Il primo cittadino di Mandello Del Lario ha chiuso lo stadio dei ragazzi. Perché gli adulti insultavano gli avversari
e incitavano alla violenza. Vanificando il valore del gioco.Ci sono situazioni nelle quali per educare le persone occorre dare segnali forti, molto forti. Nessun tipo di violenza, ovviamente, ma sempre tenendo conto dell’antico detto «o con le buone o con le cattive». Si è comportato così Riccardo Fasoli, sindaco di un comune in provincia di Lecco, Mandello del Lario, che si è trovato a dover chiudere il piccolo stadio al pubblico (soprattutto a genitori e parenti dei giovani atleti) perché bestemmie, insulti razzisti, scontri fra genitori fino alle botte, gli hanno fatto dire: «Mi vergogno di quel che accade, così non si può continuare». Una domenica di febbraio è anche esploso un ordigno non meglio specificato che ha colpito uno spettatore. D’ora innanzi, a Mandello del Lario, si giocherà a porte chiuse.
La decisione del primo cittadino non fa una piega. Se avesse permesso di continuare questo indegno spettacolo dove i più grandi, responsabili fino a prova contraria dell’educazione dei più giovani, incitavano alla violenza, offendevano gli avversari, li fomentavano in modo irresponsabile nei confronti degli avversari finché ne facevano le spese anche i direttori di gioco, pure loro giovani, non avrebbe svolto a pieno il suo ruolo; che non è solo far rispettare leggi e regole (sarebbe più che sufficiente per motivare la decisione presa), ma fare di tutto perché si sviluppi l’indispensabile senso civico calpestato dai comportamenti cretini e ignoranti di genitori, parenti e altri spettatori adulti.
Sarebbe interessante entrare nel cervello di questi idioti ma ci sarebbe il pericolo di essere risucchiati nel vuoto perché, onestamente, pur comprendendo lo spirito agonistico e il piacere della vittoria della squadra del proprio figlio, risulta intollerabile in un ambito della vita, quello dello sport giovanile, che può e deve avere una forte valenza educativa. D’altra parte, i ragionamenti, gli inviti a gesti adeguati, i modi gentili per indurre a comportamenti parimenti gentili, sono possibili solo con interlocutori in grado di capire e disposti a mettere in discussione i loro atteggiamenti. In questo caso il modo di agire è quello classico del gregge e allora serve il cane da gregge e il pastore che riporti le pecore sulla strada giusta. Non vogliamo sminuire il sindaco attribuendogli la pur nobilissima funzione di cane da pastore, vogliamo solo ricordare che quelli che si sono comportati male raggiungono – forse – l’intelligenza di una pecora.
Lo sport è ammissione non solo della vittoria ma anche della sconfitta. E se chi sta a bordo campo capisse che talora è più istruttivo perdere che vincere, perché può irrobustire la volontà, la preparazione e lo spirito di sana competizione, non ci sarebbe bisogno di misure così drastiche alle quali il sindaco è dovuto ricorrere.C’è da dire che tutto ciò non riguarda solo questo piccolo campo di calcio nel lecchese ma è uno spettacolo che purtroppo si ripete nei fine settimana in molti stadi italiani dove i genitori amerebbero prendere a botte gli avversari perché il loro bambino non è riuscito a fare gol. Io credo che la misura adottata dal sindaco debba diventare un esempio per tutti quei contesti dove giocano giovani atleti. Se il cervello di quei genitori non lo capisce, servono regole e provvedimenti rigidi dalle autorità locali.
Vi pare mai possibile trasformare in rissa, aggressioni, schiaffi e cazzotti un luogo che dovrebbe essere di svago, di divertimento, di educazione al gioco, farlo diventare una specie di ring dove questi ominidi (non arrivando neanche al livello di evoluzione dell’Homo erectus), diano questo spettacolo non a degli estranei ma ai loro figli? Ma perché non se ne stanno a casa? O vanno in un bosco ad aiutare i boscaioli a spaccare la legna, o scavano buche inutili nel giardino per poi ricoprirle giusto per sfogare i loro irragionevoli istinti belluini? Ha fatto una scelta coraggiosa il sindaco di Mandello del Lario, che prima ha richiesto l’intervento dei carabinieri, poi ha chiuso le porte dello stadio a questi individui irresponsabili.