A Sutri va in scena un’arte antica ma vitalissima, reinterpretata da una galleria di autori contemporanei. Che danno forma a suggestioni perturbanti ed echi del passato, variazioni geometriche e sogni liberatori.
L’impegno, la passione, la determinazione delle persone che vivono a Sutri e coltivano l’arte si sono riflessi nell’attività della amministrazione, generando, dopo quattro grandi mostre: Idillio verde a Sutri, Dialoghi a Sutri. Da Tiziano a Bacon, Incontri a Sutri. Da Giotto a Pasolini, Luci e ombre a Sutri. Dal Barocco al Futurismo, con preziosi cataloghi, una nuova mostra, autogestita, ambiziosa e originale, Èthos: Keramikos, 2022, dal 30 gennaio al 18 aprile. Una sfida della città che ha inteso nella storia e nell’arte la sua vocazione primaria, caratterizzandosi, tra i borghi più belli d’Italia, per le mostre nel museo di Palazzo Doebbing da me istituito nella sede vescovile, dopo un esemplare e prodigioso restauro di Romano Adolini. Una sede ideale per la versatilità degli spazi.
La nuova mostra è particolarmente sofisticata perché si muove nell’esclusiva ambito della ceramica, risalendo alle fonti della copiosa produzione etrusca, di sorprendente attualità. Ecco allora una intensiva ricognizione dei territori dell’arte contemporanea in ceramica in Italia con una selezione di artisti attivi nel campo della scultura fittile – Rosana Antonelli, Tonina Cecchetti, Eraldo Chiucchiù, Mirco Denicolò, Ellen G., Luca Leandri, Massimo Luccioli, Mirna Manni, Riccardo Monachesi, Sabine Pagliarulo, Angela Palmarelli, Marta Palmieri, Fiorenza Pancino, Paolo Porelli, Attilio Quintili, Antonio Taschini, Mara van Wees. E poi spazio di confronto con artisti di più lunga esperienza – Clara Garesio, Nedda Guidi, Giuseppe Pirozzi e Aldo Rontini – la cui ricerca nello stesso ambito ha costituito un significativo punto di partenza per le sperimentazioni successive.
Secondo gli ideatori, molto sensibili e giudiziosi, la resistenza di un genere come la ceramica ha uno stretto collegamento con la tradizione: «Èthos è il tema/titolo di questa edizione di Keramikos. In origine il termine greco èthos sta per “abitare un luogo”, e implica quindi anche un riferimento alle tradizioni e alla cultura locali, grazie alle quali si forma il carattere e il modo di essere della persona. In filosofia e nelle scienze sociali èthos indica pertanto la norma di vita, la convinzione e il comportamento pratico dell’individuo ed è l’oggetto proprio dell’etica. Può significare inoltre “inizio”, come la volontà di una ripartenza dopo la pandemia, “apparire”, come la connotazione propriamente visivo-estetica dell’oggetto d’arte, “disposizione” e da qui anche “carattere” o “temperamento”, come proiezione nell’opera dello stato d’animo dell’artista e della propria personale concezione del mondo».
Nata opportunamente nel 2007 con l’obiettivo di confermare la ceramica come vivo medium espressivo e creativo, la biennale di scultura ceramica contemporanea Keramikos testimonia la vitalità di una tradizione antichissima e la sua costante, assidua e significativa presenza nella ricerca artistica contemporanea, non solo nella «capitali» storiche come Faenza o Caltagirone. Dal 2014 è ideata e organizzata dall’associazione culturale Magazzini della Lupa che, negli anni, ha contribuito a diffondere attraverso mostre e pubblicazioni la cultura ceramica. Sono stato molto colpito dalla armonia e completezza della scelta, con un grande equilibro di qualità.
Si parte dalle terrecotte ingobbiate dell’ultraottantenne Giuseppe Pirozzi che destruttura composizioni all’apparenza figurative con grande rigore, ma senza rimpianti per l’ordine perduto. Dall’inizio degli anni Sessanta la sua attività artistica è stata sotto osservazione dei maggiori critici d’arte italiani, Lea Vergine, Luciano Caramel, Enrico Crispolti, Raffaello Causa, Luigi Carluccio, Filiberto Menna, Giuseppe Appella. Dal 2000 è Accademico scultore dell’Accademia nazionale di San Luca. «Una volta approdato alla terracotta colorata, il racconto si svolge sempre per accumulo di elementi, come se la scultura fosse diventata un deposito in cui le immagini si stratificano e assumono la loro sostanza di memorie liberamente sovrapposte. Allo stesso tempo, poi, si chiarisce la natura grafica della scultura di Pirozzi, che in molti casi diventa quasi un disegno a rilievo, in cui la forma è avvinta fra l’essere inglobata o fuoriuscire dal piano. Crispolti parla di “una consistente ricorrenza combinatoria oggettuale”» (Luca Pietro Nicoletti).
