Alla fine l’Egitto ha passato all’Italia parte del materiale investigativo richiesto dagli inquirenti inviati da Roma nel tentativo di dare concretezza alla collaborazione italo-egiziana nelle indagini per scoprire chi ha torturato a morte Giulio Regeni. La mossa – giunta dopo una serie di sollecitazioni e a distanza di un mese dal ritrovamento del corpo – è arrivata ieri, proprio nel giorno in cui il Cairo ha ribadito attraverso la massima istanza, ovvero la presidenza della Repubblica, la propria tesi: il giovate ricercatore friuliano è stato martoriato da terroristi islamici che vogliono far deragliare la partnership strategica tra Italia ed Egitto per contribuire ad una caduta del presidente Abdel Fattah Al Sisi.

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

Un momento del sit-in davanti all’ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.

Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.

Sul maxischermo del rinnovato impianto, prima della partita Udinese-Bologna, è stata proiettata una foto di Regeni con un applauso del pubblico presente

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

Il manifesto funebre in piazzale dei Tigli a Fiumicello dove si terranno i funerali di Giulio Regeni , il ricercatore 28enne ucciso a Il Cairo alla fine di gennaio, Fiumicello (Udine) 12 febbraio 2016

Uno degli ingressi della palestra dove si è tenuta la cerimonia funebre per Giulio Regeni , Fiumicello 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

La porta dell’appartamento dove abitava Giulio Regeni a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Un ingresso della fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Fiori e candele in memoria di Regeni fuori dall’ambasciata italiana al Cairo

Una donna con un cartello in arabo che dice: “Perchè uccidete gli stranieri? Vi hanno fatto qualcosa?” durante il sit in in memoria di Giulio Regeni davanti all’ambasciata italiana al Cairo – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni

Una donna partecipa al sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Un sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo ha commemorato Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, 06 febbraio 2016

L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

Un’immagine di Giulio Regeni diffusa sui social network dagli amici che hanno avviato la campagna #whereisgiulio. 2 febbario 2006.

Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.
Documenti incompleti
Ad essere stati trasmessi all’ambasciata italiana al Cairo, e quindi “immediatamente” anche al team di investigatori venuto da Roma, sono documenti “relativi a interrogatori di testimoni da parte delle autorità egiziane, al traffico telefonico del cellulare di Giulio Regeni e a una parziale sintesi degli elementi emersi dall’autopsia” egiziana, ha rivelato la Farnesina. Si tratta solo di alcuni dei materiali investigativi richiesti nelle scorse settimane dal governo italiano attraverso canali diplomatici: anche se il ministero valuta la trasmissione un “primo passo utile”, secondo qualificate fonti italiane si tratta di materiale – in arabo – “parziale e incompleto”, carente di molti elementi basilari, come ad esempio un elenco di quali delle testimonianze raccolte dagli inquirenti egiziani siano state consegnate. Ci sono i tabulati telefonici di Regeni, ma non sembrerebbero completi, una sintesi dell’autopsia (senza foto) e verbali di interrogatori di testimoni che apparirebbero non in grado di fornire elementi utili per le indagini.
Che cosa manca
Tutto materiale cartaceo, mentre mancherebbero alcuni reperti ritenuti fondamentali come i filmati delle videocamere a circuito chiuso delle due stazioni della metropolitana che il giovane avrebbe dovuto utilizzare la sera del 25 gennaio per raggiungere l’amico Gennaro Gervasio nei pressi di piazza Tahir, nonchè quelle dei negozi lungo il percorso dall’abitazione alla stazione della metro. Nei giorni scorsi gli egiziani avevano fatto sapere che questi filmati o non esistevano o non contenevano nulla di utile all’indagine, ma gli investigatori italiani hanno chiesto ugualmente di poter visionare i materiali. Alla Procura di Roma viene mantenuto il più stretto riserbo, ma anche la Farnesina, nella sua nota, ritiene che “la collaborazione investigativa debba essere sollecitamente completata”. “Sentiamo il dovere di scoprire la verita’”, ha ribadito anche Paolo Gentiloni. “Abbiamo chiesto al governo egiziano di cooperare: speriamo che questa cooperazione finora limitata diventi più seria”, ha aggiunto.
La tesi egiziana
Il tenore delle dichiarazioni egiziane da settimane lascia intendere come il Cairo escluda che responsabili vadano ricercati all’interno di apparati egiziani deviati o così disorganizzati da aver interrotto quella catena di comando che, in presenza di un italiano in procinto di essere torturato, ad un certo punto avrebbe dovuto fermare gli aguzzini per non danneggiare un’alleanza con l’Italia, politicamente ed economicamente sicuramente più preziosa di qualsiasi conoscenza che un giovane di 28 anni potesse mai avere. Una fonte di alto rango della presidenza egiziana, in dichiarazioni all’Ansa, ha ribadito che “il terrorismo in Egitto non è finito e cerca di danneggiare i rapporti tra l’Egitto stesso e altri paesi, come è stato nel caso del cittadino italiano Giulio Regeni”. “Coloro che vogliono colpire l’Egitto” e che “sono legati a gruppi terroristici”, ha sostenuto la fonte, “hanno addossato sul ministero dell’Interno egiziano la responsabilità dell’uccisione di Regeni”. La tesi, ha ricordato, è stata avallata da Sisi quando ha avvertito che “il terrorismo cerca di danneggiare i rapporti egiziani con gli altri paesi prendendo di mira le comunità straniere, come avvenuto nel caso dell’aereo russo” esploso sul Sinai a fine ottobre “o facendo circolare voci che nuocciono alle relazioni” estere, come nel caso dell’omicidio di Regeni. Questi tentativi, ha previsto la fonte, sono però destinati “al fallimento dato che i rapporti italo-egiziani sono radicati”.(ANSA).
Regeni torturato per 7 giorni prima di morire