Piercamillo Davigo è stato a lungo considerato la mente più fina del pool di Mani pulite. Mentre Antonio Di Pietro era il poliziotto, quello che metteva la pistola sul tavolo degli interrogatori per spaventare gli indagati; Gherardo Colombo il creativo, uno che aveva l’aria stropicciata anche alle cerimonie ufficiali; Gerardo D’Ambrosio il politico della compagnia, cioè l’aggiunto che badava ai rapporti istituzionali e trovava le carte che scagionavano il Pci, «Piercavillo» era l’uomo che ti incastrava in punta di diritto, colui che conoscendo a menadito il codice, non solo se lo girava tra le dita, ma lo usava per trovare sempre la formula che giustificasse ogni misura presa dai magistrati.
A lui erano affidate le missioni impossibili, cioè dare un quadro giuridico alle esigenze di custodia cautelare che in quel periodo portarono dietro le sbarre decine di amministratori pubblici.
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