Non so se sia così, ma c’è in Pirozzi una grande stratificazione di pensieri. Si continua con la festosa Clara Garesio. In ambito neometafisico si muove Tonina Cecchetti. Di lei Giancarlo Bojani, mio perduto amico: «Le figure sono imperfette. Evidenziano gravi mancanze fisiche. Ecco, sono “perturbanti”, includono inquietudine. Sigmund Freud parla di “perturbante” come della sensazione di disagio davanti a un qualcosa che ci sembra di conoscere da sempre, che ci è familiare, eppure ha in sé qualche cosa di “spaventoso”, che dà angoscia, paura… Non c’è cinismo in queste opere, c’è soltanto un robusto senso della realtà».
In direzione informale si muove Angela Palmarelli «Superfici solcate, tessiture cuneiformi, spigoli graffianti, fenditure taglienti, eruzioni magmatiche formano elementi artefici-naturali che hanno con l’intelletto un rapporto di odio amore, di dipendenza e di liberazione. Nella percezione dell’Invisibile si nasconde la vera natura astratta delle terrecotte di Angela Palmarelli» (Eva Clausen). Segue Fiorenza Pancino, che nasce in Veneto nel 1966, ma vive e lavora a Faenza da oltre vent’anni. Poetica, spontanea e irregolare, è memore di un maestro come Andrea Parini. Ama la ceramica, che «le assomiglia perché soffre degli sbalzi di temperatura», ma per le sue ricerche artistiche usa anche altri medium, video, fotografia e materiali come carta e tessuto.
Poi Mara van Wees, nata in Olanda, spirito olandese nelle origini e nella formazione, dopo gli studi all’Accademia di belle arti si immerge nella cultura rinascimentale per trasmigrare poi a lungo nella chiarità luminosa di Capri e approdare infine a Roma, divisa tra l’attività nella capitale e quella fruttuosa in Maremma tra Vulci e la Toscana. Nel suo lavoro è sempre leggibile l’impronta coerente e consapevole di ogni passaggio vissuto ed elaborato: la fiducia nel rigore formale e geometrico del primo De Stijl – il movimento del Neoplastico fondato nei Paesi Bassi – la suggestione neoplastica che la Van Wees scioglie in una rottura poetica di linee ortogonali che restano però, dopo la decostruzione, ancora classiche, cinquecentesche per ritmo e tensione, votate al dialogo con la luce e con lo spazio indefinibile del respiro naturale delle cose.
Ancora Eraldo Chiucchiù, curioso e primordiale ceramista di Deruta; il giovane ed elegante Riccardo Monachesi; il sobrio e monocromo Luca Leandri; Ellen G., mossa da uno spirito geometrico e combinatorio; Sabine Pagliarulo che intercetta l’imperfezione della natura; il fantasioso e originario Massimo Luccioli, attivo a Tarquinia, che si muove nel palinsesto della storia, traendo spunto da frammenti archeologi sepolti dal tempo e dalla sabbia, talvolta incrociando Dubuffet e Giacometti; ironico e ludico, anche concettualmente, Paolo Porelli; primigenia e mimetica rispetto alla forza della natura, Mirna Manni, attiva a Sutri con discrezione e misura; insofferente delle forme chiuse, l’argentina Rosana Antonelli; cultore del frammento e della memoria archeologica, Antonio Taschini; rigeneratore della spirito di Fornasetti, Mirco Denicolò, sofisticato romagnolo. Grande e potente Aldo Rontini, erede di Domenico Rambelli e gloria di Faenza, sognatore di un classicismo perduto.
Importante, e ormai nella storia, è la decana della mostra: Nedda Guidi, nata nel 1927, forte come Eduardo Chillida ed elegante come Louise Nevelson. Per lei la ceramica è lo strumento di una idea, la espressione di un concetto. Chiude la mostra Attilio Quintili, traduttore in ceramica delle sperimentazioni di Burri, nel medesimo spirito, senza derivazioni. Una mostra, varia, ricca, originale, che trasforma la tecnica in emozione.