Topolino, Paperino, Pluto, Elsa, Ariel sindacalisti. Non è la trama di un nuovo fumetto o film, ma quanto sta succedendo a Disneyland, il parco divertimenti di Los Angeles. I lavoratori che ogni giorno indossano i vestiti dei personaggi Disney e animano il parco hanno detto basta: “Anche noi vogliamo rappresentanza, tutele e aumenti di salario”. È arrivata anche qui l’ondata di attivismo cominciata negli Stati Uniti nell’ottobre del 2021 e che è diventata “contagiosa”, in un paese dove solo il 10% dei lavoratori è sindacalizzato. Ma dove negli ultimi anni ci sono state importanti proteste: i lavoratori di Starbucks, Amazon, delle Big Three del mondo automobilistico e delle star di Hollywood. E ora Topolino &Co?
Un gruppo di 1700 impiegati del parco divertimenti americano ha annunciato di volersi unire alla Actors’ Equity, il sindacato che rappresenta oltre 50mila performer dal vivo in tutti gli Stati Uniti. Topolino &Co chiedono le stesse tutele degli attori di teatro, dei comici e degli stripper. Chiedono di avere una rappresentanza anche loro, visto che sono gli unici lavoratori del parco divertimenti a non averlo. 1700 su oltre 35mila impiegati, già sindacalizzati. E come si chiamerà la nuova sigla sindacale? Ovviamente ‘Magic United’ e il logo parla chiaro: il guanto bianco di Topolino (il leder) stretto nel pugno. Ogni giorno indossano i loro costumi e girano per il parco facendo spettacoli, sfilate e foto. È dal periodo del Covid che i Topolini & Co sono in agitazione. Una delle rivendicazioni è infatti quella di avere la certezza che i costumi vengano igienizzati ogni volta che cambia l’artista. Chiedono aumenti salariali, maggiore trasparenza nella programmazione dei turni e nelle assunzioni.
La procedura di sindacalizzazione è partita nei giorni scorsi con la distribuzione di schede per raccogliere le adesioni dei vari lavoratori. Finito il volo la Magic United farà richiesta formale di essere riconosciuta dalla Disney Resort Entertainment. C’è anche un precedente, in Florida, che può aiutare. I Topolino & Co del Walt Disney World di Orlando sono già rappresentati da una loro sigla, la Teamsters. E ad aiutare c’è anche la prospettiva di uno sciopero in caso di rifiuto da parte dell’azienda. Disneyland senza Paperini, Ariel, Pluto, Topolino ecc. in giro? Un rischio troppo alto per un settore, quello dei parchi divertimento, che alla Disney ha fatto aumentare del 7% i ricavi nell’ultimo trimestre del 2023. Si parla di 9,1 miliardi di dollari.
La richiesta di sindacalizzazione arriva in un periodo storico degli Stati Uniti in cui c’è stato un aumento dell’uso dello sciopero, ma contemporaneamente una riduzione del tasso di iscrizione ai sindacati. 10%, minimo storico. Negli anni ’50 tre lavoratori su dieci erano iscritti a un sindacato, oggi uno su 10, siamo a un terzo di quei numeri. Ma il ruolo dei sindacati, nonostante il declino costante iniziato dagli anni ’70, ha un peso politico, che conterà nelle elezioni presidenziali di novembre.
