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I miracoli di San Giuseppe Conte

I miracoli di San Giuseppe Conte

Un borgo di 365 abitanti, arroccato sui monti del Foggiano, ha ottenuto milioni di finanziamenti. La sua particolarità: si tratta di Volturara Appula, il luogo che ha dato i natali a Giuseppe Conte, capo del governo dal 2018 al 2021.


Era bello, devoto, studiosissimo. Rifulgeva già da piccolino. Ma è l’assunzione nei cieli della politica che gli ha garantito la santità. Ai 365 abitanti di Volturara Appula, il suo paesino natìo nel foggiano, brillano gli occhi. Giuseppe Conte è uno di loro. L’ex premier, ora leader dei Cinque stelle, non dimentica. Non perde occasione per visitare l’ameno comune dove nacque 59 anni fa. E Volturara, nel frattempo, punta a entrare nella leggenda. Il piano triennale appena approvato dalla giunta prevede, tra il 2024 e il 2026, quasi 25 milioni di opere pubbliche. Circa 70 mila euro per residente, neonati compresi (quattro). Un record planetario, a occhio. Ottenuto, tra soldi incassati e altri in arrivo, grazie alla benevolenza statale, parastatale ed europea.

San Giuseppi ha fatto il miracolo. Trasformare Volturara, in virtù del prestigio indirettamente conferito, in un luogo di pellegrinaggio per le finanze pubbliche. Alla riscossa. Questo sperduto lembo di terra rinasce, ammantato dall’aura contiana. Cinque milioni di euro, ad esempio, giungeranno proprio per il diretto interessamento dell’ex premier in tandem con l’indimenticabile Domenico Arcuri, fu amministratore delegato di Invitalia e commissario straordinario per l’emergenza Covid. Scopo del finanziamento: «Creazione di un sistema aperto per l’utilizzo del lago di Occhito a uso turistico». I lavori cominceranno in primavera. Durata prevista: due anni. A quel punto, l’invaso artificiale al confine tra Puglia e Molise sarà finalmente assediato dai villeggianti. Forse. Anche Vincenzo Zibisco, squisito sindaco di Volturara, è dubbioso. La destinazione del mega contributo, in effetti, è stata decisa dal suo predecessore. «Certo, io magari avrei scelto diversamente…» si lascia sfuggire.

Poco male. Ormai è fatta. I soldi ci sono. Le ruspe rombano. Il lago Occhito è in cima alla sterminata lista delle opere pubbliche che dovrebbero vedere la luce nel prossimo triennio. «Non tutte hanno ottenuto già i soldi, ma sono in graduatoria tra quelle finanziabili» spiega Zibisco. «Insomma, prevediamo di realizzare l’intero piano. Come mi diceva Arcuri, maestro di pragmatismo: “I fondi arrivano sempre, lei però deve avere pronti i progetti”». Meglio se pagati dal pubblico pure quelli. Certo, il boiardo preferito da Conte è caduto in disgrazia. Ma il suo metodo, nelle menti dei volturatesi, resta vivido. E il patrono politico cittadino? L’ultima volta s’è visto lo scorso novembre. «Ci sentiamo spessissimo» rivela il sindaco. «Ogni iniziativa è condivisa con lui. Informa. Incoraggia. Sprona. Non ci ha mai raccomandato, ovvio. Ora però quando sentono Volturara Appula ci ascoltano tutti. Grazie al presidente, abbiamo avuto una notorietà incredibile». Zibisco adesso sogna: «Il centro storico, i vicoli di pietra, le piccole case, gli antichi palazzi, la chiesa in romanico pugliese, i lussureggianti boschi… Siamo tra i paesi più belli dei Monti Dauni. Sfruttare quel che c’è, senza colate di cemento, è rivoluzionario».

L’imprescindibile lago Occhito, quindi. Seguirà l’ex carcere incompiuto. Era destinato ai terroristi. Diventerà una residenza per anziani con 24 posti letto. Progettone da 3,7 milioni: «Di certo sarà finanziato» anticipa il sindaco. Nell’attesa, è arrivato un robusto contributo per il progetto: 182 mila euro. Del resto, come spiega Zibisco, «oltre al turismo di nicchia servono servizi per gli anziani, che sono il 90 per cento dei residenti». Difatti il munifico Next generation Europe, nonostante sia intitolato al futuro delle nuove leve continentali, ha concesso altri 300 mila euro per il «Volturcare»: un taxi sociale destinato a scarrozzare i vecchietti, tra visite mediche e terapie. In dirittura d’arrivo sarebbe pure quel milione e sei destinato ai «borghi storici». I lavori, dettaglia il piano triennale del comune, dovrebbero già partire il prossimo autunno. Grazie al Pnrr ideato in epoca giuseppina. Il padre del «piano nazionale borghi» è Dario Franceschini, già funambolico ministro della Cultura. «Vinceremo la sfida del ripopolamento!» annuncia allora l’inaffondabile potentone piddino, promettendo di recuperare i più remoti paesini della penisola: da Livemmo, nella Valsabbia, a Ulassai, nell’Ogliastra. Ammesso al finanziamento ministeriale è così pure il «museo delle bambole» nelle ex carceri borboniche di Volturara. Quasi 650 mila euro. E tra le iniziative destinate a far decollare il turismo c’è persino «un’area polifunzionale attrezzata per sosta camper e teatro all’aperto».

