Gli introvabili sono sempre di più e il sistema produttivo nazionale ne risente. Su 5,5 milioni di assunzioni programmate nell’anno, quasi la metà (il 47,8%) è difficile (e spesso impossibile) da trovare. Mancano soprattutto i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (74%), i diplomati ITS in ambito energia (87,5%), i diplomati degli istituti tecnico-professionali del sistema moda (63,6%) e i qualificati professionali nell’indirizzo legno (71%).
La carenza di figure professionali qualificate è ormai una costante nel mercato del lavoro italiano, e i dati del Sistema informativo Excelsior 2024 confermano un trend preoccupante: tassi di irreperibilità che raggiungono il 70% per alcuni profili, a discapito delle necessità di un sistema produttivo che fatica a trovare le competenze di cui ha bisogno. Nonostante le difficoltà, le imprese italiane programmano di assumere complessivamente 691mila laureati nel 2024, con un picco di richieste per i corsi di economia (205mila) e ingegneria (143mila), seguiti dagli ambiti formativi legati all’insegnamento e alla formazione.
Tra i profili più richiesti, ma anche più difficili da reperire, ci sono i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, dove il mismatch supera il 70%. Non va meglio per gli indirizzi sanitario-paramedico e medico-odontoiatrico, dove circa due terzi dei candidati richiesti dalle imprese risultano introvabili. Anche nei settori scientifici e tecnologici si registrano difficoltà significative, con particolare riferimento agli ambiti chimico-farmaceutico e scientifico-matematico.
Non solo laureati. Tra le figure tecniche di fascia intermedia, i diplomati degli istituti tecnici e professionali rappresentano un bacino cruciale per le imprese, che nel 2024 puntano a inserirne circa 1,4 milioni. Tuttavia, le difficoltà di reperimento superano il 60% in settori come il sistema moda, la meccatronica, l’elettronica e le costruzioni. Fra i diplomi quinquennali più richiesti spiccano gli indirizzi di amministrazione, finanza e marketing (462mila posizioni), turismo e ospitalità (274mila), meccanica ed energia (139mila) e trasporti e logistica (107mila).
Particolarmente critico è il caso dei profili provenienti dai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), per i quali le aziende hanno programmato 2,1 milioni di assunzioni. Tuttavia, quasi la metà di questi lavoratori è difficile da trovare, con picchi di irreperibilità superiori al 70% per i profili specializzati nell’indirizzo legno, negli impianti termoidraulici e nell’elettrico.
Le difficoltà di reperimento si estendono anche ai diplomati degli ITS Academy, percorsi altamente specializzati che puntano a formare tecnici superiori in ambiti tecnologici avanzati. Settori come energia, chimica e moda registrano gap significativi tra domanda e offerta, con irreperibilità che raggiunge il 61% a livello complessivo. Meccatronica, tecnologie dell’informazione e servizi alle imprese sono i settori più richiesti, ma anche qui i numeri non bastano: ad esempio, per l’ambito energia, l’87,5% dei tecnici richiesti risulta introvabile.
Alla base della crisi c’è l’invecchiamento demografico e quindi la situazione rischia di aggravarsi nei prossimi anni. La sfida è chiara: colmare il divario tra domanda e offerta, in un sistema che, per crescere, ha bisogno di lavoratori sempre più specializzati e qualificati. Ma il tempo stringe, e il costo di un’azione tardiva potrebbe essere troppo alto.