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Se questo è un giudice

Non solo il consigliere messo lì da Paolo Gentiloni denigra i «no vax», idolatra Toni Negri, vuole «ricacciare nelle fogne» la destra e «far sbavare di rabbia» la maggioranza: Marcello Degni ha il coraggio di difendersi e giura di «resistere, resistere, resistere». L’opera di sminamento di chi rifiuta la democrazia è solo all’inizio

Il giudice, oltre a essere super partes, deve apparire tale.

Così dice il buon senso, oltre che la legge. Ma Marcello Degni, magistrato della Corte dei conti, pare invece pensare che nulla, neanche il fatto di indossare la toga e di decidere in materie amministrative che si intrecciano a questioni politiche, gli impedisca di dire e fare quel che gli pare.

Dunque, anche ieri, dopo che avevamo segnalato un suo tweet in cui arrivava fino al punto di augurarsi che il Paese finisse in esercizio provvisorio (per la mancata approvazione della finanziaria entro i tempi previsti), invece di chiedere scusa e rientrare nei ranghi, che dovrebbero essere appunto super partes, replica con un «Resistere, re-sistere, resistere», scimmiottando Francesco Saverio Borrelli. Degni, tuttavia, più che il capo della Procura di Milano ai tempi di Mani pulite, sembra un capo partigiano che non si rassegna alla fine della guerra e, soprattutto alla vittoria delle elezioni da parte del centrodestra. E quindi pensa di dover combattere ancora fino al sorgere del Sol dell’Avvenire. Per capirlo basta dare un’occhiata al suo account e ai tweet che nel passato ha postato. Da militante più che da giudicante.

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