Un mese fa dopo il derby di calcio Inter-Milan terminato 5-1, una delle sconfitte più pesanti per i rossoneri nella stracittadina, l’allenatore Stefano Pioli in conferenza stampa disse: «…però fino al 4° minuto (momento de primo gol dei nerazzurri) abbiamo giocato meglio noi…». La frase lasciò interdetti per primi i tifosi del Milan, increduli davanti ad una giustificazione del genere. Diciamo che la stessa reazione me l’ha generata il video con cui Elly Schlein festeggia il successo del Pd nelle elezioni comunali di Foggia. «Abbiamo dimostrato che uniti si vince. Che uniti esiste un’alternativa a questa destra…» dice il segretario dem con un sorriso ed un tono a dir poco trionfali. Ma come?
Nello stesso giorno il Pd ha preso una batosta sonora in Alto Adige, nelle provinciali di Trento e nelle suppletive per il Senato a Monza. E lei, che fa? Festeggia il successo di Foggia.
Proviamo a trattarla in semplici termini matematici e numerici. In Alto Adige il Pd ha chiuso al 4,7%, mezzo punto in meno delle elezioni precedenti. A Trento il centrodestra ha superato il 51% e la coalizione con il Pd si è fermata a 15 punti di distanza. Nella battaglia più attesa poi, quella per il posto da senatore che fu di Berlusconi, i dem per prima cosa non hanno proposto un loro candidato ma si sono appoggiati al radicale Marco Cappato (e la cosa mesi fa mandò su tutte le furie i dirigenti locali del partito), poi con solo il 19% dei votanti la coalizione di sinistra si è fermata al 39%, 50 mila voti in totale sui 720 mila elettori totali. Insomma, tre sonore sberle ma Elly festeggia orgogliosa il successo di Foggia, non solo. Racconta al mondo che il progetto del «campo largo, funziona».
Onestà intellettuale avrebbe consigliato al segretario meno vincente della storia delle elezioni del Pd dato che dal febbraio scorso ha collezionato solo sconfitte, un po’ più di realismo; un sorriso accennato, o forse nemmeno quello. Poi il messaggio sarebbe dovuto essere più o meno essere questo: «cari amici del Pd, non è andata bene. La destra ha vinto e noi dalla nostra possiamo solo contare sul successo di Foggia che però politicamente ha ben altro valore…».
Si, perché a Foggia hanno votato 72 mila persone ed il Pd come partito ha conquistato 5200 voti, cinquemila e duecento. Con il massimo rispetto per la bellissima città pugliese e la sua gente definire 5200 votanti un successo dalle connotazioni politiche nazionali è davvero azzardato; un’uscita che ha solo due possibili spiegazioni. La prima è che il segretario del Partito Democratico non abbia proprio l’idea globale di cosa sia la politica italiana. La seconda è che finga per cercare di fermare le correnti interne al Nazareno che non vedono l’ora di liberarsi della segretaria presentata lo scorso febbraio come il simbolo della rinascita e che invece ha addosso l’etichetta di perdente alle elezioni, eccetto ovviamente a Foggia.
Ps. Una notazione da Monza. I dati dei votanti parlano chiaro: a disertare le urne sono stati soprattutto i giovani, proprio quella fascia di popolazione che dovrebbe essere più vicina al neo segretario del Nazareno. Niente, non la votano nemmeno loro.
