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C’è un mondo parallelo in Ucraina

C’è un mondo parallelo in Ucraina

Le rappresentazioni di una fauna fantastica e poi una quotidianità – nel Paese dove oggi divampa la guerra – resa surreale dall’irradiarsi della luce e dei colori. C’è l’occasione di scoprire Maria Prymachenko, un’artista straordinaria che in una semplicità naïve comunica una lezione di vita.


La felicità si unì al dramma, al primo annuncio in Italia, un arioso vagito, in condizioni di precarietà e sofferenza, di Maria Primachenko: alcune sue opere, dichiarate preziose, erano state distrutte a pochi giorni dall’inizio dei bombardamenti russi contro l’Ucraina: domenica 27 febbraio 2022 il quotidiano online Kyiv Independent, in rete con le principali agenzie e i giornali europei, comunicò che il Museo di storia di Ivankiv era stato colpito da un incendio, insieme con circa 25 opere della Prymachenko, poi miracolosamente salvate. Con il passare dei giorni si diffuse infatti la notizia che i dipinti erano stati recuperati da un abitante della zona prima di essere bruciati.

Le straordinarie opere dell’artista ucraina Maria Prymachenko, arrivano per la prima volta in Italia con due sedi prestigiose di esposizione. A Palazzo delle Albere, Trento, si vedranno 54 tele, mentre al museo dei Portici di Viterbo ne arriveranno altre 15. La doppia mostra apre il 28 febbraio e prosegue fino al 4 giugno.

La pronipote della pittrice, Anastasiia Prymachenko, oltre a confermare che i dipinti erano stati messi al sicuro, raccontò a The Times la coraggiosa impresa di un uomo che si è introdotto nel Museo di Ivankiv mentre l’edificio era già in fiamme. La notizia accese, nel fuoco, anche la curiosità per un’artista amatissima in patria e poco conosciuta in Italia. Apparve così una personalità straordinariamente luminosa e originale, ben oltre l’ambito del mondo dei primitivi. La Primachenko è l’anima del Novecento, che ha percorso tutto, dal 1909 al 1997, con due guerre, prima di quest’ultima che avrebbe trovato incomprensibile, interpretando, con innocenza e poesia, la grande anima russa. Maria ha iniziato a muoversi come artista da bambina, grazie alla madre, esperta ricamatrice. Disegnava fiori con ago e fili colorati e dipingeva uova pasquali. Un episodio colpì la sua fantasia: «Una volta, da bambina, inseguivo un branco di oche. Quando raggiunsi una spiaggia di sabbia, sulla riva del fiume, prima di attraversare un campo punteggiato di fiori selvatici, iniziai a disegnare con un bastone sulla sabbia fiori reali e immaginari… Più tardi, decisi di dipingere i muri della mia casa usando pigmenti naturali. Dopo di che non ho più smesso di disegnare e dipingere».

Tutti furono colpiti dalle invenzioni e dal talento della bambina che, per una poliomielite, fu costretta per lungo tempo a letto. La malattia per contrasto stimolò ancor più la sua ricerca artistica, mossa da un gusto istintivo. La Primachenko fu riconosciuta nei suoi ricami e nei suoi dipinti da Tetiana Floru, che la invitò a Kiev. Qui Maria incontrò altri artisti, misurandosi con loro. I suoi erano piccoli acquerelli dai colori vivaci con animali immaginari e fiori.

Folklore e invenzioni di fantasia animano le sue creazioni.
Il primo riconoscimento è a una mostra d’arte nazionale dell’Unione sovietica nel 1936. Espose in seguito a Parigi, Varsavia, Sofia, Montreal e Praga. Nel 1937 ebbe la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi, senza lasciare l’Ucraina.
A Kiev curò la sua malattia e conobbe anche il marito, Vasyl Marynchuk. Separati dal Secondo conflitto mondiale, Maria rimase vedova mentre aspettava un bambino. L’altra perdita fu quella del fratello, giustiziato dai nazisti. Abbandonò per un periodo la pittura, e la riprese con nuovi soggetti e altre tecniche. Fu universalmente apprezzata, tanto che Pablo Picasso disse: «Mi inchino davanti al miracolo artistico di questa brillante ucraina». Anche Marc Chagall si ispirò agli animali della Primachenko. Maria fondò a Bolotnya, dove era nata, una scuola d’arte per bambini. Il suo obiettivo era raggiungere e trasmettere uno stato di felicità, continuo, incontinente, diffuso, senza misurarsi con la realtà. I suoi dipinti irradiano luce con simmetrie variabili, in una continua fioritura di forme, senza ombre, senza profondità: un’estasi visiva, contagiosa, irriducibile. La sua opera trasmette un senso di ebbrezza musicale che non conosce pause, riflessioni. Le immagini sono controllate da una armonia interna, una geometria variabile. La sua ricerca esprime l’essenza dell’arte popolare ucraina in una dimensione fiabesca, in una infanzia senza fine. La semplicità dell’invenzione non è un limite, ma un perfezionamento della visione che è tutta interiore, spirituale e trasmette una perenne condizione di estasi.

La Primachenko fu conosciuta in tutto il mondo con la serie del 1986 sulla catastrofe nucleare di Chernobyl, vicino al villaggio dove abitava. Questa serie fu una delle più notevoli presenze alla mostra Il était une fois Tchernobyl al Centre de culture contemporaine de Barcelone (CCCB) nel 2006. In Ucraina, Maria Primachenko è conosciuta soprattutto come illustratrice di libri per ragazzi. Scrive Angelo Volo: «La persona più fredda e amareggiata, se arriva per caso alla mostra, se guarda a lungo i dipinti di Primachenko, si sorprenderà sicuramente a cercare di ricordare qual è stata la prima fiaba che sua madre gli ha letto durante l’infanzia. E per qualche motivo ricorda anche qualcosa di indiano-messicano, di altrettanto selvaggio e bello».

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