Altro che depenalizzare il consumo di sostante stupefacenti. Io sono per punirlo. Essere fuori di testa per aver «pippato» non è un’attenuante: per me è un’aggravante. Hai accettato di correre il rischio, dunque paga.
Il 15 dicembre il segretario dei Radicali italiani Massimo Iervolino ha lanciato l’ennesimo appello per la liberalizzazione delle droghe. «Solo nell’ultimo mese, a Roma sono state arrestate 115 persone per spaccio e traffico della droga» ha detto via Facebook l’erede di Marco Pannella. «Bisogna ribaltare l’approccio della lotta alla droga attraverso politiche antiproibizioniste volte alla legalizzazione della cannabis e alla depenalizzazione dei reati legati al consumo delle altre sostanze». E per questo il segretario di ciò che resta del partito con la rosa nel pugno ha chiesto al centrosinistra di attivarsi per convincere il governo giallorosso a varare nuove norme sulle sostanze stupefacenti.
Ho sempre pensato che cancellare dal codice penale il reato di spaccio di droga fosse sbagliato, perché avrebbe consentito la libera circolazione di ogni genere di sostanza, e nei Paesi che hanno scelto di farlo la situazione del consumo di stupefacenti non è certo migliorata, anzi, quasi sempre si è lasciato campo libero alle bande criminali. Tuttavia, in passato ero anche convinto che l’uso e l’abuso di acidi e allucinogeni fosse sostanzialmente affare di chi sceglie di farsi. In fondo, ognuno è libero di rovinarsi la vita come vuole: se decide di fumare, di bucarsi o di sniffare, lo Stato non può impedirlo, perché in democrazia ognuno può scegliere il proprio destino e non spetta alle istituzioni fare da badante. Però, se questo era il mio pensiero fino a qualche tempo fa, di recente ho cambiato opinione e credo che la legge debba punire, severamente, non solo i trafficanti di droga, ma anche i consumatori. Lo so, qualcuno penserà che da garantista mi sia trasformato in manettaro, che vuole fare finire in gattabuia le persone. No, dopo aver letto tanti casi di cronaca che hanno per protagoniste persone drogate comincio a credere che chi «pippa» non possa essere considerato innocente. Quando un tizio si droga, mette in conto di perdere un po’ del proprio autocontrollo e della propria lucidità e spesso questa rinuncia induce a compiere reati, a fare vittime anche involontariamente. Tuttavia, il drogato accetta il rischio e per questo non può che essere considerato una persona socialmente pericolosa. Immagino che per qualcuno la mia tesi sia ritenuta aberrante, perché non è possibile criminalizzare a prescindere un comportamento, per lo meno fino a che quel comportamento non diventi un reato.
E però troppe volte ci siamo trovati davanti a crimini che non hanno altra giustificazione che il consumo di droga. Ricordate l’efferatezza dell’omicidio di Luca Varani, il giovane torturato da due amici dopo un festino a base di sesso e stupefacenti. Manuel Foffo e Marco Prato fecero scempio del corpo del ragazzo. Ma non c’è solo la storia terribile del giovane romano. Ci sono anche i delitti contro dei bambini di pochi anni, il cui unico torto è stato di venire al mondo in famiglie in cui si faceva uso di sostanze stupefacenti. Un po’ di tempo fa, Maurizio Tortorella scrisse un servizio dal titolo La strage degli innocenti. L’articolo era corredato dalle foto sorridenti dei bambini, ma a leggere i verbali di polizia, dopo la morte di questi cuccioli non c’era da sorridere. Seviziati, massacrati a pugni e calci, strangolati perché disturbavano i genitori mentre facevano sesso. Dal broker di Genova che ha ucciso il figlio di 8 mesi della compagna dopo aver assunto cocaina, al piccolo di due anni massacrato dal papà strafatto di droga mentre la mamma assisteva indifferente. Certo, non tutti i consumatori di stupefacenti sono assassini, ma potenzialmente lo possono diventare anche solo salendo in auto mentre sono sotto effetto delle sostanze che hanno assunto. Quanti sono gli incidenti provocati da automobilisti sotto l’effetto della «roba». Vi siete mai chiesti perché siano aumentati in misura esponenziale i pirati della strada, ossia le persone che dopo aver provocato un incidente stradale fuggono? Non sono tutti ubriachi, tanti sono strafatti e cercano di far passare qualche giorno per evitare accuse più gravi.
Sì, la droga uccide, ma non soltanto chi ne fa uso, uccide anche persone inconsapevoli. È per questo che abbiamo deciso di dedicare la copertina di Panorama al caso di Alberto Genovese. La sua vicenda non si riduce alla storia di un uomo ricco e di successo che crede di poter comprare tutto, anche lo stupro. No, il denaro è una componente, ma tutto ruota intorno alla droga, a quelle sostanze che ti fanno sentire onnipotente e che ti spingono a violentare in maniera bestiale una ragazza di 18 anni, tenendola in catene e usando su di lei ogni violenza. Il drogato è un uomo pericoloso. Altro che depenalizzare il consumo di sostante stupefacenti. Io sono per punirlo. Essere fuori di testa per aver «pippato» non è un’attenuante: per me è un’aggravante. Hai accettato di correre il rischio, dunque paga.
