Trump sentenzia: «I repubblicani dovrebbero votare per la pubblicazione degli Epstein Files, perché non abbiamo nulla da nascondere ed è tempo di voltare pagina rispetto a questa bufala dei democratici portata avanti solo per distrarre dal successo dei repubblicani».
Si fa sempre più vicino il voto previsto per martedì al Congresso americano, dove i rappresentanti americani saranno chiamati a esprimersi in merito al rilascio di tutta la documentazione disponibile sul finanziere condannato per traffico sessuale e associazione a delinquere finalizzata al traffico di minori, misteriosamente morto in carcere nel 2019.
Il cambio di strategia
Domenica sera, in un lungo post su Truth Social, Donald Trump ha compiuto un’inversione di rotta sulla questione degli Epstein Files, esortando i repubblicani della Camera a votare per il loro rilascio.
Al primo messaggio su Truth, sopra riportato, il tycoon ne ha fatto seguire un altro, in cui definiva l’intera vicenda «una bufala dei democratici per sviare l’attenzione, proprio come la Russia, Russia, Russia Scam!!! [nomignolo dato da Trump all’indagine sulle mai provate interferenze russe in suo favore nelle elezioni del 2016, ndr] Hanno avuto rapporti loschi con Epstein e dovrebbero essere perseguiti penalmente!!!», ha concluso Trump.
Si tratta di un cambiamento radicale rispetto alla strategia portata avanti nelle ultime settimane dall’amministrazione Trump e dallo Speaker Mike Johnson, che inizialmente voler evitare il voto.
Nel suo post di domenica, Trump ha anche sottolineato che il Dipartimento di Giustizia (Doj) ha già rilasciato «decine di migliaia» di pagine su Epstein e ha rivendicato di aver ordinato al Doj di indagare sulla relazione di Epstein con figure democratiche di spicco come l’ex presidente Bill Clinton.
Le mail rilasciate dai dem
Il cambio di rotta di Trump è arrivato dopo giorni di crescente pressione, alimentata dal rilascio di alcune e-mail di Jeffrey Epstein da parte dei democratici del House Oversight Committee.
Mercoledì 12 novembre, i democratici hanno pubblicato tre e-mail chiave provenienti dall’archivio dell’Epstein Estate, ottenute tramite citazione in giudizio. A questo punto, i repubblicani del comitato hanno rilasciato l’intero lotto di oltre 20.000 documenti da cui provenivano quelle email, che includevano corrispondenza di Epstein, rapporti di mercato finanziario e documenti giudiziari.
Le tre email selezionate dai democratici hanno fatto particolare scalpore. In una corrispondenza privata del 2011 con Ghislaine Maxwell, sua fidanzata e complice ora in carcere, Epstein scrisse che Donald Trump «ha passato ore a casa mia» con una vittima del traffico sessuale, riferendosi a Trump come «il cane che non ha abbaiato».
In una email separata del 2019 con l’autore Michael Wolff, Epstein affermò esplicitamente che Trump «sapeva delle ragazze, dato che chiese a Ghislaine di smettere».
In un terzo scambio del 2015 con Wolff, i due discussero su come «costruire una risposta» per un’imminente intervista di Trump alla CNN, con Wolff che caratterizzava il potere ricattatorio di Epstein su Trump dicendo: «Se dice che non è mai stato sull’aereo o a casa, allora questo ti dà una preziosa moneta politica e di pubbliche relazioni».
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva risposto durante un briefing stampa che le email «non provano assolutamente nulla se non il fatto che il Presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato», visto che anche Virginia Giuffré, vittima del finanziere che ha denunciato pubblicamente gli abusi, ha sempre sostenuto che Trump non avesse fatto nulla di illecito in sua presenza.
Gli attacchi di Trump a Massie e Greene
La questione degli Epstein Files ha creato una frattura senza precedenti all’interno del partito repubblicano, con Trump che si è scagliato ferocemente contro due dei suoi ex alleati più fedeli.
Nel fine settimana, il Presidente ha attaccato la rappresentante Marjorie Taylor Greene della Georgia, molto vocale sulla questione Epstein, arrivando a ritirare il suo sostegno e chiamandola “Marjorie ‘Traitor’ Greene” in un post sui social.
Sabato mattina, Trump ha scritto su Truth Social: «La rappresentante di peso leggero Marjorie Taylor Brown (l’erba verde diventa marrone quando inizia a MARCIRE!), ha tradito l’intero Partito Repubblicano ed ha svoltato a sinistra».
Anche Thomas Massie, il rappresentante del Kentucky che insieme al democratico Ro Khanna ha guidato la petizione di scarico per forzare il voto, è finito già da alcune settimane nel mirino di Trump, che ha definito il rappresentante originario del Kentucky come un “RINO” (Repubblicano solo nel nome), sostenendo che «vota sempre contro il Partito Repubblicano».
La rottura tra Trump e questi “spiriti liberi” del GOP è però emblematica delle tensioni crescenti all’interno del movimento MAGA, tensioni che il voto i martedì potrebbe però definitivamente spegnere.
