Se l’Eliseo avesse un profumo ufficiale, sarebbe senza dubbio il Dior Eau Sauvage. Non è un’ipotesi: è una certezza. Secondo un nuovo libro firmato dal giornalista Olivier Beaumont (Le Parisien), Emmanuel Macron si affida a “quantità industriali” della celebre fragranza francese, al punto che il suo staff avverte il suo arrivo ancor prima di vederlo. “I visitatori meno abituali potrebbero ritrovarsi sopraffatti dal profumo floreale e muschiato, tanto raffinato quanto potente. È un segno di una cosa: che il presidente è nell’edificio”, si legge in The Tragedy of the Elysée. Praticamente, Macron non entra in una stanza, la invade olfattivamente.
Non si tratta di una semplice vanità personale, ma di una vera e propria strategia di immagine. Come sottolinea l’autore, “così come Luigi XIV fece dei suoi profumi un attributo di potere quando sfilava nelle gallerie di Versailles, Emmanuel Macron li usa come elemento della sua autorità all’Eliseo”.
Un ex collaboratore conferma: “Quando Emmanuel Macron entra nella stanza, lo senti”. È, a quanto pare, un modo per “marcare il territorio”. Ma nemmeno i felini arrivano a tanto.
Il dettaglio non è di poco conto, considerando che Dior fa parte dell’impero LVMH di Bernard Arnault, uomo più ricco di Francia (e d’Europa), nonché considerato vicino al presidente. E non finisce qui: la première dame Brigitte Macron, in perfetto coordinamento con la sinfonia olfattiva del marito, non solo veste Louis Vuitton (altro marchio del regno Arnault), ma si spruzza anche il profumo presidenziale “per avere la sensazione che il suo uomo non sia lontano”. Sono finiti i tempi delle lettere d’amore: ora va di moda l’aromaterapia politica.
Ma non è solo il profumo a raccontare le strategie di potere del presidente. Sempre secondo The Tragedy of the Elysée, esiste anche la famosa “scatola di occhiali da sole”, un piccolo arsenale di moda discutibile che Macron tiene pronto all’uso nei giardini dell’Eliseo. Secondo il libro, si tratta di una valigetta “contenente circa 20 paia di occhiali di seconda mano, di tutte le forme, non proprio alla moda, alcuni con le stanghette storte, altri con la montatura rossa, perfino un po’ ridicoli, tra i quali devi scegliere per poter restare.”
Una trovata che sembra uscita da un manuale di psicologia del potere. Secondo un ministro citato nel libro, “Chiaramente non è per farci fare bella figura. Mi chiedo perfino se, in fondo, non gli diverta vederci con queste cose. Sembriamo così stupidi”. La lezione di stile? Dopo aver indossato uno di questi, la prossima volta non dimenticherai mai più i tuoi occhiali da sole.
Il gusto di Macron per la messa in scena è ormai cosa nota. L’anno scorso, la sua fotografa personale Soazig de la Moissonnière ha immortalato il presidente in una posa da Rocky Balboa, mentre sferrava pugni a un sacco da boxe, i bicipiti in bella mostra e lo sguardo fiero scolpito nel bianco e nero. Nice-Matin lo ha definito una dimostrazione di “massima virilità”.
E il tempismo non è stato casuale: lo shooting è arrivato proprio mentre Macron adottava una linea più dura nei confronti di Mosca, congelando i tentativi di dialogo con Vladimir Putin. Ma quella del presidente francese non è un’improvvisata. È una strategia di lungo corso, fatta di immagini studiate, atteggiamenti calibrati e – perché no – anche qualche scelta estetica curiosa.
Ma attenzione: se Putin ha costruito il suo culto della personalità galoppando a torso nudo, mostrando la cintura nera di judo o lanciandosi in laghi ghiacciati senza batter ciglio, Macron opta per un fascino più raffinato, da “uomo che gli altri uomini vorrebbero essere e con cui le donne vorrebbero stare”.
Dalle foto sul divano color senape con la camicia sbottonata e il petto villoso in mostra, al look alla Zelensky con la felpa nei giorni di guerra in Ucraina, tutto sembra puntare alla costruzione di un presidente versatile, capace di muoversi con disinvoltura tra forza e fascino.
Ogni scatto sembra studiato con precisione chirurgica: un catalogo di carisma presidenziale, in cui ogni dettaglio – dal flacone Dior alla montatura sghemba degli occhiali da sole – contribuisce a costruire il mito di Emmanuel Macron.
Dietro ogni scatto, anche un messaggio sottile: Macron non è solo il capo dello Stato, è il volto (profumato) della Francia. E guai a dimenticarlo: se anche per un attimo non lo vedete, tranquilli – lo sentirete.