Decine di imprenditori, manager e aziende, alcuni volti pubblici, moltissimi membri dei singoli partiti e sostenitori delle sezioni locali. Panorama rivela le elargizioni (ammontano a 4,2 milioni di euro) fatte durante questa campagna elettorale breve e dispendiosa.
Oltre 4,2 milioni di euro. A tanto ammontano le elargizioni e i contributi che i partiti politici hanno ricevuto nel corso di questa campagna elettorale. Ed è peraltro un calcolo per difetto considerando che non tutte le forze politiche hanno comunicato i dati fino all’ultimo giorno utile prima del 25 settembre.
Senza dimenticare, come vedremo, che alcune formazioni politiche possono contare anche sulle sezioni locali che a loro volta hanno drenato altri contributi facendo crescere ulteriormente la somma complessiva. È il caso, per esempio, di Fratelli d’Italia. Secondo i calcoli di Panorama, è stata la formazione che ha beneficiato di maggiori elargizioni da luglio (mese in cui, come noto, Mario Draghi è salito al Colle e ha rassegnato le dimissioni) in poi: 1,151 milioni di euro cui si aggiungono, appunto, i piccoli contributi che anche le 76 sedi locali hanno raccolto.
Sul podio anche il Pd (749.640 euro senza contare le 81 sedi regionali o cittadine). Inaspettatamente, il Movimento 5 stelle ha ricevuto 460.600 euro. Non che siano stati da meno gli altri partiti, anzi. Il Terzo Polo, per dire, ha raccolto, tra Azione e Italia viva oltre 700 mila euro (139.060 il partito di Carlo Calenda, 445.300 quello di Matteo Renzi). Per tornare alla coalizione di centrodestra, curioso l’exploit di Noi con l’Italia (282.150 euro) mentre Forza Italia si è «fermata» a poco più di 150 mila euro. Infine la Lega, che vive una sorta di «dualismo» dal punto di vista economico: la «Lega per Salvini premier» ha raccolto poco più di 441 mila euro (anche qui si aggiungono 28 sedi tra regionali e cittadine) e la «Lega Nord» (cui versano ancora big come Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia) altri 57 mila euro.
A questo punto sorge la domanda: da chi arrivano i finanziamenti? Ovviamente e innanzitutto da parlamentari e candidati. È il caso, per esempio, del Pd: con lo scoccare della campagna elettorale molti onorevoli che nei mesi scorsi non avevano provveduto a saldare la quota di 1.500 euro al partito sono corsi ai ripari, in alcuni casi sperando in una candidatura che non sempre è arrivata. L’ex Cinque stelle Santi Cappellani, tanto per dire, in tre giorni ha fatto un bonifico da 43.500 euro sanando gli arretrati accumulati nel tempo. E non è stato l’unico. Il 26 luglio, il deputato Roger De Menech ha versato 10 mila euro; il collega Davide Gariglio altri 4.500. Il 28 luglio, stessa musica: spiccano tra gli altri i 4 mila euro del sottosegretario Vincenzo Amendola e i 9 mila del ministro del Lavoro, Andrea Orlando. E così via anche nei giorni a seguire, con i 13.500 euro elargiti il 29 luglio dal deputato, e uomo forte del Pd a Roma, Claudio Mancini. Un trend comune agli altri partiti, comunque. Ecco che la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha versato, a inizio luglio, 27 mila euro nelle casse di Forza Italia. Medesimo discorso si applica al Movimento 5 stelle: Filippo Perconti, parlamentare uscente e candidato all’uninominale in Sicilia, proprio pochi giorni dopo lo scioglimento delle Camere ha donato 16 mila euro alle casse pentastellate. Curiose poi alcune elargizioni in casa FdI: dopo essere stati candidati, molti parlamentari uscenti, da Daniela Santanchè a Monica Ciaburro, hanno foraggiato le casse del partito con importi che vanno dai mille ai 30 mila euro.
Accanto ai politici, però, nella lunga lista dei contributi consultata da Panorama spiccano anche imprenditori, manager, aziende. Ce n’è per tutti i gusti. Uno di questi è Lupo Rattazzi, storico finanziatore renziano. Dal manager figlio di Susanna Agnelli e presidente della compagnia aerea Neos, il 27 luglio risultano ben due contributi, diretti entrambi ad Azione: uno da 45 mila euro e uno da 5 mila. Lo stesso giorno risulta un altro bonifico, sempre da 50 mila euro: questa volta diretto al partito di Matteo Renzi.
Identico trattamento è stato riservato da Renzo Rosso: lo stilista, in impeccabile logica bipartisan, ha destinato 10 mila euro sia a Iv sia ad Azione. Altro nome che compare in entrambe le liste è quello del businessman Davide Serra: il 21 luglio, dunque il giorno stesso dello scioglimento delle Camere, il manager ha girato nelle casse di Italia viva 25 mila euro; qualche mese prima aveva pensato anche al leader di Azione con un assegno più blando, di «soli» 5 mila euro.
Tra gli altri sostenitori di Calenda spunta anche un nome roboante dell’imprenditoria italiana: Marco Tronchetti Provera. L’amministratore delegato di Pirelli ed ex presidente tra le altre cose di Telecom Italia, ha staccato un assegno di 3 mila euro. Altri 25 mila euro sono arrivati da Luciano Cimmino, già parlamentare di Scelta civica e presidente della Pianoforte Holding, società controllante imprese che operano nel settore dell’abbigliamento a cui fanno capo i marchi Carpisa, Yamamay e Jaked. A proposito di moda e abbigliamento, ulteriori 20 mila sono stati versati dalla famiglia Zegna (in due distinti bonifici, uno di Ermenegildo e uno di Paolo) e 50 mila da Pier Luigi Loro Piana.
Il versamento più corposo, tuttavia, si trova in casa Pd. Ed è di Francesco Merloni, co-fondatore assieme alla famiglia di Ariston. Nella sua carriera è stato più volte parlamentare con la Dc e anche ministro dei Lavori pubblici, dal 1992 al 1994, prima con il governo Amato e poi con quello presieduto da Ciampi. Il decano dell’industria italiana, che ha da poco compiuto 97 anni, ha insomma avuto fin da giovane la passione politica. In questo caso ha staccato un assegno, risalente allo scorso 26 agosto e registrato tre giorni dopo, di ben 100 mila euro. A completare il quadro delle ricche elargizioni ci sono poi i 60 mila euro provenienti dalla Milano Krea Design di Rosella e Francesco Sozzi, attivi nell’ambito dell’illuminazione. E non è un mistero che siano aficionados del centrosinistra: nel settembre 2021 aveva garantito un contributo economico di 50 mila euro alla lista civica di Beppe Sala.
Ma la palma di caso più singolare della campagna elettorale spetta a Gianfranco Librandi, imprenditore delle telecomunicazioni e deputato uscente tuttora iscritto al gruppo alla Camera di Italia viva. Solo che ha deciso di sostenere economicamente il Pd, sganciando 40 mila euro lo scorso 16 agosto. Il parlamentare, però, si è candidato nelle liste di +Europa, il partito di Emma Bonino. Così ha elargito altri 100 mila euro. Finita qui? Certo che no. A elargire contributi ci sono anche vip e personaggi della Tv. Un esempio? La conduttrice e giornalista Paola Ferrari: a fine agosto ha staccato un assegno di 30 mila euro per Giorgia Meloni.
