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Russia-Ucraina, il Cremlino avverte: “Potremmo non essere soddisfatti del piano di pace rivisto da Kiev”

Russia-Ucraina, il Cremlino avverte: “Potremmo non essere soddisfatti del piano di pace rivisto da Kiev”

Il Consigliere russo Yuri Ushakov ribadisce che le modifiche apportate al piano di pace dovranno essere approvate da Mosca, mentre il cessate il fuoco ci sarà “solo dopo il ritiro delle truppe ucraine” dal Donbass. Domani a Parigi nuovo incontro tra ucraini ed europei, incerta la presenza americana.

L’ultima settimana di febbrile negoziazione in merito al piano di pace per l’Ucraina sembra aver distolto l’attenzione da un piccolo ma importante particolare. Ovvero che il piano in via di definizione tra Stati Uniti e Ucraina dovrà essere approvato anche dalla Russia.

Può sembrare una cosa banale, ma nella miriade di incontri, videoconferenze e annunci che si rincorrono uno dietro l’altro, sembra venir dato per scontato che Mosca accetterà tutte le modifiche all’originale piano in 28 punti (ora diventati 20).

Ushakov avverte: “Non saremo soddisfatti del piano rivisto”

Ma l’accettazione del piano rivisto da parte di Mosca non è affatto scontata, come ribadito questa mattina da Yuri Ushakov, Consigliere del Cremlino per la politica Estera, presente all’incontro del 2 dicembre a Mosca con i negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner.

«Non credo che saremo completamente soddisfatti», ha riferito Ushakov in merito al nuovo piano di pace che Stati Uniti, Ucraina ed Europa stanno stilando in questi giorni.

«Non abbiamo visto alcuna versione modificata dei piani americani», ha continuato Ushakov, «quando la vedremo, potremmo non gradire molte cose».

«Prima o poi, i contatti attivi con gli americani riprenderanno, perché ciò che gli americani stanno attualmente coordinando con europei e ucraini deve prima o poi esserci mostrato, il che naturalmente provocherà la nostra risposta appropriata», ha concluso il Consigliere del Cremlino.

Russia-Ucraina, il Cremlino avverte: “Potremmo non essere soddisfatti del piano di pace rivisto da Kiev”
Russian President Vladimir Putin (3-R) meets with US Presidential Envoy Steve Witkoff (2-L) and Trump’s son-in-law Jared Kushner (3-L) at the Kremlin in Moscow, Russia, 02 December 2025. Putin received Witkoff and Kushner to discuss US President Trump’s ‘peace plan’ for Ukraine. EPA/ALEXANDER KAZAKOV / SPUTNIK / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT

“Cessate il fuoco solo dopo il ritiro ucraino dal Donbass”

In altre parole, Mosca fa intendere che il piano finale concordato tra americani e ucraini sarà una base di partenza, non il risultato definitivo che verrà implementato per porre fine alla guerra.

Ushakov ha voluto poi ribadire che il cessate il fuoco sarà possibile “solo dopo il ritiro delle truppe ucraine” dal Donbass. “Prima o poi, se non attraverso negoziati, allora con la forza, questo territorio passerà sotto il pieno controllo della Federazione Russa“.

Sull’idea della demilitarizzazione della regione, Ushakov ha concesso che «forse non ci saranno né truppe russe né ucraine nel Donbass», aggiungendo però che «ci sarà la Rosgvardiya», la Guardia Nazionale russa.

I punti ancora da risolvere tra ucraini e americani

D’altra parte, le consultazioni tra americani, ucraini ed europei sono ancora in corso. Ieri sera il Presidente Volodymyr Zelensky, durante un briefing ai media, ha illustrato quali siano i punti di frizione rimasti con gli americani sul piano di pace.

«Riguardo al Donbass, gli americani vogliono una ‘zona economica libera’, mentre i russi preferiscono una ‘demilitarizzata’. Ciò significa che l’Ucraina abbandona completamente il Donbass [la parte che ancora controlla, il 12% del totale, ndr] e la Russia non vi entra».

Il Presidente ucraino ha quindi precisato che «la questione dei territori sarà decisa dal popolo ucraino attraverso elezioni o un referendum».

Il secondo punto di contrasto è quello relativo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi. La centrale è la più grande d’Europa, e prima della guerra produceva da sola il 21% dell’energia elettrica ucraina.

Per Zelensky, non solo le truppe ucraine, ma anche quelle «russe devono ritirarsi dall’impianto a una certa distanza, poi l’Ucraina avrà la possibilità di accedere all’impianto. Dopo questi passi, si potrà discutere della gestione congiunta della centrale nucleare».

Sabato vertice tra gli europei a Parigi, incerta la presenza americana

Ieri notte, da Washington, il Presidente americano Donald Trump ha inoltre confermato il vertice di domani a Parigi, che vedrà europei e ucraini impegnati nel cercare di risolvere le questioni rimaste in sospeso.

Incerta, però, la presenza americana. «Invierò un rappresentante solo se ci sarà una reale possibilità di firmare un accordo di pace: abbiamo già trascorso oltre 30 ore con russi, ucraini ed europei», ha dichiarato nella notte il Presidente americano.

Il tycoon appare sempre più spazientito nei confronti degli alleati europei, come ribadito anche ieri: «Stanno perdendo tempo… L’Europa è debole su questo fronte: se ne parla da anni, ma non succede nulla. Non vogliamo perdere tempo».

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