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Il marito di Kamala, l’arma segreta dell’amministrazione Biden

Il marito di Kamala, l’arma segreta dell’amministrazione Biden

Doug Emhoff, 56 anni, ebreo di Brooklyn, è il primo «Second gentleman» della storia statunitense. Abile avvocato, ha lasciato la pratica legale per affiancare la moglie. E tutti a Washington si interrogano su quale sarà il suo ruolo effettivo.

  • Doug, l’arma segreta dell’amministrazione Biden
  • La cognata italiana di Kamala Harris

Il Washington Post lo ha definito «l’arma segreta» della campagna Biden-Harris. Già, perché dietro la sua aria paciosa da buon padre di famiglia si nasconde un tipo tosto. In un colpo solo, il 20 gennaio Douglas Craig Emhoff ha infranto varie barriere della società statunitense.

Il marito di Kamala Harris non è soltanto il coniuge della prima vice-presidente donna nera e asiatica degli Stati Uniti. E non è neanche solo il primo uomo a ricoprire la carica di «Second gentleman», la versione maschile della «Second lady», ossia della moglie del vice-presidente. Doug, come lo chiama la moglie, è anche il primo ebreo coniuge di un vice-presidente. Ed è un ebreo di Brooklyn, vale a dire la quintessenza dell’ebraismo statunitense.

Nato appunto a Brooklyn nel 1964, è un abile avvocato, partner dello studio DLA Piper di Los Angeles, specializzato da oltre 25 anni in proprietà intellettuale, media e spettacolo. Ha seguito cause celebri, come quella relativa al cane Chihuahua che pubblicizzava la catena di fast-food Taco Bell, inducendo nel 2009 un giudice federale a condannare il fast food al pagamento di 42 milioni di dollari.

Un professionista di successo, che però non ha esitato a rovesciare l’ultimo degli stereotipi: l’11 novembre, dopo il voto, ha annunciato che lasciava la pratica legale per sostenere la moglie. Tutto questo mentre la moglie di Biden, Jill, diceva che avrebbe continuato a insegnare all’università (nel discorso di accettazione del 7 novembre, Joe si era presentato come «il marito di Jill»).

Al di là del rovesciamento dei cliché, la rinuncia alla carriera di Doug dice forse qualcosa sulla posizione che il «Second gentleman» avrà nell’amministrazione Biden. «Il ruolo del coniuge del vicepresidente è rimasto aperto all’interpretazione nel corso della storia» si legge in un’analisi pubblicata sul sito Insider sulla «nuova era dei coniugi politici». «Questa flessibilità dà a Emhoff la possibilità di definirlo, in quanto primo uomo a ricoprire tale posizione».

Insider ha chiesto un commento a Myra Gutin, docente di Comunicazione alla Rider University e autrice di The President’s Partner: The First Lady in the Twentieth Century. «So che vuole sostenere la carriera politica di sua moglie e sostenerla come vicepresidente» ha risposto la professoressa. «Guardando l’agenda e ciò che questa amministrazione ha di fronte, sarà affascinante vedere cosa farà Doug Emhoff».


Il marito di Kamala, l’arma segreta dell’amministrazione Biden
Il giuramento di Kamala Harris, con a fianco il marito Doug Emhoff, il 20 gennaio 2021 a Washington (Getty Images).
Il giuramento di Kamala Harris, con a fianco il marito Doug Emhoff, il 20 gennaio 2021 a Washington (Getty Images).

Il marito di Kamala, l’arma segreta dell’amministrazione Biden
Il giuramento di Kamala Harris, con a fianco il marito Doug Emhoff, il 20 gennaio 2021 a Washington (Getty Images).


Per cercare di capirlo, può essere utile scorrere la sua biografia. «Gli amici hanno descritto Emhoff come un ebreo meno-che-osservante, ma che si identifica fortemente con l’ebraismo e ne è profondamente plasmato» ha scritto il Times of Israel. «La pubblicazione ebraica Forward lo ha celebrato come “Second Mensch”. Quando il suo reporter ha chiesto alla madre di Emhoff, Barbara, della sua educazione religiosa, è stata evasiva, ma ha ammesso: “Ha fatto il Bar mitzvah nel New Jersey, questo ve lo posso dire”. Nato a Brooklyn e cresciuto nel New Jersey, si dice che abbia ricordi felici del campo estivo ebraico, dove ha vinto premi atletici».

Durante gli anni della scuola superiore si è trasferito con la famiglia a Los Angeles e si è laureato in Legge in California. Dopo un primo matrimonio da cui sono nati due figli, nel 2013 ha incontrato Kamala, sua coetanea, a un appuntamento al buio organizzato da un’amica comune. L’opinione pubblica ha saputo di questo appuntamento il 17 gennaio scorso, quando sulla rete Cbs è andata in onda una doppia intervista, condotta a lui e alla moglie da Jane Pauley nello show «Sunday morning».