«Cos’è il genio?» ragionava il Perozzi in Amici miei. «È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione». Un parcheggio che diventa teatro. E viceversa. Alla modica cifra di 640 mila euro. Metodo Arcuri applicato. Sempre nell’attesa della fiumana di visitatori, prontissimo a venir spesato, c’è il recupero dell’abbandonata zona dei tufi. Ma tra gli investimenti previsti ci sono pure strade, frane, rete idrica, varie ed eventuali. Totale: quasi 25 milioni in tre anni, appunto. Zibisco vuole mutuare il «nuovo umanesimo» giuseppino: «L’uomo al centro, come già pensavano Alcide De Gasperi e Aldo Moro. Le grandi città devono dimagrire a favore dei piccoli centri. Qui si vive meglio. Le case costano cinquemila euro. Ci sono un alimentari e due bar. Anche volendo, come si spendono i soldi? È un risparmio forzato. Due giovani, per esempio, si sono appena trasferiti da Bisceglie». La sommatoria finale, conclude Zibisco, è proprio lo slogan franceschiniano: «Vincere la sfida dello spopolamento».

Nell’attesa, a Volturara e dintorni, il Movimento sbanca. Nel suo paese natale, alle ultime politiche Conte raccoglie oltre l’85 per cento dei voti. Mentre il Pd si accontenta di due preferenze: lo 0,93 per cento. Ma anche nel resto della provincia, battutissima dal leader in campagna elettorale, i Cinque stelle trionfano: in 46 comuni su 61 del foggiano sono stati il primo partito. E proprio nella Capitanata, antico nome della provincia, sono arrivati i 280 milioni di Invitalia. Il giurista pugliese, ad agosto 2019, da Palazzo Chigi annuncia: «Oltre quaranta progetti finalizzati alla crescita economica, sociale e culturale». Come quello per il lago Occhito, appunto.

Insomma: gli ameni luoghi del cuore di Conte sono destinati a rinascere con i danari dell’agenzia nazionale per gli investimenti. Anche San Marco in Lamis, che il giovane Giuseppe bazzicò per frequentare il liceo classico «Pietro Giannone»: arriveranno 2,6 milioni di fondi pubblici. Nella cittadina, ci saranno «le vetrine del Gargano», ovvero l’insediamento di attività dedite all’artigianato locale. La manna scenderà pure su San Giovanni Rotondo, dove l’ex primo ministro si trasferì durante la fanciullezza e dove vive ancora la madre Lillina. Nel paese noto per custodire le spoglie di Padre Pio, di cui il nostro è devotissimo, sarà riqualificato il centro storico: altri cinque milioni. Simile contributo è destinato alla circonvallazione sud. E anche a Candela sono pronti a portare Giuseppe in processione, come fanno con San Rocco. Da queste parti, il beato post grillino ha frequentato l’asilo: tanto proficuamente da meritare, nel novembre 2019, la cittadinanza onoraria. Il Contratto istituzionale di sviluppo di Invitalia ha elargito quasi dieci milioni di euro per progettare la Pedesubappenninica dei Monti Dauni: la strada regionale che collegherà proprio Candela a Poggio Imperiale, passando per l’imprescindibile Volturara. Seguirà adesso la realizzazione dell’infrastruttura: quasi 200 milioni.

Del resto, il prode Arcuri tutto poteva. Giuseppi ne aveva fatto un onnipotente, concedendogli libertà di fallire anche nelle forniture in epoca pandemica: chirurgiche, ventilatori polmonari, banchi a rotelle. Se l’ex premier era la mente, il super commissario è stato il braccio. E il progetto della Capitanata appare un fulgido esempio del loro antico sodalizio: «Fortemente voluto dal presidente del consiglio Conte» certifica Invitalia, il 24 giugno 2019, in una nota ufficiale. Riecheggia l’impresa di un altro ex primo ministro, Amintore Fanfani. Il «Rieccolo» chiese e ottenne una modifica del tracciato dell’Autostrada del Sole, per farla passare dalla sua Arezzo. Una gobba di calcestruzzo rinominata «curva Fanfani». Ah, cosa non si fa per gli amati concittadini. Anche il più profondo entroterra garganico sarà finalmente apprezzato come merita. Grazie al suo più illustre e devoto figliolo: San Giuseppi da Volturara, patrono dei territori oppressi. Possibilmente, negli impervi dintorni dei Monti Dauni.


La risposta di Antonio Rossitto

Ringraziamo per questa lunga precisazione. Ribadisce però le parole del sindaco, riportate nei virgolettati dell’articolo: sia riguardo al finanziamento delle opere pubbliche a Volturara Appula («Non tutte hanno ottenuto già i soldi»), che al ruolo di Giuseppe Conte («Non ci ha mai raccomandato, ovvio»).

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