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Pd in pressing su Unicredit, Mustier dice addio

Pd in pressing su Unicredit, Mustier dice addio

Tra politica e finanza l’addio di Mustier viene comunque bocciato, dai mercati

Non è piaciuto al mercato il passo indietro di Jean Pierre Mustier: il giorno dopo l’annuncio dell’uscita – per ora a scadenza di mandato, salvo ulteriori colpi di scena – dell’amministratore delegato il titolo di UniCredit non è riuscito a far prezzo in avvio di contrattazioni a Piazza Affari, per poi proseguire la giornata in forte calo.


Segno che gli investitori non hanno apprezzato le modalità con cui si è consumato l’addio del manager francese, che nel tardo pomeriggio di lunedì 30 novembre, al termine di una riunione del cda dell’istituto, ha annunciato il ritiro dal suo ruolo ad aprile 2021, quando scadrà il suo mandato. Tuttavia, il tempo dei saluti potrebbe arrivare anche prima, se il presidente designato della banca, l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, e il consiglio di amministrazione riusciranno a trovare un successore.

E proprio le divergenze tra Mustier e una parte del board della banca sulle strategie future di piazza Gae Aulenti sono state alla base del divorzio: la questione centrale sarebbe l’ipotesi che UniCredit possa acquisire Monte dei Paschi di Siena, appoggiata da una parte della maggioranza di governo e da alcuni membri del cda, e osteggiata dal manager francese.

“Nel corso degli ultimi mesi è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del consiglio di amministrazione”, sono state le parole di Mustier. “Di conseguenza ho preso la decisione di lasciare il gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al consiglio di definire la strategia futura”. Una strategia che appunto, secondo voci sempre più insistenti, potrebbe prevedere l’acquisizione di Mps, nell’ambito di una tendenza più generale al consolidamento nel settore bancario, in Europa e anche nel nostro Paese. Il fenomeno è in atto già da diverso tempo, come dimostrano l’opa di Intesa Sanpaolo su Ubi e quella, più recente, lanciata da Crédit Agricole sul Credito Valtellinese. Mustier, da parte sua, si è sempre detto contrario a operazioni di aggregazione, ritenendole non utili per la banca; una posizione che però non ha trovato sponde nel cda, spingendolo alle dimissioni.
Su piazza Gae Aulenti è infatti in atto da tempo un pressing da parte della politica, con il governo che vuole uscire da Montepaschi, statalizzata nel 2016, e UniCredit che viene considerata l’unica in grado di “digerire” un boccone così grande e complesso come la banca senese. Sull’acquisizione, peraltro, non ci sarebbe accordo neanche nell’ambito della stessa maggioranza, con i Cinquestelle che si sarebbero opposti a un’operazione che possa ricalcare in qualche modo lo schema seguito da Intesa Sanpaolo per l’acquisizione di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca. In ogni caso, a quanto si è appreso il governo starebbe cercando di dotare Montepaschi di tutte le condizioni necessarie al matrimonio, tra le quali una ricapitalizzazione, la copertura degli esuberi e un veicolo in cui far confluire il rischio legato ai contenziosi legali, quantificato in circa 10 miliardi di euro. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stato proprio l’ennesimo “no” di Mustier all’operazione, ribadito dopo una fase di trattativa, a portare allo strappo. E mentre da Parigi si ipotizza un ritorno del banchiere francese alla guida di Societe Generale, a Milano la palla passerà al nuovo presidente designato, l’ex ministro Pier Carlo Padoan che quando sedeva a via XX Settembre curò la nazionalizzazione di Monte dei Paschi e che adesso dovrà gestire, da piazza Gae Aulenti, la difficile successione al manager che non voleva il matrimonio. Tra i nomi circolati nelle ultime ore ci sono quelli di Matteo Del Fante, attualmente ad di Poste, dell’ex numero uno della Cassa depositi e prestiti Fabio Gallia e anche quello di un ex storico della banca senese, Marco Morelli; mentre sembra priva di fondamento l’ipotesi che alla guida di UniCredit possa arrivare l’ex ad di Ubi Banca Victor Massiah, che avrebbe firmato un patto di non concorrenza della durata di due anni con Intesa Sanpaolo.

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