Il curioso caso del ministro Azzolina che diventa preside grazie a un concorso molto contestato, annullato dal Tar dopo la segnalazione di varie irregolarità. Sospensione però revocata dal Consiglio di Stato, con il supporto del ministero di cui è titolare lei stessa.
C’era una volta l’Italia che teneva famiglia. Era un’Italia in cui il padre cercava di trovare lavoro al figlio, il fratello segnalava la sorella, il marito si impegnava per fare assumere la moglie. Adesso no, ora c’è l’Italia che invece della famiglia tiene i single e il singolo non pensa ai famigliari, ma a sistemare se stesso. A spiegare come sia messo il Paese, non c’è nulla di più concreto della vicenda che riguarda il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. La spiega a pagina 32 Maurizio Tortorella, il quale racconta il curioso caso di un ministro che diventa preside grazie a un concorso molto contestato, annullato dal Tar dopo la segnalazione di varie irregolarità e diverse indagini delle Procure. Sospensione però revocata dal Consiglio di Stato, con il supporto del ministero di cui è titolare l’Azzolina, che – guarda caso – è pure una delle persone che dall’annullamento della prova avrebbe tutto da perdere.
Difficile districarsi in un simile guazzabuglio dove un rappresentante delle istituzioni gioca più parti in commedia, dando una plastica rappresentazione di ciò che significa il conflitto d’interessi? Non preoccupatevi: cominciamo da capo. Lucia Azzolina, prima di essere eletta in Parlamento, faceva l’insegnante precaria a Biella e aspirava legittimamente a salire un gradino nella carriera di docente, diventando preside. Per questo partecipò nel 2018 al concorso per dirigente scolastico. Quando questo fu indetto, il futuro ministro era una semplice professoressa e dunque aveva pieno titolo per concorrere, ma quando si svolse la prova, nel novembre del 2018, Azzolina era già parlamentare dei Cinque stelle. Certo, non c’è nessuna legge che vieti a un onorevole di partecipare a un concorso pubblico, ma diciamo che motivi di opportunità lo sconsiglierebbero. Tuttavia, non è questo il punto: come chiunque altro, Azzolina si sottopone alla prova scritta e successivamente a quella orale. Dopo di che, in attesa delle graduatorie, presenta un’interrogazione parlamentare proprio sui ritardi nella pubblicazione dei risultati del concorso. Fin qui siamo ancora nell’ambito dello strano ma legittimo. Il bello viene dopo, ossia quando diversi insegnanti segnalano le irregolarità compiute da alcuni commissari, i quali non avrebbero applicato in modo corretto i criteri di valutazione dei candidati. Le graduatorie, tuttavia, sono pubblicate e Lucia Azzolina risulta tra le vincitrici, sul fondo della classifica, cioè con una valutazione al minimo, ma promossa e dunque non ancora assunta, ma abilitata a fare la preside. Un linguista che è stato fra i suoi esaminatori, Massimo Arcangeli, rivela però che non solo nel testo dell’abilitazione la professoressa Azzolina avrebbe copiato quasi il 20 per cento delle frasi, ma che su alcune materie, come informatica, non avrebbe risposto a nessuna domanda, al punto da prendersi uno zero. Mentre l’esame d’inglese è andato appena meglio: 5 risposte su 12. Qual è l’effetto della denuncia pubblica del professor Arcangeli? L’Azzolina, da sottosegretario all’Istruzione che era (nominata il 16 settembre dello scorso anno), viene promossa ministro dell’Istruzione.
Sì, all’estero i ministri accusati di aver copiato la tesi sono costretti alle dimissioni (è accaduto in Germania: è successo con Karl-Theodore zu Guttenberg e Annette Schavan, il primo alla Difesa, la seconda all’Istruzione), da noi i parlamentari sospettati d’aver fatto lo stesso li fanno ministri. Ma non è finita. Come dicevamo e come Tortorella spiega nei dettagli, diversi esclusi dal concorso hanno fatto ricorso. C’è chi ha presentato denuncia in Procura e chi si è appellato al Tar. Risultato, i magistrati penali aprono dei fascicoli d’indagine e quelli amministrativi decidono l’annullamento della famosa prova che ha abilitato Lucia Azzolina a fare la preside. Ma il ministero, di cui l’onorevole pentastellata non è ancora la numero uno bensì sottosegretaria, si oppone appellandosi al Consiglio di Stato e così l’annullamento del concorso viene a sua volta sospeso e si fissa un’udienza per il 26 ottobre. Nel frattempo, Azzolina è ministro e dunque, entro poche settimane, i rappresentanti del suo dicastero si presenteranno per sostenere la tesi che la prova del 2018 non ha motivo di essere cancellata. E non importa che la prima a beneficiarne potrebbe proprio essere lei, la ministra.
Da ultimo, siccome mancano gli insegnanti, Azzolina autorizza l’assunzione tra le graduatorie contestate. In pratica, assume se stessa. Sì, la ministra non tiene famiglia. Fa da sola.