra le vecchie glorie folgorate in tempi non sospetti va annoverata pure un’indomita pasionaria come Laura Boldrini. Del resto, una delle amiche del cuore di Elly è una vecchia compagna di partito della fu presidente della Camera: Rossella Muroni, già deputata di Liberi e Uguali e presidente di Legambiente. Proprio Boldrini la propose come ministro nel governo giallorosso. Qualche mese prima, s’era piazzata davanti a un pullman che doveva trasferire un gruppo di migranti da un centro di accoglienza: «L’ho bloccato per difendere i loro diritti». Dicono i saggi: non si pigliano se non si somigliano. Comunque sia: Muroni è la nuova vessillifera del più arcigno ambientalismo. Il nuovo corso è simboleggiato poi da Chiara Gribaudo, 42 anni, cuneese, deputata dal 2013, coordinatrice nazionale dei comitati di Elly, già sua coinquilina a Roma. È stata nominata vice presidente del partito, assieme alla pugliese Loredana Capone. Aria nuovissima è pure l’ex capa delle Sardine, la calabrese Jasmine Cristallo. Una campionessa in ambientalismo. Piuttosto che costruire termovalorizzatori, informa, basterebbe emularla: «Non esco mai senza il posacenere da borsa».

Cristallo è entrata nell’Assemblea nazionale del Pd. Onore riservato perfino alla Sardina alfa, Mattia Santori, compagno di mille battaglie di Elly a Bologna, dove siede in consiglio comunale. Il suo assillo, invece, è all’antiproibizionismo: «Chi si fa una cannetta ogni tanto per rilassarsi è nella norma» informa Santori. Nel cerchio magico sono apparsi anche tanti nostalgici di Sel, fondato da Nichi Vendola, il partito più oltranzista della Seconda Repubblica. Come Marco Furfaro, eletto in parlamento con il Pd. Definiva Franceschini «arrogante e demagogo» ed Enrico Letta «un disastro assoluto». Curriculum perfetto. È vicesegretario piddino in pectore. Un altro ex compagno di Sel dal futuro luminoso è Erasmo Palazzotto, ormai veterano delle missioni navali delle Ong, da Open arms ad Alex. Figura pure tra i garanti finanziari di Mediterranea saving humans, che ha come capo missione il no global Luca Casarini, assieme a Muroni, Vendola e Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana. Tutti primattori del magico mondo di Elly.

Anche fuori dal partito, i prediletti sono i più barricadieri. Scontate le convergenze con gli ex radicali e i verdi. Notevoli quelle con Fratoianni, appunto. I due coltivano splendidi rapporti da anni. Lui è in visibilio: «Schlein aumenterà il volume e la forza del vocabolario della sinistra, dei suoi valori, che sono stati considerati una specie in via d’estinzione». Ora restano da definire le convergenze con i Cinque stelle. Conte, scalzato dalla guida dei progressisti, abbozzerà o rilancerà? La segretaria si mostra dialogante, ma i grillini non sono i suoi beniamini. Intervistata, due anni fa, dalla rivista Rolling Stone fu piuttosto esplicita. I grillini l’hanno mai corteggiata? «Sì. Gli ho risposto che non durerei neanche una settimana. Amo la mia libertà di espressione». Un aggettivo per Conte? «Quale dei due?».

Nel magico mondo di Elly, poi, la stampa amica è adorante. Quella avversa, invece, è costretta a silenziarsi onde evitare accuse di sessismo e omofobia. Scontata la genuflessione di Repubblica, su cui dottoreggia la sperticata Concita De Gregorio. Prevedibile l’entusiasmo della Stampa, dove scrive Michela Murgia che per Schlein è un «punto di riferimento fortissimo». Ma che dire del compassato Corriere della Sera? «Questa segretaria di 37 anni determinata, libera, di puro fascino…». Pure la satira si autocensura. Luca Bizzarri cassa una battuta su Schlein del suo intervento a Di Martedì, per «non farsi rompere le scatole». Ammettendo: «Se l’avessi fatta sulla Santanchè, nessuno avrebbe detto nulla». Perfino una caricatura apparsa sul Fatto quotidiano crea inediti scompensi. Naso adunco, dentoni in vista, capelli unti. Orribile, vergognosa, antisemita. E i dileggi a Meloni su statura, accento e grugno? Quelli, invece, sono sacrosanti. E quando viene pubblicata la prima foto della fidanzata Paola, una bella ventottenne sarda, gli indignati insorgono. Che violenza. Quale intollerabile affronto alla privacy. Nel magico mondo di Elly, dove tutto è concesso, pare che l’effimero gossip sia tassativamente bandito.

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