Lo scontro tra i poteri in America fa un salto di qualità. leri, negli Stati Uniti, gli agenti dell’Fbi hanno tratto in arresto Hannah Dugan, un giudice di Milwaukee, nel Wisconsin, con l’accusa di avere ostacolato le ricerche di un immigrato clandestino. D’altronde, l’amministrazione Trump aveva promesso di indagare e perseguire vicende simili.
«Riteniamo che la giudice Dugan abbia intenzionalmente sviato gli agenti federali dal soggetto da arrestare nel suo tribunale, Eduardo Flores Ruiz, permettendo così a quest’ultimo – un immigrato clandestino – di evitare l’arresto» ha scritto il direttore dell’Fbi, Kash Patel su X, in un post successivamente rimosso.
«Fortunatamente i nostri agenti hanno inseguito a piedi il fuggitivo e lo hanno preso in custodia da allora, ma l’ostruzione da parte della giudice ha creato un pericolo maggiore per il pubblico». Tutto ha avuto inizio lo scorso venerdì, durante un’udienza presso il tribunale di Milwaukee. Qui Dugan avrebbe aiutato Ruiz, immigrato messicano senza documenti e imputato per tre reati minori di aggressione, a evitare l’arresto da parte degli agenti dell’Ice, l’agenzia federale responsabile dell’immigrazione.
Le ricostruzioni divergono: alcune sostengono che Dugan avrebbe indicato «soltanto» una porta laterale, un corridoio accessibile ai dipendenti del tribunale per consentire la fuga. Altre, invece , affermano che la giudice avrebbe perfino nascosto Ruiz nella sala della giuria, una stanza non accessibile agli imputati. In ogni caso, l’ostruzione è stata vana e, anzi, è venuta alla luce immediatamente, quando il giudice capo Carl Ashley ha permesso agli agenti di entrare nell’aula, dopo aver presentato un mandato di arresto. Su questo punto, però, le ricostruzioni raccontano di un contraddittorio tra i due giudici. Ashley difenderebbe l’operato degli agenti federali, avvenuto nel rispetto dei protocolli, mentre Dugan evidenzierebbe come il mandato di arresto non sia stato «presentato nel corridoio del sesto piano», dove si trova la sua aula. L’epilogo della vicenda ha visto comunque la cattura dell’immigrato dopo l’inseguimento a piedi e senza alcun possibile incidente.
Dopo l’arresto di ieri mattina, Dugan rischia una pena detentiva fino a cinque anni, o otto se si tratta di terrorismo, ai sensi dell’articolo 1001 del titolo 18 del codice degli Stati Uniti.
L’episodio si inserisce in un più alto contesto di tensioni politiche. Su X, infatti, circolano vecchi video di Dugan nei quali dichiarava di aver usato la legge per «promuovere il cambiamento sociale a favore di coloro che sono più vulnerabili», anche in collaborazione con organizzazioni non profit.
L’altro ieri, inoltre, un altro ex magistrato del New Mexico, Jose Joel Cano, è stato arrestato con la moglie per aver accolto nella propria abitazione un immigrato clandestino, presunto membro del gruppo criminale venezuelano Tren de Aragua.
Ha aumentato la tensione anche la nota pubblicata negli scorsi giorni dall’amministrazione del Wisconsin che fornisce indicazioni ai dipendenti statali su come comportarsi di fronte agli agenti federali, ad esempio rifiutandosi di rispondere alle domande o di fornire l’accesso ai sistemi senza la presenza di un consulente legale.
Praticamente, si sta realizzando quanto ha previsto un sondaggio realizzato da Rmg Research lo scorso gennaio, quando quasi la metà dei dipendenti federali ha promesso l’opposizione alla nuova amministrazione Trump.