Non tira una bella aria tra Roma e Bruxelles. Come se non bastassero i tanti dossier aperti, ecco ora lo scontro nei cieli. Le nozze tra Ita Airways (ex Alitalia) e la tedesca Lufthansa s’hanno da fare. Ma con calma, troppa per il governo Meloni. Cosa sta succedendo? Perché le autorizzazioni della Commissione europea (dovute perché è un’operazione che ha impatto sulla concorrenza) non arrivano? Giorgia Meloni (questa volta in sintonia con i suoi vicepremier Salvini e Tajani) ha chiamato in causa Bruxelles, e il commissario italiano Paolo Gentiloni. La premier ha fatto capire che c’è qualche sospetto sul perché il placet non arrivi, ritardando il decollo di un dossier che il governo considera strategico.
La prima critica va alla commissaria alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager che, in corsa per la guida della Bei (Banca europea degli investimenti), avrebbe tirato i remi in barca congelando le faccende più spinose. Il secondo sospetto è ancor più politico: Palazzo Chigi teme che la Francia si stia mettendo (discretamente) di traverso per tutelare la propria compagnia, Air France-Klm, che non avrebbe certo da guadagnare dell’arrivo di un concorrente agguerrito. Di qui il timore di Palazzo Chigi che a Bruxelles stiano giocando al tira e molla, allungando i tempi: la pre-notifica dell’operazione sta prendendo troppo tempo, il dossier è fermo.
Tutto questo non è l’eccezione di un rapporto altrimenti sereno e disteso. Ci sono almeno altre due grosse questioni irrisolte: il Mes e il nuovo Patto di stabilità. Sul primo, tutto è fermo ma la ratifica tornerà presto a essere richiesta senza altri rinvii. Sul secondo, l’Italia si sta giocando una partita difficile per ottenere più flessibilità sui conti pubblici, ma ha bisogno di alleati per sbarrare la strada ai falchi del rigore. Se si aggiunge che siamo oramai in campagna elettorale per le Europee di giugno è facile capire che ogni dossier di politica economica potrà essere influenzato dai posizionamenti delle forze politiche verso il proprio elettorato nazione e dalle alleanze europee.
Ma veniamo alla questione Ita Airways-Lufthansa. A che punto siamo?
Cos’è l’accordo Ita Airways-Lufthansa? L’intesa è stata firmata nell’ottobre del 2021. Lufthansa vuole acquisire il 41% di Ita (per 325 milioni di euro) e salire al 100% entro il 2033. Dal momento che si tratta di un’operazione con ricadute sulla concorrenza serve il via libera della Commissione europea, che deve essere informata di tutti i dettagli dell’operazione.
A che punto siamo? Siamo nella fase cosiddetta di pre-notifica: Lufthansa e Ita (supportate dai rispettivi governi nazionali) trasmettono a Bruxelles il loro accordo che viene valutato dalla Direzione generale della Concorrenza
A cosa serve la “pre-notifica”? Serve a sciogliere tutti gli eventuali dubbi e appianare le possibilità criticità di un accordo che avrà un forte impatto sulla concorrenza nel mercato aereo europeo. In sostanza a preparare il terreno a un’autorizzazione più veloce
Cosa succede dopo questa fase? Si passa alla Fase 1. È il primo slot dell’istruttoria e richiede una decisione Ue al massimo entro 25 giorni dalla notifica. Ogni anno vengono depositate a Bruxelles circa 300 notifiche di fusione e acquisizione. Più del 90% viene risolto nella fase 1. Se però questo non avviene, l’Antitrust europea dovrebbe avviare la Fase 2 che può richiedere fino a 90 giorni. Se nemmeno questi fossero sufficienti si proseguirebbe con al massimo due proroghe.
Chi si occupa del dossier? Titolare è l’Antitrust europeo, e cioè la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. Lei però in questo momento è in aspettativa, perché è candidata al vertice della Banca europea degli investimenti (Bei). Il portafoglio della Concorrenza è affidato al belga Didier Reynders, commissario europeo della Giustizia.
Chi non vorrebbe che l’accordo venisse autorizzato? Ovviamente nessuno dei competitor in un mercato ad alta concorrenza come questo è felice dell’arrivo di un potenziale concorrente agguerrito. Certamente chi ha più da perdere è Air France-Klm-Delta, che si vedrebbe contendere quote di un mercato ambito come quello italiano, posizionandosi in un’analoga fascia di mercato. Anche le low cost come Ryanair, easyJet e Wizz Air avrebbero un concorrente di livello in più. Alcune compagnie si sono già attivate perché il via libera di Bruxelles sia il più lento possibile e chieda a Ita e Lufthansa il rilascio degli slot in aeroporti strategici come Linate.