Ha raccontato Kamala: «Quindi, sì, la mia migliore amica ci ha organizzato un appuntamento al buio. E mi ha detto: “Fidati di me. Fidati di me. Solo non…” Sa, voleva che iniziassi così, e mi ha detto, “Non cercarlo su Google”. L’ho fatto!». Ed è così che Doug ha scoperto che la sua futura moglie si era informata sul suo conto prima di incontrarlo. Poi, per sua stessa ammissione, è stato «amore a prima vista».

Si sono sposati l’anno dopo, il 22 agosto 2014. Ed è tutto andato liscio. Soprattutto con i figli dal primo matrimonio: Cole, chiamato come John Coltrane, ed Ella, chiamata come Ella Fitzgerald. I ragazzi hanno accolto bene Kamala, che hanno soprannominato con il nomignolo di ispirazione yiddish «Momala», piccola mamma.

Anche se si definiva «non eccessivamente politico», quando Kamala ha iniziato la corsa per la Casa Bianca, Doug non si è tirato indietro. Anzi. «Ha messo in pausa la sua fiorente attività di avvocato dello spettacolo a Los Angeles per sostenere la candidatura di sua moglie a vice presidente» ha scritto il sito della Abc. «Ma tutti quei decenni passati nei corridoi dei più grandi studi legali della nazione non sono stati sprecati nell’arena di lusso della politica presidenziale». Altro che: grazie ai suoi contatti nel mondo legale e in quello dello spettacolo, Doug si è rivelato un preziosissimo raccoglitore di fondi, oltre che un entusiasta sostenitore sui social media.

E adesso che la corsa è vinta, che cosa farà? Per il momento ha annunciato che il prossimo semestre insegnerà alla facoltà di Legge della Georgetown University. Ma in tanti sospettano che nel suo futuro non ci saranno solo lezioni ed esami, a differenza di Joachim Sauer, il marito di Angela Merkel che fa il professore di Chimica fisica all’Università Humboldt di Berlino. Anche perché Kamala Harris sta già scaldando i muscoli per la corsa del 2024. Occasione nella quale Doug potrebbe rivelarsi, a maggior ragione, la sua «arma segreta».

La cognata di Kamala Harris che vive in Italia

«Sì, Kamala Harris ci ha detto che ha una cognata che vive in Italia». Alan Golds è il producer del Sunday Morning Show della Cbs, che lo scorso 17 gennaio ha intervistato la vice-presidente degli Stati Uniti Kamala Harris e suo marito, l’avvocato Douglas Emhoff. Nel corso del colloquio con la conduttrice Jane Pauley, parlando del collegamento Zoom della domenica sera con il quale si tengono in contatto con la loro famiglia allargata, sparsa in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, all’India, Kamala ha rivelato una notizia inedita. «Abbiamo familiari in Italia. Mia cognata ha sposato un italiano, per cui vivono lì con i loro due bambini». Un’intervista ricca di informazioni sul marito Doug, che tnati a Washington ritengono l’«arma segreta» dell’Amministrazione Biden.

È stato difficile organizzare l’intervista?

«No, non è stato difficile organizzarla, nonostante mancasse solo una settimana all’insediamento del vicepresidente eletto. Era da un po’ di tempo che parlavamo con il suo staff, quindi si è trattato solo di fissare l’ora esatta e il luogo».

Che impressione ha avuto di Doug Emhoff?

«Mi è sembrato amichevole e con i piedi per terra, proprio come è apparso nell’intervista. Era disposto a rispondere a qualsiasi domanda. Lui e la moglie appaiono in modo evidente molto legati. Lui non ha cercato di incentrare l’intervista su se stesso; ognuno ha incluso l’altro nelle proprie risposte e nella discussione generale. Un’annotazione significativa: lui si è presentato con un abito grigio che si abbinava molto bene a quello di lei, allora ha cambiato abito solo per non far sembrare che stessero cercando di abbinarsi».

Sullo schermo appare rilassato. Com’è dal vero?

«Mentre intervistavamo lei, lui se ne stava seduto tranquillamente; non ci si rendeva neanche conto della sua presenza. Quando è stato il momento di parlare con lui, si è dimostrato alla mano e disponibile a lavorare con noi. Al termine è rimasto a chiacchierare un po’ con noi mentre scattavamo qualche foto».

Si è fatto un’idea del ruolo che avrà nei prossimi quattro anni? Sarà un ruolo politico?

«Non ha parlato di un ruolo definito con nessuno, noi compresi – ha detto solo che sosterrà sua moglie in ogni modo possibile».

A proposito della cognata che vive in Italia, si sa chi è?

«Non so nient’altro di sua cognata. Per motivi di sicurezza, il suo staff non ha voluto identificare i parenti o dire dove si trovano esattamente».

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