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Guai a gioire di Parigi, rischiamo lo stesso

Guai a gioire di Parigi, rischiamo lo stesso

«È la rivolta dei ragazzi» titola il quotidiano che un tempo fu dei vescovi e oggi è l’organo della ridotta cattocomunista. «Il modello banlieue non regge più» gli fa eco il giornale del capitalista senza capitali, anzi con i capitali, ma rigorosamente parcheggiati in Svizzera, dove il magnate tiene casa

A leggere ciò che resta della stampa cosiddetta progressista, da un lato si scorge una simpatia per coloro che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia e non per antipatia nei confronti di Emmanuel Macron, ma per attrazione verso qualsiasi cosa assomigli a una rivoluzione. Dall’altro lato invece, si intravede la critica ai ghetti creati attorno alle principali città transalpine, ormai diventati simbolo di esclusione ed emarginazione. Nessuna delle testate che paiono prendersi a cuore la questione ha però il coraggio di dire che quello è il destino che ci attende se non metteremo un freno all’immigrazione disordinata che sta sconvolgendo la vita delle nostre città.

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