Nel frattempo, una folla commossa si raccoglieva anche nel Duomo di Novara per i funerali di Francesco Caldara, una delle quattro vittime italiane dell’attentato di Tunisi. A celebrali il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla. In prima fila, accanto alla mamma di Francesco, anche Sonia Reddi, la compagna ferita al museo del Bardo. I due erano partiti in crociera per festeggiare il compleanno della donna, ricoverata all’ospedale di Novara per le ferite riportate nell’attacco terroristico.
“Francesco era uno di noi, anzi è uno di noi, uno come noi. Forse ognuno di noi poteva essere là, come lui. La sua morte ci tocca profondamente, ci scuote e ci sconvolge perchè assurda, incredibile, inimmaginabile. Un uomo che ha guidato tutta la vita bus, ha perso la vita proprio su un pullman, per la mano sconsiderata di fanatici che follemente hanno sequestrato il nome di Dio”. È un passaggio dell’omelia del vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla. Francesco, prosegue monsignor Brambilla, “è stato portato via agli affetti dei loro cari, della tenerissima figlia Greta, della sua carissima mamma Maddalena, del fratello Giacomo, della signora Sonia, che l’ha raccolto morente tra le sue braccia. Ci stringiamo forte forte a loro, piangendo con loro e cercando di lenire, con il balsamo della preghiera e della consolazione, il loro indicibile dolore”.
