Questa mattina, l’Assemblea nazionale del Pakistan si è riunita per discutere l’acuirsi delle tensioni con l’India, in un clima che suscita crescente allarme internazionale. Islamabad ha definito «infondate» le accuse lanciate da Nuova Delhi, che collegano il Pakistan all’attacco verificatosi a Pahalgam, e ha condannato come «una palese violazione» la decisione unilaterale dell’India di sospendere il Trattato sulle acque dell’Indo. L’India accusa da tempo il Pakistan di sostenere una violenta insurrezione nel Kashmir, regione contesa e divisa tra i due Paesi, ma rivendicata integralmente da entrambi. Islamabad respinge queste accuse, negando qualsiasi appoggio alle milizie armate, e sottolinea di aver perseguito alcuni membri del gruppo militante ritenuto responsabile degli attacchi di Mumbai.
Nel frattempo, l’esercito pakistano ha annunciato di aver «neutralizzato» dodici droni indiani in varie aree del Paese. Il bilancio ufficiale parla di un civile ucciso e quattro soldati feriti. Il portavoce militare Ahmed Sharif Chaudhry ha dichiarato: «Ieri sera, l’India ha compiuto un nuovo atto di aggressione, inviando droni in diverse zone; uno di essi ha colpito un obiettivo militare nei pressi di Lahore», dove, questa mattina, un altro drone è stato abbattuto. Tredici civili sono rimasti uccisi e altri 59 feriti a seguito di un bombardamento dell’artiglieria pakistana sul territorio indiano. Lo ha comunicato il governo di Nuova Delhi, specificando che la maggior parte delle vittime — tra cui 44 dei feriti — si trovava nel villaggio di Poonch, situato nel nord-ovest dell’India, lungo la Linea di Controllo, il confine de facto che divide la regione contesa del Kashmir tra India e Pakistan.
In risposta, l’aeronautica pakistana ha affermato di aver abbattuto cinque jet da combattimento indiani, un’azione che alimenta il timore di una potenziale escalation militare tra le due potenze. Il rischio di un conflitto aperto tra due Paesi dotati di armamenti nucleari desta forte preoccupazione a livello globale, per le gravi conseguenze che potrebbe comportare. Le tensioni sono esplose il 22 aprile scorso, quando un attacco nel Kashmir sotto controllo indiano ha causato 31 morti e almeno 50 feriti, perlopiù turisti indù. Da allora, lo scambio di accuse si è intensificato: l’India accusa il Pakistan di sostenere i responsabili dell’attentato, ma Islamabad nega categoricamente qualsiasi coinvolgimento.
Il quotidiano pakistano Dawn News riporta che il progetto idroelettrico Neelum-Jhelum (NJHP), situato nei pressi di Muzaffarabad, nel Kashmir amministrato dal Pakistan, è stato bersaglio di attacchi indiani nelle prime ore di mercoledì. Il vice commissario di Muzaffarabad, Mudasser Farooq, ha confermato che «sono stati danneggiati le paratoie di presa e un’unità di protezione idraulica» della centrale. La tensione è altissima, e l’agenzia Reuters riferisce che i voli presso gli aeroporti di Karachi, Lahore e Sialkot sono stati temporaneamente sospesi. Non sono stati diffusi ulteriori dettagli sull’aeroporto di Karachi né sulle ragioni precise della sospensione, ma appare evidente il timore di nuovi attacchi. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito l’escalation come « terribile» esprimendo la sua preoccupazione per la crescente violenza e ribadendo la volontà degli Stati Uniti di intervenire come mediatori. «Voglio che risolvano la questione», ha dichiarato Trump, facendo appello a entrambe le nazioni di fermare la violenza e tornare al dialogo. Anche il primo ministro britannico Keir Starmer ha espresso la sua preoccupazione, affermando che il Regno Unito sta lavorando « urgentemente» con entrambe le nazioni per promuovere il dialogo, la de-escalation e la protezione dei civili. Kaja Kallas, alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea, ha dichiarato che « questa guerra non fa bene a nessuno», aggiungendo che l’Europa sta cercando attivamente di mediare per ridurre le tensioni tra i due Paesi.
Mentre scriviamo, il ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, è giunto a Nuova Delhi in un momento in cui le tensioni tra India e Pakistan continuano a crescere. Secondo quanto riportato dai media indiani, Araghchi incontrerà nel corso della giornata il suo omologo indiano, S. Jaishankar, nel contesto di una visita che segue quella compiuta in Pakistan, dove ha avuto colloqui con il primo ministro e con il capo delle forze armate. Le stesse fonti suggeriscono che Teheran potrebbe tentare di svolgere un ruolo di mediazione nella crisi tra i due Paesi, e che il ministro iraniano potrebbe essere portatore di un messaggio da parte di Islamabad.