Alberto Pagani è docente e advisor nel settore della sicurezza, è stato parlamentare dal 2013 al 2022, prima in commissione trasporti e telecomunicazioni, poi capogruppo Pd in commissione Difesa e delegato nell’Assemblea Parlamentare della NATO. Laureato in Scienze politiche all’Università di Bologna , corso IASD del Centro di Alti Studi della Difesa, Master di II livello in Strategia globale e sicurezza della SUISS di Torino, corso su aspetti civili del crisis management all’European Security and Defence College, perfezionamento in Intelligence e sicurezza nazionale, presso l’Università di Firenze e DIS. È stato amministratore pubblico e dirigente politico, ha tenuto un insegnamento alla facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino e lezioni per UNICAL, SIOI, LUMSA, LINK Campus University, Capri Campus, 24ORE Business School Master, per gli analisti di intelligence del Reparto Informazioni e Sicurezza delle FF.AA. italiane. Ha inoltre prodotto diverse pubblicazioni in materia di intelligence, geopolitica, sicurezza nazionale e terrorismo.
In Gabon un altro golpe militare rovescia un altro Governo africano; cosa sta succedendo?
«Quando le coincidenze diventano troppe non possono più essere semplici coincidenze. In Mali, nel 2021, un colpo di Stato militare ha innescato la crisi che ha poi contagiato altri Paesi del Sahel. I militari scontenti rimossero con la forza il presidente ed il primo ministro. Dato che non avevano ottenuto ciò che volevano attraverso i negoziati avevano deciso di prenderlo con le armi. Nelle ore immediatamente successive per le strade della capitale sono apparsi manifestanti con la bandiera della Federazione Russa ed il ritratto di Putin che protestavano contro la presenza francese. La nuova giunta militare ha quindi dichiarato la propria insoddisfazione per la missione della task force europea Takuba, impegnata a supporto delle operazioni antiterrorismo delle forze militari locali (che a noi italiani è comunque costata 49 milioni di euro nel 2021), nell’ambito dell’operazione militare a guida francese Barkhane (avviato nel 2014 e costato la vita a 53 soldati)».
Interrotta quindi dalla Francia la cooperazione militare con la giunta guidata dal colonnello Assimi Goita, quest’ultima si è rivolta alla Russia per ottenere un appoggio sostituivo.
«Esatto, la risposta è stata l’invio di mercenari del Gruppo Wagner, che si sono insediati nella base di Timbuctù, lasciata dai francesi, ripagati con concessioni minerarie. I fatti del Mali non sono rimasti isolati, anzi, quello è stato l’epicentro della crisi del Sahel, che ha poi contagiato il Sudan, il Burkina Faso, il Ciad, il Niger. In Sudan, messo a ferro e fuoco dalle Rapid Support Force, il golpe militare ha visto un immediato e diretto coinvolgimento del Wagner Group, a fianco dei paramilitari guidati dal generale Mohamed Hamdan Dagalo, meglio conosciuto come Hameti. RSF è una milizia di mercenari che precedentemente aveva operato in Yemen ed in Libia, ed era entrata proprio in quei contesto in contatto con il gruppo Wagner. In Burkina Faso l’istituto francese di cultura della capitale Quagadougou è stato preso d’assalto e saccheggiato da manifestanti nell’ottobre 2022 ed il movimento burkinabé “Pro Russes Burkina” ha invitato il Governo a rivedere la propria politica a favore di una nuova partnership strategica con la Russia».
Poi il 31 luglio è arrivato il golpe in Niger con i militari che hanno deposto il presidente Mohamed Bazoum ed arrestato alcuni ministri.
«Il 5 agosto l’Ecowas (la comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) ha delineato un possibile intervento militare per ristabilire la legalità del Governo, sostenuto dalla Francia, e gli Stati Uniti hanno sospeso i loro programmi di aiuti a beneficio del Governo del Niger. Il Ciad ha annunciato che non avrebbe sostenuto l’intervento militare Ecowas in Niger perché nel 2023 anche questo Paese si è avviato alla russificazione. N’Djamea ha cacciato per motivi pretestuosi l’ambasciatore tedesco quando è spuntata magicamente l’associazione di amicizia con Mosca ASCODER (Association pour la coopération et le développement avec la Russie) ed è esplosa la propaganda antioccidentale». Non ci sono, che io sappia, molti studi (non classificati) sulle PsyOps e information warfare russo nel contesto africano, ma bisogna tener conto del fatto che in Africa la diffusione della telefonia mobile è più capillare di quanto si pensi, perché la tecnologia è avanzata saltando il passaggio della telefonia fissa. Utilizzare i social network per diffondere propaganda non è affatto difficile, per cui sarebbe interessante approfondire questo tema, per poter comprendere davvero cosa c’è dietro ciò che sta succedendo in Africa. Tuttavia, forse non sono necessarie molte evidenze per farsi un’idea e rispondere alla domanda, se si prende per buono il principio di Hercule Poirot, l’investigatore inventato da Agatha Christie, secondo il quale un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.
