Home » Attualità » Politica » Non c’è alternativa al centrodestra (in salute). Lo dicono i sondaggi, lo dicono i fatti

Non c’è alternativa al centrodestra (in salute). Lo dicono i sondaggi, lo dicono i fatti

Non c’è alternativa al centrodestra (in salute). Lo dicono i sondaggi, lo dicono i fatti

Fratelli d’Italia in crescita, come la Lega e Forza Italia tiene anche senza il suo fondatore. A sinistra invece l’effetto Schlein ormai è esaurito

La crisi di consenso non c’è. Gli oppositori del governo hanno provato a far passare il messaggio di un distacco tra la maggioranza parlamentare e quella del paese, ma i sondaggi continuano a fotografare un governo forte e una opposizione che tende allo sbando. Il centrodestra, un anno dopo aver preso il potere, si attesta quasi al 50% dei consensi elettorali nonostante le difficoltà economiche e d’immigrazione che il paese attraversa. Al contrario il Pd registra il suo minimo storico di consenso da quando Elly Schlein ne ha preso le redini.

Il Partito Democratico della segretaria non è mai decollato nel sostegno popolare: sempre sotto il 21% nei sondaggi, con risultati disastrosi a livello locale e regionale, con alleanze sospese e poco chiare tra centro e movimento 5 stelle. Allo stato attuale Schlein non avrebbe alcuna chance di vincere le elezioni politiche e sembrano poche le possibilità anche di sfondare nelle prossime elezioni europee.

Non va meglio al centro dove le divisioni di Renzi e Calenda hanno distrutto le possibilità di una formazione unica capace di insidiare Forza Italia. Per paradosso il partito più stabile a sinistra è il Movimento 5 Stelle, trasformato nel partito di Conte, che sfrutta la trazione populista e assistenzialista. Proprio i pentastellati impediscono alla Schlein di sfondare a sinistra, mentre l’elettorato di centro sembra rifiutare l’offerta progressista e socialista della segretaria. Sono questi i motivi per cui il campo largo non esiste e anche l’alleanza tra Pd e Movimento non decolla.

Tutto questo va a vantaggio del centrodestra che oggi si ritrova come unica opzione di governo del paese. Inoltre, molti nutrivano dubbi sulla capacità di resistenza di Forza Italia dopo la scomparsa di Berlusconi. Invece il partito di Tajani è per ora stabile, non va mai fuori le linee rosse tracciare da Meloni e tale compostezza resterà almeno fino alle europee. Tutto ciò non significa che il governo debba dormire sonni tranquilli.

Le difficoltà ci saranno, soprattutto il prossimo anno: una probabile recessione, l’alto costo del debito, gli incagli burocratici del PNRR, le crisi internazionali e migratorie. È probabile che molte promesse elettorali non saranno rispettate oppure verrano spezzettate in tante micro-politiche. Tuttavia, pur se tutto questo può mettere in difficoltà la maggioranza e creare in potenza una disaffezione elettorale nel medio-lungo periodo, ad oggi non ci sono margini per ipotizzare crisi politiche devastanti per il centrodestra. Invece potrebbe accadere il contrario, cioè il collasso definitivo di una sinistra senza idee, senza carisma e senza unità. Cosa succederebbe il prossimo giugno se i sondaggi di oggi rispecchiassero i risultati delle urne? A rischiare il posto sarebbe Schlein e non Meloni.

TUTTE LE NEWS DI POLITICA

© Riproduzione Riservata