La minaccia comunista pende su New York. No, non è la trama di un nuovo film d’azione, ma il pericolo che secondo il Presidente americano Donald Trump incombe sulla Grande Mela. Dalle 12 ora italiana aprono ufficialmente i seggi per l’elezione del nuovo sindaco, che vede come grande favorito Zohran Kwame Mamdani, candidato dei democratici autodefinitosi “socialista democratico” e di religione musulmana.
Chi è Zohran Mamdani
Zohran Mamdani è nato in Uganda nel 1991, ed è immigrato negli Stati Uniti con la propria famiglia all’età di 9 anni. Senza troppe esagerazioni, si può affermare che egli sia diventato il nuovo emblema della sinistra democratica progressista americana.
Figlio di un rinomato antropologo ugandese di origine indiana e di una regista indiana candidata all’Oscar, la famiglia si trasferì negli States quando il padre assunse il ruolo di docente presso la Columbia University, nel 2018, all’età di 27 anni ha ottenuto la cittadinanza americana.
Nel 2016 Mamdani si unisce al movimento Democratic Socialists of America, essendo diventato un supporter del senatore Bernie Sanders, probabilmente il volto più noto del socialismo americano, durante la sua fallimentare campagna per le primarie democratiche.
La piattaforma di Mamdani si concentra esplicitamente sulla lotta al caro della vita, un problema sentito da molti a New York. Le misure chiave che propone includono l’istituzione di autobus urbani completamente gratuiti, l’abolizione delle tariffe di transito, l’implementazione di asili pubblici gratuiti per i bambini dai sei settimane ai cinque anni, la costruzione di unità abitativa aggiuntive a prezzi accessibili, l’aumento del salario minimo a trenta dollari entro il 2030.
Tutte misure da finanziare con l’aumento delle tasse sui ricchi e sulle grandi corporation. Ma non è solo questo a far discutere, Mamdani è finito al centro del ciclone anche e soprattutto per le sue vocali critiche a Israele durante la guerra a Gaza, d’altra parte già ai tempi del college aveva contribuito a fondare la branca locale del movimento “Students for Justice in Palestine“.
Immancabile poi la lotta a favore dei diritti LGBTQIA+ (la speranza nostra è che l’aggiunta di lettere alla sigla prima o poi finisca) e più in generale di tutto ciò che è woke.
Non certo nulla di nuovo per Mamdani, già durante le proteste di “Black Lives Matter” per l’uccisione di George Floyd il futuro candidato aveva postato una foto in cui mostrava il dito medio ad una statua vandalizzata di Cristoforo Colombo, accusato di essere un “colonizzatore”.
Molto importante la sua aderenza alla fede islamica, sbandierata ad ogni piè sospinto, che tuttavia lo ha talvolta portato a fare alcune uscite rivedibili, come quando rivolgendosi ai musulmani della città ha dichiarato di voler «parlare in memoria di mia zia, che ha smesso di prendere la metropolitana dopo l’11 settembre perché non si sentiva sicura nel suo hijab [il velo islamico]».
Gli altri candidati
A sfidare Mamdani ci sarà Andrew Cuomo. L’ex governatore dello stato di New York corre come candidato indipendente dopo la sconfitta nella primaria democratiche, ricevuta proprio per mano del giovane socialista-islamico.
Cuomo è visto come una figura moderata e più di establishment, ovvero qualcosa che piace sempre meno agli elettori dem delle grandi metropoli americane.
Cuomo deve la sua popolarità per la gestione della pandemia Covid, anche se la sua carriera è segnata da accuse di molestie sessuali nel 2021, che hanno portato alle sue dimissioni dalla carica di Governatore.
Curtis Sliwa è il candidato repubblicano, è un radiofonico conservatore e fondatore dei Guardian Angels, senza esperienza politica. Punta sulla sicurezza e critica le politiche progressiste, ma ha un consenso molto limitato in una città che è ormai diventata un fortino democratico.
Trump all’attacco
Anche per questo, il Presidente Trump (nativo di New York) ha dato ufficialmente il suo endorsement all’ex governatore Cuomo. In un post pubblicato sui social il Presidente ha dichiarato che «vi piaccia o meno Andrew Cuomo, non avete davvero scelta. Dovete votare per lui e sperare che faccia un ottimo lavoro. Lui ne è capace, Mamdani no!».
Che il Presidente (come tutti i repubblicani) non provasse particolare simpatia per il “socialista democratico” era piuttosto scontato, ma il tycoon ha voluto sottolinearlo ancora una volta, definendo Mamdani un «candidato comunista».
«I suoi principi sono stati messi alla prova per oltre mille anni e non hanno mai avuto successo. Preferirei di gran lunga vedere vincere un democratico, che ha alle spalle una storia di successi, piuttosto che un comunista senza esperienza e con una storia di completo e totale fallimento», ha concluso Trump.
Prima però una promessa in caso di vittoria di Mamdani: «Se il candidato comunista Zohran Mamdani vincerà le elezioni per la carica di sindaco di New York City, è altamente improbabile che io contribuisca con fondi federali, se non con il minimo richiesto».
